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 Da L'Hotte una dura, onesta verità 
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Chiedigli cosa ne pensa :P
Ps shyboy è tratto dal titolo di un libro di monty roberts non era un riferimento personale :D


mercoledì 16 gennaio 2008, 19:09
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
anche da me i cavalli della scuola lavoravano in bitless o capezzina..
in campo o in passeggiata..
ormai quasi metà della scuderia va in bitless..

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una gara la vinci quando arrivi al fondo..

...vivere è stupendo dispiacendo agli str***i...

..sono tua...

"..E bruci le suole anche se Non c'e' direzione Ma profumo di viole c'e' Tu cammina Nel sole sotto le costellazioni Siamo anime a milioni Che a pensarci c'e' da perdersi Tutti con la propria storia Un graffio dentro alla memoria..."


mercoledì 16 gennaio 2008, 22:07
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
spero che tanti maneggi seguan questo esempio


mercoledì 16 gennaio 2008, 22:26
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
shyboy ha scritto:
non sono d'accordo sul metodo usato per non tagliare gli angoli, ma con il contenuto del tuo post si. Nessuno dice che si debbano usare cavalli giovani e belli per la scuola, sarebbe assurdo, ma almeno metterli nella condizione di non soffrire più del necessario.


Più che altro per uppare il 3d, mi aggancio con un commento...
Shyboy, dal punto di vista business forse è assurdo... ma... prova a immaginare cosa succederebbe se il principiante fosse immediatamente messo in sella al cavallo meglio addestrato della scuderia, anzi: il cavallo personale dell'addestratore... ovvio, con il divieto tassativo di usare le gambe come magli, e con poca o niente mano... ma solo per sentire fin dall'inizio qual'è il "modo giusto" di rispondere di un cavallo. I danni causati dal principiante (seguito da un istruttore che non gli consenta alcuna brutalità) sarebbero sicuramente rimediabili con una breve "risistemata" da parte di un cavaliere eccellente. O no?

Dopo aver montato un cavallo di scuola, con l'impulso e la sensibilità che chiunque può immaginare... quanto tempo ci vorrà, poi, per togliere all'allievo i viziacci di pesantezza che senz'altro avrà imparato?

L'ho già detto ma lo ripeto. Il consiglio di far montare i principianti su cavalli ben addestrati è "piuttosto vecchio"... viene dall'inizio del 1400. Dalla "brutale epoca medioevale". E, come ho già detto da qualche parte, il successivo consiglio è di VIETARE a chi non è più principiante, ma non è ancora esperto, di montare cavalli ben addestrati... solo cavalli difficili... sempre diversi, mai il cavallo proprio...

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Sbagliando s'impara: in genere, si impara lo sbaglio.
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giovedì 10 aprile 2008, 20:33
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Io non sono del tutto d'accordo. Capisco il punto di vista e lo spunto è interessante, ma secondo me il principiante non ha le basi ne teoriche ne pratiche (intese come esperienze) per apprezzare e capire fino in fondo tutto quello che sta dietro ad un cavallo ben addestrato. Io se ppotessi scegliere un percorso partirei con alcune lezioni alla corda dove il cavaliere si dovrebb solo preoccupare del proprio assetto e non della gestione del cavallo (io ho fatto un messe e passa solo alla corda quand ho iniziato e solo in seguito ho apprezzato), poi inizierei a fare lezione lasciando la gestione all'allievo, ma rigorosamente senza speroni e senza imbocatura: il principiante deve imparare a gestire il proprio corpo e deve famigliarizzare con gli aiuti principali.
Solo quando questi due obbiettivi sono raggiunti li metterei su un cavallo ben addestrato per far loro capire qual'è l'obbiettivo, il punto di arrivo di un percorso addestrativo che è diverso da cavallo a cavallo, ma che alla fine deve puntare allo stesso risultato.
Passata questa breve esperienza li metterei su cavalli difficili, in modo che imparino a stare in sella anche quando il cavallo sgroppa (troppo spesso si vede in giro gente che non sa stare in sella appena il cavallo muove la coda, io la mia gavetta su cavalli che sgroppavano e andavano in piedi l'ho fatta e mi è servita) e che si possa iniziare a discutere dell'addestramento, di quale percorso scegliere con il tal cavallo, cosa è andato storto con quel cavallo e cosa bisogna fare per rimediare.
Finita questa fase secondo me è giusto passare a vedere il lavoro con i puledri e come si addestra un cavallo da zero.
Questo è il mio percorso ideale, durerebbe parecchi anni e capisco che non sarebbe facile da realizzare, ma lo ritengo piuttosto valido.


