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IL CULTO DELL ADEA MADRE
Una delle prime divinità inventate dall'uomo fu sicuramente la dea della fertilità, a cui, secondo la filosofia del do ut des delle religioni pagane (e non solo pagane) venivano fatte offerte in cambio della fertilità, prima per i membri e per il bestiame della tribù (nel periodo in cui l'umanità era cacciatrice e raccoglitrice) e poi del terreno coltivato (quando l'umanità divenne contadina). Il nome di questa dea varia da popolo a popolo ma noi la chiameremo Dea Madre.
L'esistenza di una dea dispensatrice di abbondanza di figli, bestie e frutti era fondamentale per la sopravvivenza dell'uomo, ed egli cercava di ingraziarsela in tutti i modi; infatti, se per noi moderni il sostentamento sembra venire dal continuo lavoro delle macchine, nei tempi primordiali la comparsa di un numero consistente di animali od un buon raccolto dopo anni di magra (e viceversa) doveva apparire quantomeno inspiegabile e miracoloso(¹).
In effetti, spesso la terra viene identificata colla Dea Madre, o come suo corpo o come suo dominio. Se non abbiamo notizia di sacrificî umani fatti alla Dea Madre, è pur vero che i sacerdoti di Cibele (la versione frigia della Dea Madre) si eviravano consacrando le proprie parti virili alla dea, scambiando così la loro fertilità colla fertilità della terra. A Malta invece pare che i sacerdoti di questa dea sfilassero con delle parrucche lunghe e vestiti con delle gonne.
Il fatto che il sacerdote avesse un ruolo sessuale non sempre ben definito, lo si riscontra anche presso gli sciamani della Siberia e del Nordamerica, quando lo sciamano, finito il cammino iniziatico, assume i vestiti dell'altro sesso o la sciamana si sceglie una compagna femmina. Oltre ai ragionamenti sulla fertilità e sulla non-fertilità, in questi atti possiamo trovare il desiderio dello sciamano/sacerdote di evidenziare la sua non-sussumibilità a nessuna classe sociale umana, ma ad esserne un frutto aberrante e pertanto più vicino agli dei rispetto ai "normali".
La controparte maschile (= paredro) della Dea Madre si rese necessaria per spiegare il ciclo riproduttivo, ricalcando il meccanismo che avveniva in natura: il Padre metteva in cinta la dea che partoriva il Figlio(²); il Padre era uno spirito maschile rappresentante la virilità, allegoria del lavoro contadino e dell'attvitià cacciatrice: dal connubio tra forze vitali maschili e femminili nasceva il Figlio, allegoria del frutto dei campi.
Diciamo che questa similitudine veniva vista dai varî popoli in due maniere:
- nei popoli meno "maschilisti", essendo la femmina la vera generatrice, la considerazione maggiore era rivolta alla Dea Madre, cui di conseguenza veniva attribuita influenza su tutto quanto ci fosse di generativo e creativo, fra cui la creazione della terra di cui era sovrana.
- I popoli più "maschilisti" usavano invece equiparare od innalzare sopra alla Dea Madre il suo paredro maschile(³). Probabilmente il Padre crebbe di importanza non durante il periodo in cui l'umanità era cacciatrice, poichè in quel periodo le differenza fra uomo e donna erano più attenuate; ma crebbe quando alcuni popoli si diedero all'agricoltura, ed in luoghi poco fertili (è il caso dei greci o degli ebrei): lì lo sforzo maggiore era compiuto dall'uomo aratore e la terra non era una gentil dispensatrice di frutti ma un'avara matrigna. Invece un siriano, un egiziano od un frigio, abitante di una zona fertile che non necessitava di un atroce fatica per coltivarla, era più disposto a guardare con benevolenza la divinità che controllava questa buona terra.
