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 Uso della mano 
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Iscritto il: martedì 15 febbraio 2005, 11:05
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Messaggio Re: Uso della mano
omdecavaj ha scritto:
Infatti si dice sempre.. se non hai la frusta in mano ruota il polso.. ti aiuta

Mamma mia scrivendo frusta mi sono venuti in mente tutti i principi legati a questa, come si usa, quando si usa, che valori ha, dove si usa e come va tenuta a seconda dell esercizio, ma questo sarebbe un po troppo di nicchia ed é inutile aprire un topic

COME INUTILE???

apri apri.. che qui siamo tutti vogliosi di imparare!!!


martedì 22 gennaio 2008, 0:03
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Iscritto il: lunedì 7 gennaio 2008, 11:26
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Messaggio Re: Uso della mano
Se vuoi apri al massimo la cosa degenererà come al solito


martedì 22 gennaio 2008, 0:09
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Iscritto il: lunedì 3 dicembre 2007, 14:17
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Messaggio Re: Uso della mano
C é poco da dire sulla frusta, o meglio.. poco da ribattere

Quindi faccio un breve OT
La frusta viene utilizzata per due motivi distinti.
Uno come aiuto alle gambe per l andare in avanti nel caso il cavallo non risponda a queste, in questo caso va usata sul costato dietro la gamba del cavaliere.
Due viene usata come aiuto della gamba isolata per lo spostamento delle anche, in questo caso viene usata sulla groppa e ha un valore di spostamento laterale. é importante differenziare le due per evitare che il cavallo si traversi ogni volta che la utilizziamo.
La frusta si tiene dal lato che ci serve.
Se dobbiamo andare semplicemente dritti e fare circoli senza spostamento su due piste é bene tenerla all interno perpendicolare al terreno per assumere soprattutto un ruolo di sostegno della spalla che spesso cade all interno e all occorrenza portarla dietro alla nostra gamba.
Nel caso di un appoggiata invece consiglio di tenerla esterna alla flessione e in posizione parallela al terreno, pronta ad essere usata sulla groppa per facilitare lo spostamento delle anche

Il cavallo deve rispettare la frusta come rispetta il cavaliere, quindi non deve temerla, non verra mai usata per far del male, anche per la frusta ci vuole una buona mano, leggera ma sicura, il cavallo deve vedere la frusta come un prolungamento del uomo, capace di accarezzare, rassicurare, invitare o sollecitare a seconda del gesto che la guida.

Stesso principio vale per il lavoro da terra, con un piccolo accorgimento, evitare di tenerla verticale quando vogliamo richiamare a noi le spalle, ad esempio in una spalla in dentro


martedì 22 gennaio 2008, 1:07
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Iscritto il: lunedì 24 dicembre 2007, 0:15
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Messaggio Re: Uso della mano
Cita:
evitare di tenerla verticale quando vogliamo richiamare a noi le spalle


e? non ho capito... :oops:

_________________
non ci sono piu' le mezze fermate di una volta


martedì 22 gennaio 2008, 9:47
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Iscritto il: lunedì 3 dicembre 2007, 14:17
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Messaggio Re: Uso della mano
Mettiamo stai lavorando il cavallo da terra, alla mano e nella mano, ovvero mano sinistra tiene il filetto e mano destra la redine che passa dal garrese e va sull altro anello del filetto.
La mano destra é all altezza della spalla e tiene la frusta, quindi se io devo fare una spalla in dentro devo richiamare a me le spalle visto che io sono all interno di conseguenza se tengo la frusta verticale chiedo al cavallo di venire all interno nonostante ci sia la frusta in posizione di muro.
Quindi frusta orizzonale prona a spostare le anche e a liberare le spalle


martedì 22 gennaio 2008, 12:02
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Iscritto il: giovedì 8 marzo 2007, 10:23
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Messaggio Re: Uso della mano
Ho letto con infinito interesse tutte le discussioni che sono state recentemente aperte qui e nella sezione Dressage.
Vista l'indubbia preparazione di Omdecavaj (istruttore giusto?) e altri utenti del forum che ringrazio per le preziose informazioni (mettere in dubbio ogni tanto la propria tecnica non fa mai male) porgo una domandina che sicuramente per voi sarà scontata, ma che un po' mi preoccupa, sull'uso della frusta.
Partendo dalla precisa spiegazione appena data da Omde, mi puoi confermare che quindi è sbagliato toccare il cavallo all'altezza della grassella semplicemente per farlo avanzare?
GRazie.
Avrei altre 2 domande ma siamo già off-topic quindi magari in mp.