venerdì 11 aprile 2008, 0:00
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Si, penso che sarebbe vicino all'ideale... soprattutto sono d'accordo sul lavoro alla corda, senza redini. Comunque la differenza - nonostante siano passati più di sei secoli - non è poi enorme... in fondo, anche il primo cavallo su cui il principiante monta, nella fase di esplorazione degli aiuti, non è che possa essere un cavallo "verde" nè un cavallo difficile. Forse non occorre che sia addestrato in maniera eccellente, ma certamente sarebbe bene che fosse un cavallo "non sordo". Altrimenti diventa - come dicevamo - una "scuola di pesantezza".

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venerdì 11 aprile 2008, 0:11
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
sarebbe troppo facile e saremmo tutti cavalieri troppo in gamba, è più divertente il cocktail di pasticcioni che siamo

ma torniamo in topic?
ho due versioni:
- la vecchia guardia sostiene che e' solo per dolore o fastidio (poco o tanto che sia), quindi per sfuggire ad esso, che il cavallo ci ubbidisce..
- le nuove leve giocano invece sul fatto che il lallo, non essendo predatore ma preda che vive in branco, ha un marcato spirito "collaborativo" ed e' facendo leva su questo, risparmiandogli proprio il dolore, che otteniamo un "collaboratore" ancora più valido..

stranamente, pero', tutti i sussurratori propugnano insieme all'idea della collaborazione la fantomatica -comodità/scomodità- che ricorre sempre, quasi peggio del gogue di angioni, ovvero quando non fa cosa vogliamo dobbiamo dargli fastidio...

quindi?
la strada è minata ulteriormente dal fatto che di solito chi sostiene una o l'altra filosofia è davvero intransigente.. insomma.. la storia si ripete.. due scuole.. due fazioni.. ma un'unica minestra?

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venerdì 11 aprile 2008, 0:59
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Eccellente... con un fortunato "trucco comunicativo" ho ottenuto un doppio risultato: di rianimare il topico e di indurre qualcuno a raccomandare di uscire dall'OT. :mrgreen: Grazie Nabu.

Chiariamo e ripetiamo.... è curioso che si chiamino "sussurratori" personaggi con uno stick rigido lungo più di un metro che finisce con una corda abbastanza robusta che finisce con un pezzetto di cuoi che può essere fatto schioccare, e con una lead rope che finisce anche lei con un pezzo di cuoio che può essere fatto schioccare... e che non si fanno problemi a fare lo "sguardo del predatore" e a spaventare il cavallo in tondino.

La mia tesi è che questa varietà di innovatori non abbiano innovato un bel niente, rispetto all'Assioma L'Hotte; ma certamente hanno innovato molto rispetto a brutali forme di doma e addestramento, ben descritte dal termine "to break", "rompere", uno dei primi passi delle quali era il tremendo "sacking out" descritto da Roberts. La tecnica era quella di legare il cavallo e poi di farlo andare in panico assoluto... fino che si rassegna e non reagisce più in alcun modo agli stimoli... finchè è distrutto, appunto, psicologicamente: spezzato. Sì, rispetto a quella cosa, la doma dei sussurratori è un sussurro.

Se poi il cavallo si rompeva effettivamente, va beh, si vede che non era adatto all'uso...

Cose da cowboy, ma - anche se non le conosco bene - cose similari c'erano, mi pare di aver capito, anche in dome tradizionali popolari del Vecchio Mondo... anche in Italia.

In giro c'è qualcosa di diverso, qualcosa che nega l'assioma L'Hotte, ma .... non ho ancora chiarito se il risultato finale è quello che L'Hotte indica: l'obbedienza e il dominio. Può essere che non lo sia, e allora aveva ragione L'Hotte, se si dà per scontato (opinione legittima) che non ci sia equitazione senza obbedienza e dominio.

