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 Uomo come predatore ed effetto dello sguardo. 
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Messaggio Re: Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
conosco un addestratore di reining che mi ha confessato che quando doma i puledri son davvero rari i casi in cui l'equino sgroppi o comunque faccia difese.
nonostante questo lui è uno di quelli che porta tutti i suoi puledri a far futurity, e nonostante la "fretta" di portarli in gara riesce ad ottenere ciò che vuole senza picchiarli o piegarli.
dal basso della mia ignoranza lo considero un ottimo addestratore!
secondo me è pure vero che dando i tempi giusti nella maggior parte dei casi si fa prima!

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lunedì 28 gennaio 2008, 16:24
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Messaggio Re: Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
Una frase tipica del mio istruttore è "ogni minuto speso durante l'addestramento iniziale permette di risparmiare un sacco di tempo dopo" ed è vero: se si perde tempo a fissare i concetti di base bene e con pazienza, quando si arriva alle cose complicate ci si mette meno tempo ad ottenerle.


lunedì 28 gennaio 2008, 16:43
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Messaggio Re: Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
Cita:
conosco un addestratore di reining che mi ha confessato che quando doma i puledri son davvero rari i casi in cui l'equino sgroppi o comunque faccia difese.
nonostante questo lui è uno di quelli che porta tutti i suoi puledri a far futurity, e nonostante la "fretta" di portarli in gara riesce ad ottenere ciò che vuole senza picchiarli o piegarli.
dal basso della mia ignoranza lo considero un ottimo addestratore!
secondo me è pure vero che dando i tempi giusti nella maggior parte dei casi si fa prima!


scusami se sono poco d'accordo.ma i metodi della monta americana sono tutto tranne che dolci e rispettosi del cavallo,gia prendere cavalli a 18 mesi è troppo precoce inoltre usano violenze e percossi psicologiche veramente violente....le opzioni per i cavalli sono 2:o si sottomettono per sopravvivere o combattono,e se scelgono la seconda opzione sono cavoli amari.....

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giovedì 31 gennaio 2008, 20:59
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Messaggio Re: Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
annette non fare di tutta l'erba un fascio..
ci sono buoni trainer americani e no.. come in ogni cosa al mondo.. c'è chi è violento e chi ci mette il tempo che deve e fa le cose nel modo migliore..

per quanto riguarda l'età.. è un altro discorso..

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una gara la vinci quando arrivi al fondo..

...vivere è stupendo dispiacendo agli str***i...

..sono tua...

"..E bruci le suole anche se Non c'e' direzione Ma profumo di viole c'e' Tu cammina Nel sole sotto le costellazioni Siamo anime a milioni Che a pensarci c'e' da perdersi Tutti con la propria storia Un graffio dentro alla memoria..."


giovedì 31 gennaio 2008, 21:01
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Messaggio Re: Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
senz'altro,cè il buono e il cattivo in tutto!! anche se di buono non ne ho ancora visto (parlando agonisticamente)
un cavallo a 18 mesi deve ancora formarsi e metterlo gia in addestramento lo rompi! e questo è un dato di fatto,cavalli a 4 anni infiltrati non è una buona cosa! e chi dice di no è cieco e pure sordo!

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giovedì 31 gennaio 2008, 21:16
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Messaggio Re: Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
questo è un altro discorso.. però dare del "torturatore" a un trainer western solo perchè sella a 18 mesi è un po' esagerato..
perchè a sto punto diamo dei torturatori a chiunque lavori nell'ippica..

e se proprio vogliamo, visto che un cavallo termina di svilupparsi a 4-5 anni.. a chiunque selli prima..

tra l'altro non tutti i cavalli western sono sellati a 18 mesi.. qualcuno lo fa anche verso i 3 anni.. sono rari ma ci sono.

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giovedì 31 gennaio 2008, 21:45
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Messaggio Re: Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
infatti c'e il buono e il cattivo dappertutto questo non lo nego neanche io e la cosa non mi piace affatto,però iniziare a domare a 3 anni e molto diverso che a 18 mesi,cioè l'esatta metà.
la struttura ossea è ancora delicata,i legamenti devono ancora firire di strutturarsi e anche il tono muscolare deve ancora formarsi totalmente.
insomma è come chiedere a un bambino di 6 anni di scrivere un tema,di fare calcoli algebrici e di èportare cartelle di 5 chili sulla schiena (ops quello lo fanno già)
è tutto troppo precoce e inoltre i metodi che usano mi piacciono veramente molto molto poco!

