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 Da L'Hotte una dura, onesta verità 
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Trovato il libro di Rarey, libero, online!

http://www.openlibrary.org/details/arto ... 00rarerich

: Chessygrin :

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domenica 13 aprile 2008, 6:03
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Riprendo l'Assioma:
Cita:
Qualunque sia questo impiego, il punto di partenza dell'obbedienza del cavallo è uno solo. Non potrebbe evidentemente trovarsi nel desiderio di esserci gradito, e ancor meno nell'adempimento del dovere. Risiede unicamente nell'istinto di conservazione dell'animale, che lo porta a evitare il dolore, rispondendo all'avvertimento che proviene dagli agenti che possono provocarlo e, all'occorrenza, lo produrrebbero fino all'ottenimento dell'obbedienza. I nostri mezzi di dominio non hanno altra base.
(L'Hotte, Questioni Equestri)


Mi viene un dubbio (grazie anche alle note biografiche su l'Hotte riportate da wildcat in altro forum).

E se questa affermazione fosse - inaspettatamente - un errore da antropomorfizzazione, ossia da indebita proiezione di caratteristiche umane sul cavallo? Più precisamente: se questa affermazione così priva di piacere e di gioia, L'Hotte l'avesse concepita perchè era innanzitutto il suo ritratto psicologico?

Potrei avete qui una citazione di L'Hotte, da cui emerga allegria, desiderio di scherzare e di ridere, una storiella, una battuta di spirito giocosa e non amara, insomma: un'espressione qualsiasi di gioia di vivere?

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mercoledì 3 settembre 2008, 8:18
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
O forse sarebbe interessante avere qualche ragguaglio su quella che, secondo L'Hotte, era la psicologia di un cavallo... non dimentichiamoci che, all'epoca, anche le idee riguardo all'educazione, alla disciplina da impartire a subordinati in genere, o bambini, o altro era un po' diversa da quella che si intende oggi. I metodi di correzione erano duri, impietosi, e molto si otteneva attraverso la coercizione e la violenza... persino una presunta attenzione allo studio. Figuriamoci nei confronti di un animale... :?


mercoledì 3 settembre 2008, 12:38
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Il Generale formava cavalieri e cavalli che - stranamente - andavano in guerra :shock: :shock: dunque il discorso - psicologia - si apre e si chiude quì.

Devo sottolineare, che a parte questo stato di necessità: - la guerra, L'Hotte è stato uno dei più grandi cavallerizzi di tutti i tempi, allievo di due mostri sacri/due monumenti della Equitazione: - Baucher e D'Aure.

"I metodi di addestramento si sono modificati, l'Equitazione si è modificata e si modifica in ragione delle necessità, dei gusti, dei differenti tipi di cavalli a disposizione in ciascuna epoca"...non lo dico io ma il Generale, dà una spiegazione antelitteram allolallismo attuale. :-D

Ottime le osservazioni sono pertinenti estensibili ai sottoscritti: - Ari è una sportiva in una disciplina che richiede un addestramento quasi nullo: - deve andare avanti, ottenere andature fluide e distese e poc'altro, Alex si fa le sue brave passeggiatine nel Carso e pretende poco di più, Nicola già è più evoluto vuole qualcosina ancora, om è ad un livello superiore, wildcat ha a che fare con "stalloni, Pascal fa il dressage...ognuno di costoro la vede in maniera diversa sulla necessità dell'assioma nella loro condizione attuale col proprio lallo, ma dovrebbe ammetterlo come condizione/principio generale...solo un mentecatto potrebbe affermare di poter dominare un cavallo/qualsiasi cavallo in stato di ribellione solo con un "benevole abbraccio".

Per chi volesse: - venga con la sua amatabb al prossimo raduno sull'Etna, gli offro il mio cavallo: uno stallone, delle due l'una: - o labb fa male abbastanza allora il Caimano starà agli ordini per tutto il tempo, o non non farà male abbastanza, allora ne vedremmo delle belle, sia nel primo che nel secondo caso lo strumento risponde perfettamente all'assioma...conoscendo il mio cavallo credo - j suppose - che "ne vedremmo delle belle". :-D :-D

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mercoledì 3 settembre 2008, 14:40
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Ari11 ha scritto:
O forse sarebbe interessante avere qualche ragguaglio su quella che, secondo L'Hotte, era la psicologia di un cavallo... non dimentichiamoci che, all'epoca, anche le idee riguardo all'educazione, alla disciplina da impartire a subordinati in genere, o bambini, o altro era un po' diversa da quella che si intende oggi. I metodi di correzione erano duri, impietosi, e molto si otteneva attraverso la coercizione e la violenza... persino una presunta attenzione allo studio. Figuriamoci nei confronti di un animale... :?


