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 Uomo come predatore ed effetto dello sguardo. 
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Messaggio Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
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Questo topic è stato creato dividendo il topic "Da L'Hotte una dura, onesta verità", per mettere in evidenza una parte che riguardava gli argomenti di cui al titolo del nuovo topic. Ovviamente, sotto consiglio di Alex (grazie!)
Pascal


Vorrei però mettere un serio dubbio sul fatto che il cavallo ci veda come "predatore". E' un'affermazione molto comune ma altrettanto poco corretta dell'affermazione "l'uomo è cacciatore". Ci piaccia o no, l'uomo è uno "scimmione antropomorfo" frugivoro che per forza di cose ha dovuto imparare a cacciare (fortunatamente il suo sistema digerente regge, più o meno bene, a un'alimentazione carnea, cosa che ne ha permesso la sopravvivenza).

Ho perfino letto che il cavallo ci riconosce come predatori per il fatto che abbiamo la visione frontale... vi assicuro che se mai c'è stato un cavallo che si basava sull'osservazione di questo particolare per riconoscere un predatore, è stato mangiato e si è estinto! :lol:

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Sbagliando s'impara: in genere, si impara lo sbaglio.
Qualche mago della logica dice: "Se mi contraddici non puoi aver ragione, perchè se tu avessi ragione io avrei torto, e questo è assolutamente impossibile"


lunedì 7 gennaio 2008, 15:35
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Il problema non è cosa è avvenuto realmente ma come ci vedono i cavalli: per anni l'uomo a preso cavalli dai branche e li ha terrorizzati con metodi di doma piuttosto crudeli e credo che questo nel corso del tempo ci abbia reso una minaccia per i cavalli. Quello che dico è supportato dal fatto che qualsiasi cavallo allo stato brado scappa dall'uomo appena lo vede. Molti sostengono sia una questione di odore: i cavalli si riconoscono tramite gli odori e tramite gli odori riconoscono nell'uomo una minaccia. Non so bene come funzioni la cosa, ma ritengo sia plausibile.


lunedì 7 gennaio 2008, 15:46
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Siamo certi di questo?

Ho un libriccino, "Mustangs", scritto negli anni '30 da una specie di Piero Angela di quei tempi... riferisce la tecnica usata da un vecchio Mustanger (quelli che catturavano i Mustangs), che all'epoca aveva ottant'anni.

Da solo, riusciva a guidare un intero branco di molte "famiglie" in un recinto.

Con un avvicinamento estremamente prudente, sempre "al di qua" del limite di fuga, lui e il suo cavallo riuscivano a integrarsi nel branco, cavalli fra i cavalli, e addirittura a risalire nella scala gerarchica fino a essere riconosciuti leader esperti e affidabili.

Poi, l'ultima folle galoppata dentro al recinto, seguiti dall'intero branco.

E senza andar lontano... guarda l'avvicinamento di Candy Kahn ai cavalli bradi dell'Isola della Cona:

Immagine

La cavalla si è avvicinata da sola a Candy, che era "di qua dal limite di fuga".

Il cavallo non credo riconosca nell'uomo un predatore... riconosce un predatore in un uomo che si comporta come tale.

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lunedì 7 gennaio 2008, 16:04
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Può essere e grazie per lo spunto interessante. Io in quelklo che ho scritto mi sono basato su quiello che ho potuto sperimentare personalemente non solo in maneggio, ma osservando o cercando di avvicinare cavalli lioberi in paddok. Ho avuto anche una breve esperienza con cavalli alla stato brado in Sardegna ai quali sono riuscito ad avvicinarmi, ma non a toccarli come nella foto. Potrebbe comunque essere vero, potrebbe dipendere da particolari come la postura o l'energia che uno mette nei propri movimenti, da cambiamenti impercettibili nell'atteggiamento fisico che loro riescono a notare mentre noi no


lunedì 7 gennaio 2008, 16:10
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
non riuscire ad avvicinare dai cavalli a paddock?
questo mi pare abbastanza strano.. sia per un cattivo addestramento dei cavalli che perchè può essere indice di cattivo avvicinamento..

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lunedì 7 gennaio 2008, 16:14
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Ho frequentato anche di recente un posto nel piacentino dove tengono cavaloi a fine carriera completamente liberi in un paddok se così lo si può definire veramente enorme. Alcuni cavalli, i più "timidi" o meno dominanti se preferisci, risultano davvero difficili da avvicinare (la maggior parte no si lasciano toccare e anzi vengono a cercarti). Comunque mi riferivo più all'esperienza in Sardegna dove ho avuto modo di vedere cavalli allo stato brado (gli ultimi presenti in Italia) e qui non c'è stato molto da fare.


lunedì 7 gennaio 2008, 16:18
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
conosco il posto che citi.. i cavalli timidi che non si avvicinano posso farlo anche perchè vicino ci sono i dominanti.. perchè andar a cercare rissa quando la possono evitare stando lontano? oltre al fatto che chissà quante brutte esperienze possono aver passato..