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giovedì 31 gennaio 2008, 21:56
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Messaggio Re: Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
Annette, ma ci sono razze più o meno precoci... il quarter mi pare una di queste, se no non ci sarebbero gare per QUARTER di quell'età, ti pare? ;)
E poi non fare di tutte l'erba un fascio, ormai sono pochi i trainers che vogliono "tutto e subito", insomma, se uno ha un minimo di intelligenza, non prende un cavallo dal branco e lo stanca col lazo, ci mette la sella e salta in groppa finchè non si stanca... ste cose si vedevano perlopiù qualche anno fa o nei films... ;)
Anche perchè se tratti un buon puledro(intendo con buona morfologia, buona genealogia, ecc...) in questo modo, lo rovini sicuramente... e con tutti i soldi che ci stanno dietro non vale proprio la pena, no? ;)

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giovedì 31 gennaio 2008, 22:36
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Messaggio Re: Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
Purtroppo, la questione delle razze precoci è un mito. Ne fanno le spese i QH della MW, ma chi è senza peccato... qui da noi ne fanno le spese, esattamente nella stessa maniera, trotter e PI... anche loro, al lavoro prima di essere completamente sviluppati. OK, non tanto nel mondo dell'equitazione, ma in quello dell'ippica... ma per i cavalli, qui o là conta poco.

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venerdì 1 febbraio 2008, 0:24
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Messaggio Re: Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
State secondo me tralascianod un punto fondamentale: un buon addestramento può iniziare anche con un puledro di 6 mesi, certo non si parla di salirci, ma si può arrivare anhe a fargli portare la sella a un anno in modo da rendere le cose più veloci in seguito. Quello che fa la differenza non è l'età del cavallo (anzi tutti gli addestratori sostengono che prima li si prende meglio è, con la dovuta cautela e progressione, senza stressarli troppo o affaticarli ecc), ma la qualità dell'addestramento.
Un addestramento che segue principi etologici e che rispetta il cavallo può essere utile anche in tenerà età, un cattivo addestramento che sottomette il cavallo e lo convince con la forza a eseguire i comandi è dannoso ad ogni età.
Mi dispiace contraddirti annette, ma il brutto c'è anche in europa: sei mai stata ad una gara di giovani cavalli? io si sia di salto che di dressage e vedi cavalli giovanissimi montati in filetto perchè è obbligatorio, man mano che si sale con l'età con imboccature più forti, chiudibocca, speroni, ecc. Questo non può essere frutto di un buon addestramento, un buon addestramento dovrebbe mirare ad alleggerire gli aiuti, non a essere costretti a ricorrere a mezzi sempre più costrittivi.
Infine vorrei sfatare il mito che gli addestratori americani siano tutti violenti: non dimentichiamo che persone come P"t P"""""i e M"""y R"""""s sono americani e hanno dedicato la vita a studiare un etodo di addestramento che non si basi sulla sottomissione. Inoltre ho girato abbastanza per maneggi e gare da poterti dire che in Italia di bravi addestratori ce ne sono talmente pochi da poterli contare sulle dita di una mano. Non lasciamoci predere da luoghi comuni, osserviamo quello che avviene intorno a noi.


venerdì 1 febbraio 2008, 0:50
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Messaggio Re: Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
Sono d'accordo con Shyboy, anche io sono favorevole all'addestramento "precoce" del puledro(inteso come accettazione della capezza, girare tranquillamente anche in luoghi sconosciuti, affrontare stranezze come sacchetti di plastica in testa, accettare la sella... tutto nei tempi giusti, chiaramente), lasciandogli anche la possibilità di "fare il puledro" coi suoi coetanei o perlomeno star in un paddock con altri cavalli.
Poi ovviamente in ogni disciplina c'è il lato negativo... purtroppo.

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venerdì 1 febbraio 2008, 0:56
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Messaggio Re: Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
shyboy ha scritto:
Infine vorrei sfatare il mito che gli addestratori americani siano tutti violenti: non dimentichiamo che persone come P"t P"""""i e M"""y R"""""s sono americani e hanno dedicato la vita a studiare un etodo di addestramento che non si basi sulla sottomissione.