Si Ari concordo con te, diventa sempre fondamentale contestualizzare, ristrutturare e rivedere criticamente, concetti, strumenti e approcci.

Restare ancorati passivamente al passato è davvero un'operazione molto pericolosa per la nostra crescita ed il benessere dei cavalli.

Francesco

ps: sarebbe importante far presente che anche la legislatura è cambiata nei secoli, per approfondimenti "Legge 20 luglio 2004, n.189 - Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali". Quello che era anche giuridicamente ammissibile qualche decennio fa o qualche secolo fa, non è più ammissibile ora. Addirittura il codice PENALE parla di "TITOLO IX-BIS - DEI DELITTI CONTRO IL SENTIMENTO PER GLI ANIMALI"

Per quanto riguarda il Caimano, bisogna vedere sempre quale livello di competenza è stato messo in atto per formarlo. Un cavallo, anche se stallone, con difficoltà di gestione mi fa comprendere tante cose sul lavoro svolto, che sia in morso o in BB.


mercoledì 3 settembre 2008, 14:49
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
pero' non divaghiamo..... oltre a quotare cosa dite, partendo dal presupposto che il quote di alex sia il testo genuino, io lo riassumerei:

il punto di partenza dell'obbedienza del cavallo risiede unicamente nell'istinto di conservazione che lo porta a evitare il dolore rispondendo all'avvertimento che proviene dagli agenti che possono provocarlo e, all'occorrenza, lo produrrebbero fino all'ottenimento dell'obbedienza.

dice: il punto di partenza... dunque non una costante dell'addestramento... ma queste parole "punto di partenza" non mi piacciono comunque..... perché.......
se rimango d'accordo nell'affermare che questo è un principio valido, di sicuro non è l'unico, o comunque non certo quello su cui cercare di basare l'INIZIO di un addestramento, si rischia di ridurre tutto a "obbedisci senno' ti faccio male"...
mentre invece i cavalli sono anche curiosi e collaborativi a prescindere, ad esempio se vogliamo l'obbedienza alla gamba isolata molto probabilmente non avremo bisogno di speroni per INSEGNARLA o ottenerla per quello che il cavallo vuole dare in quel momento, basterà la giusta progressione e il semplice tocco, piuttosto, ne avremo invece bisogno se pretendiamo sempre le massime prestazioni o l'obbedienza anche in casi limite... ma le massime prestazioni o i casi limite non sono "il punto di partenza"...

il punto di partenza di baucher stesso non credo fosse il dolore ma piuttosto "la soggezione", il metodo (simil-parelli) dei colpi di frustino sul petto, il suo metodo di utilizzo del capezzone o le mezzefermate come le intende lui sono più mezzi psicologici che di dolore fisico... io perciò mi divertirei a cambiarlo con:

l'ultima risorsa per l'obbedienza del cavallo risiede nell'istinto di conservazione che lo porta a evitare il dolore rispondendo all'avvertimento che proviene dagli agenti che possono provocarlo e, all'occorrenza, lo produrrebbero fino all'ottenimento dell'obbedienza.

vediamo che effetto vi fa

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mercoledì 3 settembre 2008, 15:01
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Per puro caso, mi è capitato di aver a che fare con cavalli viziati, sia da mani troppo forti che da manine :-D troppo deboli.

E' evidente che: coi primi ci volevano manine delicate, coi secondi la manina forte...cogliuni :-D e coglialtri abbisognò che avessi nella manina degli strumenti di convincimento adatti e proporzionati allo scopo...può darsi che qualcuno, come detto poc'anzi, ottenga risultati con sessioni di psicoparacognizionementaleapplicatademocraticamente et con schemini messi alla lavagna che il lallo impara a memoria...non posso escluderlo ma io conosco il vecchio sistema semplicissimo efficacissimo.

Un cavallo che si impenna, continuerà a farlo - specialmente se il cavaliere scende - fino a quando qualcuno gli farà capire - in maniera indiscutibile - che impennarsi è cosa deprolevole ed indesiderata...come farlo ??

Io so come fare...voi: - fate vobis, :shock: sarei sorpreso se glielo chiedeste "per piacere" o "per favore".

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mercoledì 3 settembre 2008, 15:21
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Sottolineerei quella parolina: obbedienza. Secondo me è il principio base di gran parte dell'equitazione. E sono propenso a credere che intesa in un certo modo (obbedienza di tipo militare, o comunque all'interno di una gerarchia rigida), implichi l'Assioma. resta da vedere se quel particolare tipo di obbedienza è assolutamente richiesta da ogni attività che prenda il termine di equitazione. Io largeggio nella definizione del termine equitazione con la e piccola... per me significa: spostamento di un uomo sulla groppa di un cavallo. Nulla di qualitativo: esiste una equitazione tanto insicura da essere (per alcuni) suicida, esiste una equitazione lacunosa e incerta, una buona, una eccellente, una magistrale... tutte sono equitazione. Quello che intendo è: l'Assioma NON è paradigma di tutte le possibili equitazioni. C'è spazio per equitazioni che NON si basano sull'Assioma, e che forse NON hanno come presupposto e come elemento indispensabile quel tipo di obbedienza. Quindi: l'Assioma NON è tale per TUTTE le forme possibili di equitazione, alcune delle quali NON richiedono quel tipo specifico di obbedienza.