È ben vero che l'agricoltura, prima della sua meccanizzazione, era comunque un lavoro massacrante, ma bisogna anche notare che il contadino poteva contare su ritmi lenti e periodi di riposo; inoltre, in un perido arcaico, quando la mortalità ed il controllo delle nascite erano diffusi e non esistevano ancora le autorità temporali e spirituali (non produttrici di cibo), il numero di bocche da sfamare gravante sulle spalle del contadino era sicuramente minore del povero disgraziato medievale che doveva mantenere il suo prete, il suo signore ed i suoi miliziani.
Attestazioni dell'esistenza di una Dea Madre si ritrovano un po' dappertutto nell'Europa e nel Vicino Oriente (tralasciando altri continenti): riportiamo qui una tabella dove possiamo trovare nome della dea e popolo adorante. Col termine "padre" identifichiamo il marito della dea, spesso suo fratello e rarissimamente figlio (in questo caso é stato segnato).
Popolo Divinità [tra +(parentesi) gli eventuali paredri]
Sumeri
Assiri
Egizî
Siriani
Palestinesi
Paleo-ebrei
Ittiti
Hurriti
Persiani
Cretesi
Latini
Malta ed Europa celtica Inanna +(Dumuzi-figlio ed amante?)
Isctar +(Tammuz-figlio ed amante?)
Hathor +(Osiride-padre, Horo-figlio)
Anat +(Aleian-Baal-padre)
Astarte +(Baal-padre)
Asctaroth+(Iahvè-padre)
Hepatu +(Tesciub-padre, Sciarma-figlio)
Ma +(dio delle tempeste-figlio ed amante)
Anahita +(Mitra-padre)
Dea dei serpenti +(dio colle asce bipenni)
Giunone +(Giove-padre e Minerva-figlia)
Dea dal grande seno e dal ventre prominente
Da notare che i greci dovrebbero occupare una sezione a sé di questa tabella; infatti la loro triade eleusina Demetra-Ade-Persefone(4) assolve sì alla funzione della "trinità" degl'altri popoli, ma il paredro maschile, Ade, non si accoppia con Demetra, la madre, bensì con la figlia di lei Persefone che Demetra ebbe quindi da un altro dio, Zeus. Questo si spiega col fatto che doveva esserci una triade iniziale Demetra(madre)+Zeus(padre) e Persefone(figlia); ma poi si escogitò un mito che spiegava la natura dell'inverno e si fece uscir di scena Zeus (la cui figura in questo racconto non avrebbe senso) per sostituirgli Ade, rapitore di Persefone, che col trattenerla 6 mesi presso di sè causava l'inverno.
Ad Eleusi, tanto per complicare la faccenda (e far notare quanto la mitologia sia volubile nel tempo) alla figura maschile di Ade si sostituì quella di Trittolemo, eroe locale iniziato per primo dalla dea Demetra ai misteri cultuali che si tenevano in quella cittadina.
Fra gli attributi della Dea Madre ne troviamo uno fondamentale: quello di Mater dolorosa, sia per le fatiche del parto del Figlio (e della fruttificazione della terra), sia per il dolore a seguito della sua morte (e del raccoglimento dei frutti dei campi; la tomba del dio figlio è l'allegoria della grotta-dispensa dei cacciatori e del granaio dei contadini).
Una componente fondamentale dei riti connessi colla dea é la sacra rappresentazione dell'unione fra la Dea Madre ed il Dio Padre, mimata dai sacerdoti e dalle sacerdotesse mediante un rituale d'accoppiamento; questo rituale è un esempio di ragionamento magico simpatico, ovvero del ragionamento per cui un atto eseguito nella dimensione terrestre verrebbe imitato od in qualche modo seguito nella dimensione divina-magica; in pratica varrebbe a dire che si pensava di influenzare la volontà dei due déi facendone mimare l'accoppiamento dai loro rappresentanti terreni (sacerdoti e sacerdotesse) onde ottenere l'azione benefica della Dea Madre, che, rimasta incinta, avrebbe poi partorito i frutti della terra e sfamato così la popolazione: i sacerdoti erano legati alle divinità da un legame reciproco e pertanto si pensava che l'azione esercitata da loro si sarebbe ripercossa anche sui loro déi... un po' come pungere un manichino e sperare che la persona, che il manichino raffigura, senta dolore (come fanno i sacerdoti vodù).