per i cavallini della giara(se ti riferisci a loro).. non è che siano facilmente avvicinabili perchè vengono catturati periodicamente, marchiati e alcuni di loro portati via dall'ambiente naturale..
se tu, da libero, vivessi anche solo un'esperienza del genere nella vita.. perchè dovresti fidarti degli uomini? :wink:

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lunedì 7 gennaio 2008, 16:21
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Giuste osservazioni, riguardo ai cavallini della giara (grazie non riuscivo proprio a ricordare il nome) non sapevo facessero cose del genere ci sono stato parecchi anni fa e non mi avevano detto nulla del genere solo che erano allo stato brado sempre. Grazie per le informazioni


lunedì 7 gennaio 2008, 16:30
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Negli ultimi tempi, la cosa che mi diverte e mi appaga di più è gironzolare nel grande paddock del mio maneggio, dove nelle giornate buone (terra non fangosa; diciamo, i 3/4 del tempo) pascolano liberi da 15 a 25 cavalli... filmerò cosa succede, poi passo il tutto a Raquette con cui abbiamo un business :lol: (si è detta disponibile ad aiutarmi coi montaggi ecc) e ne parliamo!

La cosa più entusiasmante è fermarsi a una certa distanza da un cavallo (5-10 m) e convincerlo ad avvicinarsi. Il trucco è premiare con evidente entusiasmo il primo accenno ad avvicinarsi... non il primo passo, il primo spostamento di peso indicativo della possibilità di un primo passo! E vi assicuro che se sentite un VERO entusiasmo non è difficile manifestarlo!

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lunedì 7 gennaio 2008, 16:37
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Hai ragione sembra un'esperienza interessante , peccato che nel maneggio in cui vado non ci siano paddok in cui i cavalli stanno sempre fuori. Capisco cosa vuoi dire riguardo al convincerli ad avvicinarsi: il mio istruttore lo fa in maneggio con i puledri ancora da domare. Li lascia liberi e poi li convince ad avvicinarsi mettendo pressione e smettendo quando il cavallo accenna ad una risposta. Ho provato io stesso la cosa ed è davvero entusiasmante anche se credo che in paddok con più di un cavallo sia più difficile e al tempo stesso più appagante.


lunedì 7 gennaio 2008, 16:42
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
shyboy ha scritto:
Giuste osservazioni, riguardo ai cavallini della giara (grazie non riuscivo proprio a ricordare il nome) non sapevo facessero cose del genere ci sono stato parecchi anni fa e non mi avevano detto nulla del genere solo che erano allo stato brado sempre. Grazie per le informazioni


vengono raccolti ogni anno per la marchiatura e un certo numero viene portato via per evitare il sovrapopolamento..
solo che non lo dicono spesso perchè si perde il fascino del cavallo "selvatico"..

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lunedì 7 gennaio 2008, 20:06
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Eh già... che delusione...


lunedì 7 gennaio 2008, 20:07
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
A proposito di far avvicinare un cavallo, ho notato che nella maggior parte dei casi, il sistema migliore è quello di girare le spalle e andarsene...possibile???

Escludo da questo esempio i miei due vecchi, che , forse riconoscendomi, quando arrivo al paddok, vengono alla porta a salutarmi ...


martedì 8 gennaio 2008, 13:23
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Hai ragione quello è il metodo migliore perché non solo è quello che i cavalli fanno tra di loro, ma è anche il contrario di quello chge farebbe un predatore. Mi spiego: se un cavallo vuole fare avvicinare un altro quello che fa è mandarlo via finchè l'altro per qualche motivo non si gira verso di lui in quel momento la pressione smette e il primo si allontana. Questo comportamento va replicato anche da noi se vogliamo fare avvicinare un cavallo: mettiamo pressione e facciamo allontanare il cavallo e non appena questo si gira verso di noi la cosa migliore è interromper ogni pressione girando le spalle e andandosene. Generalmente in questo modo il cavallo dovrebbe camminare verso di noi, se non lo fa occorre ricominciare a premere.


martedì 8 gennaio 2008, 13:30
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
il concetto di girare le spalle è per non guardare in modo diretto, atteggiamento tipico del predatore..
anche avvicinarsi in linea retta crea lo stesso problema, meglio seguire delle mezze lune o comunque usare linee tonde..
guardare in basso e non direttamente il cavallo (in particolare evitare lo sguardo su pancia e posteriori)..

l'andarsene può essere frutto del comportamento tipico del cavallo come animale da pressione.. se tu segui per un po' un cavallo (ma succede anche coi cervi), poi ti giri e te ne vai, lui ti viene dietro. è un trucco che usavano un sacco di cacciatori di cavalli.. inseguivano i branchi per qualche giorno, poi si giravano e andavano verso i recinti predisposti portandoseli dietro..

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