Veramente non si possono citare nemmeno i nomi di P"t P"""""i e M"""y R"""""s????
Non sono d'accordo, però.... entrambi usano la sottomissione, ma non la ottengono con la brutalità. Ma nemmeno la buona equitazione classica usa la brutalità... non darei nè all'uno nè all'altro il merito di aver scoperto qualcosa di veramente nuovo, ma solo quello di aver riscoperto vecchi principi dimenticati... e (visto che non sono stupidi) di averceli ripresentati come fossero straordinarie novità.

La "fase quattro" di PP, tanto per dire, non è per niente piacevole, per il cavallo. E se il cavallo non risponde alla "fase tre", la "fase quattro" arriva, e presto. Idem vale per la "pressione motivante" di McLean.

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venerdì 1 febbraio 2008, 3:10
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Messaggio Re: Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
Non discuto il fatto che ci siano persone che hanno fatto studi altrettanto significativi e che magari non sono così famosi, comunque va dato atto ai due in questione di essere dei grandi comunicatori capaci di influenzare grandi masse di persone e forse questo è un bene anche se alcuni aspetti dei loro metodi possono essere discutibili. Alex, mi sono espresso male intendevo dire non usano brutalità, sulla sottomissione non mi esprimo, mi fido del tuo giudizio dato che non conosco nel dettaglio le loro teorie, ma ho solo un grande maestro, il mio istruttore.


sabato 2 febbraio 2008, 1:58
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Messaggio Re: Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
Sono d'accordo sui meriti dei due addestratori nominati.
E la mia nota sul fatto che si pongono come obiettivo la sottomissione non è affatto una critica: la loro è semplicemente una "scelta di campo", che li inserisce nell'equitazione, per così dire, "classica".

Tuttavia per alcuni, che conoscono a fondo l'equitazione ben fatta tradizionale (che pretende obbedienza, ma non per questo è brutale, anzi, evita in ogni modo lo stress al cavallo), l'uno e l'altro hanno la grande colpa di aver presentato i loro metodi come "la grande novità"... e questo, per chi sa che novità non è affatto, è molto irritante. Per me no: ben venga, se hanno saputo divulgare con una certa semplicità concetti piuttosto complessi (il principio del "rilascio della pressione" me l'ha spiegato un istruttore che conosceva bene Parelli, prima nessuno me l'aveva spiegato come si deve.... :evil: ), e merito loro se sopra ci hanno costruito una fortuna.

Ma non diciamo che sono "dolci".... non particolarmente, perlomeno; sono dolci nè più nè meno dei bravi addestratori classici.

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sabato 2 febbraio 2008, 9:49
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Messaggio Re: Uomo come predatore ed effetto dello sguardo.
Scusate: sono momentaneamente OT per chiedervi se da qualche parte qui avete già discusso, riguardo all'età dei cavalli in addestramento, di... addestramento e messa in lavoro "tardivi".

La mia murgese compie 9 anni quest'anno ma ha iniziato il lavoro montata praticamente solo da questa estate. Secondo voi c'è un approccio particolare che dovrei avere? Ovviamente per restare in topic mi riferisco più agli aspetti comunicazionali, mi piacerebbe che qualcuno di esperto, magari in un topic apposito disquisisse anche di quelli più prettamente biomeccanici.

Ah... la cavalla non viveva allo stato brado, è sempre stata a contatto con l'uomo, della sua storia passata so che ha affrontato un po' di PP con la precendente proprietaria (credo non in sella) ma io non conosco direttamente il metodo. Credo sia stata domata verso i 4 anni (in modo "tradizionale") ma poi... nulla più.
Tra parentesi... All'inizio (è con me da metà febbraio 2007) mi sono relazionata con lei come se fosse un puledro, partendo dalla gestione a terra, al lavoro alla corda fino, piano piano ad arrivare alla sella.

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Naturalmente, non bisogna perdere di vista che non c'è un metodo infallibile, e non c'è un metodo completamente cattivo, che buoni o cattivi sono i cavalieri che li praticano. [Nuno Oliveira]


sabato 2 febbraio 2008, 10:47
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