Ricordiamo che la parte della mente umana che si pensa esser la sede del ragionamento magico, viene ritenuta come una delle più antiche del nostro cervello e quindi una componente ancestrale del pensiero umano.
Sarebbe inoltre opportuno notare questo: che ci sono due tipi di narrazioni mitologiche, quella che ha per protagonisti gli déi e quella che ha per protagonisti gli eroi e gli déi assieme. I racconti appartenenti alla seconda categoria sono i più antichi perchè narrano di eventi realmente accaduti poi trasfigurati nel mito (la guerra di t***a, la fondazione di Roma, la difesa dell'Ulster da parte di Cu Chulainn, ecc.) mentre i racconti appartenenti alla prima categoria sono più recenti perché spiegano la nascita del mondo e del suo ordine chiamando in ballo le divinità e la loro opera.
Le vicende della creazione del mondo sono il caso più tipico: non sapendo da dove l'universo fosse stato creato, si inventarono una serie di vicende aventi come protagonisti gli déi che colla loro opera crearono il mondo.(5) I popoli meno civilizzati, come i celti, i latini (che presero la mitologia della nascita del mondo dai greci) od i paleo-ebrei, dispongono solo delle narrazioni con eroi e déi e non di narrazioni con i soli déi. Pure, in tutti questi popoli è comune il mito della grande madre, che quindi potremmo ascrivere come il mito più antico dell'umanità se non addirittura un pre-mito: vista la sua natura rituale di magia simpatica ed il fatto che le divinità non sono nemmeno antropomorfe, ovvero un'usanza cultuale nata spontaneamente ed a-razionalmente (cioè senza pensarci su) che solo in un secondo tempo si rivestì di protagonisti, ovvero di figure divine esplicanti il concetto.(6)
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1 = pensate che i nostri allevatori conoscendo il processo riproduttivo del bestiame possono controllarlo; ma lo possono controllare solo se il bestiame viene chiuso in stalle sottoposto alla vigilanza umana e censito regolarmente; invece per le bestie allo stato brado censimento e controllo sono assai ardui.
2 = talvolta, come presso i romani od i greci, si trattava di una figlia.
3 = secondo i greci, lo sperma del padre veniva riversato nel grembo della madre nel quale si sviluppava autonomamente per poi nascere; quindi il vero "genitore" era il padre, mentre alla madre apparteneva il titolo di "salvatrice" o "conservatrice" del seme maschile. Dunque ne derivava che il figlio dovesse esser maggiormente grato e fedele nei confronti del padre che della madre.
4 = altro nome di Persefone: Core, che in greco significa "regione, territorio".
5 = Il buddismo ha ignorato il problema ritenendo la creazione un evento puramente casuale.
6 = Il culto della Dea si puo' far risalire almeno al 35.000 a.C., pertanto si puo' affermare che costituisca la religione piu' antica del mondo, la cui storia e la cui eredita' si perdono nelle nebbie del tempo. Con la comparsa dell'Uomo di Cro-Magnon, la prima specie riconoscibile come umana, intorno al 35.000 a.C., si cominciarono a vedere immagini e materiale iconografico che sembrano rappresentare la figura della dea. (Marija Gimbutas - Il linguaggio della Dea)
FONTI:
E.O. James, "Antichi Dei Mediterranei", ed. EST.
R. Biasutti, "Razze e Popoli della Terra", ed. UTET.
Eschilo, "Orestea".
SITO INTERNET
http://www.alateus.it/deamadre.htm
Lo so è lungo, ma se guardate le similitudini, troverete che la nostra religione altro non discende dal culto della Dea Madre, l'unione con il Padre, che nei cristiani ha generato Gesù!![;)]