Alcune persone che stimo moltissimo usano - per descrivere la loro richiesta al cavallo, di fronte a un ostacolo impegnativo - una parola che suonerebbe al Generale come una bestemmia: "negoziazione". Il concetto di "negoziazione" esclude quel particolare tipo di obbedienza... e probabilmente non fa vincere medaglie. Eppure.... è equitazione. Sarà pessima, ma è equitazione.

Ovviamente la sola idea di "negoziare" con un animale fa rivoltare lo stomaco a molti.... eppure... non a tutti.

PS: Un cavallo che si impenna lo fa perchè qualcuno glielo ha insegnato (senza volere o talora, da vero idiota, volendolo, perchè è bello vedere un cavallo che si impenna: conosciuto un caso reale). Ho il forte sospetto che la larghissima maggioranza dei casi derivi da uso improprio dell'imboccatura, proprio come la grandissima maggioranza dei casi di fuga derivano dal cattivo uso della stessa. Se il cavallo impara che oltre il "muro" di un dolore passeggero c'è la tregua, perchè finalmente il cavaliere se la fa sotto e molla quelle maledette redini o più semplicemente cade, impara a sopportare anche il dolore! O sbaglio?

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mercoledì 3 settembre 2008, 15:32
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
cavalli viziati o con pesanti difese sono derivati di errori umani, e dunque fanno parte dei casi limite, di nuovo non è il punto di partenza, ma siamo alle ultime risorse.... come detto pokanzi

mai e poi mai ad un cavallo "intonso" e fiducioso verrebbe voglia di fare tutta quella fatica fino a che un cavaliere ignorante non lo provoca, e di solito lo provoca causando dolore, n'est pas?

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mercoledì 3 settembre 2008, 15:47
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
wildcat ha scritto:
...può darsi che qualcuno, come detto poc'anzi, ottenga risultati con sessioni di psicoparacognizionementaleapplicatademocraticamente et con schemini messi alla lavagna che il lallo impara a memoria...non posso escluderlo ma io conosco il vecchio sistema semplicissimo efficacissimo.


Questo il tuo limite, da una parte screditare chi studia, chi pratica, chi cerca di approfondire e apporta innovazione nel pensare...e dall'altra attaccarsi al vecchio sistema semplicissimo del "si è sempre fatto così".

Cita:
Un cavallo che si impenna, continuerà a farlo - specialmente se il cavaliere scende - fino a quando qualcuno gli farà capire - in maniera indiscutibile - che impennarsi è cosa deprolevole ed indesiderata...come farlo ??

Io so come fare...voi: - fate vobis, :shock: sarei sorpreso se glielo chiedeste "per piacere" o "per favore".


Prima bisogna capire perché un cavallo si impenna e poi denunciare chi usa metodi correttivi divenuti ormai inaccettabili e che evidenziano una totale sub-cultura dell'equitazione.


mercoledì 3 settembre 2008, 15:52
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
nabumax ha scritto:
cavalli viziati o con pesanti difese sono derivati di errori umani, e dunque fanno parte dei casi limite, di nuovo non è il punto di partenza, ma siamo alle ultime risorse.... come detto pokanzi

mai e poi mai ad un cavallo "intonso" e fiducioso verrebbe voglia di fare tutta quella fatica fino a che un cavaliere ignorante non lo provoca, e di solito lo provoca causando dolore, n'est pas?


Non è proprio così, i puledri - se giustamente trattati - sono fiduciosi e "collaborativi", i rodei di norma non se ne vedono se si segue una giusta progressione...le difese - anche durissime - sono quasi inevitabili solo quando il vostro lallino uscirà in maneggio la prima volta con le cinghie della sella ben strette...ma voi non ci sarete in groppa: - spero !! :shock:

Siccome, ben difficilmente si libererà della sella o del fascione, ben presto si rassegnerà ed in seguito, portare solo sella o sella e cavaliere non farà tanta differenza.

Lo scontro sarà quasi inevitabile in seguito; malgrado tutte le accortenze, la progressione, la presenza di un tutore, prima o poi capiterà una "divergenza di opinioni" .

Mettiamo: - si rifiuta di passare sulla griglia di scolo delle acque malgrado il tutore (fatto accaduto), democraticamente si impenna si gira e scappa, democraticamente ci adeguiamo alla sua "opinione".