Quello che volevo dire è: siamo sinceri; ammettiamo che gli strumenti che utilizziamo correntemente: imboccatura, frustino, e speroni, sono tutti in grado di dare un segnale che SE SERVE può arrivare, aumentando di intensità, al dolore. Sono fatti così proprio per questo. Possono essere usati in modo leggerissimo... ma se serve possono istantaneamente "cambiare faccia", e - cosa molto importante - il cavallo deve essere messo in condizione di saperlo (ossia, deve provarlo, almeno un paio di volte). Perchè deve obbedire.

Dare questi strumenti in mano a un principiante senza spiegargli questo concetto è una cosa non mlto rispettosa del benessere del cavallo.

Siamo d'accordo?

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venerdì 11 aprile 2008, 7:19
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Immagine

da una pagina dell'opera di Pluvinel si vedono gli strumenti dl mestiere, lo vedete il carrot-stick? lo vedete? identico!!!

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venerdì 11 aprile 2008, 10:51
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
eh no max!!! non si capisce il colore..

magari era bianco o giallo.. non arancione!! : WohoW : :lol:

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venerdì 11 aprile 2008, 10:58
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Sono d'accordo alex, permttimi solo una precisazione, non con tutti i cavalli è necessario arrivare al dolore per far capire. Magari con la maggior parte si, ma non con tutti e se devo essere sincero non credo che sia tanto il dolore a persuadere il cavallo ad obbedire, quanto la consapevolezza di non essere in grado vincere con la forza. Non ci dimentichiamo che la resistenza al dolore del cavallo è incredibile. Non so se questo non è altro che un rigirare la frittata, io non voglio contestare l'Hotte, non ne ho le capacità, il diritto e l'esperienza, dico solo che forse il meccanismo è un pò più complicato anche se alla fine si basa su un rapporto di dominanza e collaborazione.


venerdì 11 aprile 2008, 14:00
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
shyboy ha scritto:
quanto la consapevolezza di non essere in grado vincere con la forza.


Questo concetto mi è poco chiaro. Il cavallo non potrebbe confrontarsi "con la sua forza" contro un uomo?

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"Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri!!"

Passeggiatore consapevole terrorizzato dai fulmini


venerdì 11 aprile 2008, 14:21
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Spesso i cavalli per confrontarsi anche tra di loro non arrivano ad usare tutta la loro forza, in qualche modo riescono a capirlo prima, spesso quando un nuovo cavallo entra in un branco non partono più di un paio di calci e due morsi e poi tutto è chiaro. Non sono un esperto non so come facciano a capirsi come al solito posso ipotizzare qualcosa relativo all'energia o qualcosa del genere. La stessa cosa può avvenire con l'uomo, specialmente con i cavalli sportivi che sono selezionati per essere sensibili e quindi non occorre salire troppo con le pressioni per vincere i contrasti: pur di liberarsi del fastidio le provano tutte velocemente e quindi prima o poi provano quella giusta. Spero sia chiaro non so se sono riuscito a spiegarlo bene.


venerdì 11 aprile 2008, 18:46
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Forse più che la consapevolezza di non poter vincere con la forza sarebbe meglio dire: la mancata consapevolezza di poter vincere con la forza.

Nel sito "da meditazione" del mio amico HC (troppo complesso per poter essere letto in fretta.... ), vengono riportati alcuni principi base nel rapporto con il cavallo:
Cita:
Nelle ultime due decadi molti studi etologici sul cavallo sono stati resi disponibili per tutti gli interessati. È veramente sorprendente come, per quanto riguarda le tecniche di monta e di addestramento, alcuni vecchi documenti corrispondano esattamente alle conoscenze più moderne, ed all'interno di un quadro di psicologia equina applicata: addestrare e montare in accordo con la mentalità del cavallo.

Rarey: metà del XIX secolo (1857).
John Solomon Rarey, il primo "sussurratore di cavalli", ha riassunto i principi di base molto bene:
1. il cavallo ha bisogno di capire quello che voi volete
2. il cavallo non deve rendersi conto di quanto è forte
3. il cavallo dev'essere fisicamente in grado di fare quello che gli chiediamo
( http://www.alexbrollo.com/HC_it/frame.html )


Devo procurarmi qualcosa di Rarey...

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venerdì 11 aprile 2008, 21:37
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Messaggio Re: Da L'Hotte una dura, onesta verità
Girata così forse è più chiara comunque la sostanza non cambia spesso non è necessario far provare dolore al cavallo, il dolore deve essere solo ed esclusivamente l'ultima risorsa.


domenica 13 aprile 2008, 2:12
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