Il giorno dopo la lallina, al solo avvicinarsi alla griglia, comincia ad impennarsi a buttarsi indietro e così, ogni volta, il successo - tornare indietro allontanarsi dallo "tremendo baratro" - democraticamente ottenuto incancrenirà il comportamento indesiderato.

Di esempi simili se ne contano a diecine, in circostanze le più disparate, se l'obbedienza - in quelle prime esperienze - è richiesta ed ottenuta sempre e comunque, il fatto, diventerà un capitale immenso per il futuro; viceversa, il lallino, democraticamente, si metterà a discutere con voi : - spesso e volentieri anche dopo 22 anni sempre se non vi ha/non si è ammazzato prima. :-D :-D

PS Dimenticavo: - sto parlando di "equitazione" coi cavalli da sella nevrili insanguati leggeri...certo cogli aveglinesi i F.M. et similia il discorso cambia data la flemmatica indole di questi soggetti potremmo parlare di "bovinazione".

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mercoledì 3 settembre 2008, 18:13
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
è inutile cercare la scusa della razza, ogni tipologia ha i suoi problemi, oserei dire il contrario, più è nevrile più è facile ottenere risposte

non bisogna lasciarlo girarsi davanti alla griglia ovviamente, ma ogni insegnamento è tanto più efficace quanto il dolore è lontano, qui il dolore non c'entra, non è facendo male che lo si tiene nella direzione, di nuovo è un fatto di controllo dell'incollatura, che se avvenisse idealmente con efficacia ma senza dolore sarebbe il top

la risposta alle gambe invece, quella si, meriterebbe delle disquisizioni, perché se meccanicamente posso impedirgli di girarsi controllando l'incollatura (idealmente senza dolore o paura) non posso altrettanto meccanicamente spingerlo in avanti essendo che ci sto seduto sopra......

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giovedì 4 settembre 2008, 0:19
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Niente scuse, solo voluto differenziare lo "stravaccarsi" su un rinocerontico bestio e l'equitazione.

Se quella cavalla fosse stata messa allo sperone e alla gamba, si sarebbe trovata dall'altro lato della griglia senza neanche accorgersene, così non era, inoltre la forzarono a passare anche da terra col risultato che scappò vià; meno male che "l'orribil baratro" era abbastanza vicino al maneggio, non successe nulla.

Ormai era traumatizzata, feci una scommessa con me stesso: - in una settimana la cavalla sarebbe passata...ah dimenticavo, sotto la griglia, in quel periodo ci scorreva dell'acqua, lo scroscio , doveva essere per la puledra, una terrificante sinfonia sotterranea foriera dei peggiori incubi.

La conoscevo bene, era una baia molto gentile di forme, forse una der.inglese, era arrivata da noi già domata, l'avevo montata nella primissima fase di debourrage poi - visto che era di buon carattere ed affidabile - me ne ero disinteressato.

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giovedì 4 settembre 2008, 1:17
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
sarebbe interessante discutere cosa facesti per intendersi meglio...
ma chiaro è che se il solo metter mano all'imboccatura o alle redini qualsiasi cosa ci sia attaccato in fondo tu lo definisci far sentire dolore (sia pure con range dall'impercettibile all'insopportabile) allora va da se che certamente pure io, e tutti, ricadiamo nell'assioma, ma l'accortezza che un cavaliere dovrebbe mettere per tentare di evitarlo il più possibile mi fa dubitare perlomeno della forma con cui è stato redatto...
altrimenti, perdonami, la bistrattata MARTINGALA dovrebbe funzionare a meraviglia, il lallo tira in su, la martingala regala fantastiche forme di dolore a lingua e gengive, conseguenza il lallo impara a tener la testa giu, ma nella pratica così non è, mai mi fu dato di vedere una martingala che produsse risultati.... quindi qualcosa nell'assioma NON funziona......

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giovedì 4 settembre 2008, 9:41
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
La mia cavalla, quando l'ho presa, non solo si impennava (si e' cappottata piu' volte), ma rampava, calciava, mordeva, e all'occasione calpestava cose e persone (me compresa). Si buttava contro muri, pali e staccionate per strapparsi di dosso la sella, dopo aver eseguito, ovviamente, il lancio del cavaliere.

Adesso non si impenna, non rampa, non calcia, ed e' diventata, invece, di sicuro uno dei cavalli piu' affidabili, psicologicamente sicuri e collaborativi che abbia mai avuto. L'Assioma? Con lei, mai usato. Certo non per ottenere la sua fiducia, e di conseguenza la scomparsa di tutti questi suoi atteggiamenti. Come ho fatto...? Ah beh... segreti dell'equitazione semplice e primitiva... :lol: :roll: :mrgreen: (beato chi pratica discipline cui nullo addestramento richiesto sia... : Chessygrin : )


giovedì 4 settembre 2008, 10:44
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