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"Il locale è chiuso! Fuori dai c......." by Julien

"Non si smette di giocare perchè si diventa vecchi, ma si diventa vecchi perchè si smette di giocare" F. Volo


martedì 22 gennaio 2008, 12:18
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Iscritto il: lunedì 24 dicembre 2007, 0:15
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Messaggio Re: Uso della mano
molto chiaro, grazie : Chessygrin :

Cita:
è sbagliato toccare il cavallo all'altezza della grassella semplicemente per farlo avanzare?
Avrei altre 2 domande ma siamo già off-topic quindi magari in mp.


credo che saranno tutti permissivi se vorrai porle qui a beneficio del pubblico, in fondo la frusta la si tiene in mano :mrgreen:

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non ci sono piu' le mezze fermate di una volta


martedì 22 gennaio 2008, 12:22
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Iscritto il: lunedì 3 dicembre 2007, 14:17
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Messaggio Re: Uso della mano
Essendo il tronco del cavallo cilindrico e avendo la mano sopra il garrese e leggermente di lato non capisco come possa la frusta arrivare alla grassella essendo la prima dritta.
forse tu inendevi di direzionarla verso la grassella, in questo caso é abbastanza corretto perche la frusta assume una posizine di 45 gradi dal terreno quindi va a toccare il punto piu esterno del costato che é a meta tra la gamba e il posteriore.
Se poi vogliamo essere piu precisi la direzione é piu bassa della grassella per andare in avanti perche se é una frusta un po lunga va a toccare il posteriore e non va bene.

In poche parole la posizione della frusta per andare in avanti deve agire in una zona del costato dopo la gamba del cavaliere e per sapere l inclinazione corretta basta vedere se il prolungamento della frusta non va a toccare il posteriore


martedì 22 gennaio 2008, 12:57
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Iscritto il: lunedì 3 dicembre 2007, 14:17
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Messaggio Re: Uso della mano
Comunque essendo il topic sull uso della mano, visto che la frusta si tiene in mano in fondo non mi sembra che questo sia un OT


martedì 22 gennaio 2008, 12:58
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Iscritto il: lunedì 7 gennaio 2008, 11:26
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Messaggio Re: Uso della mano
Cita:
Ho letto con infinito interesse tutte le discussioni che sono state recentemente aperte qui e nella sezione Dressage.
Vista l'indubbia preparazione di Omdecavaj (istruttore giusto?) e altri utenti del forum che ringrazio per le preziose informazioni (mettere in dubbio ogni tanto la propria tecnica non fa mai male) porgo una domandina che sicuramente per voi sarà scontata, ma che un po' mi preoccupa, sull'uso della frusta.
Partendo dalla precisa spiegazione appena data da Omde, mi puoi confermare che quindi è sbagliato toccare il cavallo all'altezza della grassella semplicemente per farlo avanzare?
GRazie.
Avrei altre 2 domande ma siamo già off-topic quindi magari in mp.

Forse tu intendevi mentre monti e non mentre fai il cavallo da terra? Comunque omde se quando sei in sella usi la frusta come rinforzo alla gamba per mandare il cavallo in avanti e la indirizzi verso la grassella è sbagliato, perchè agisci troppo indietro, mentre dovresti mettere pressione subito dietro la tua gamba. puoi intervenire verso la grassella nel caso tu voglia che il cavallo sposti le anche usando la frusta come rinforzo alla gamba isolata.
Se invece ti riferivi al lavoro da terra allo ra siamo d'accordo e la spiegazione di omde è corretta.


martedì 22 gennaio 2008, 17:06
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Messaggio Re: Uso della mano
Giusto shy, mi sono espresso male


martedì 22 gennaio 2008, 18:43
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Iscritto il: martedì 22 gennaio 2008, 18:23
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Messaggio Re: Uso della mano
Ciao a tutti sono nuova del forum... : Chessygrin :
Io sono superprincipiantissima :oops: :oops: :oops:
Non potreste spiegarmi con termini non troppo difficili, l'uso corretto della mano??? :roll:
Ciao e Grazie in anticipo... :-D

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...Il mio oro non tintinna e non luccica...
...risplende al sole e nitrisce al buio...

...I cavalli sono la dimostrazione che la perfezione esiste...


martedì 22 gennaio 2008, 19:35
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Iscritto il: lunedì 3 dicembre 2007, 14:17
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Messaggio Re: Uso della mano
La mano é tutto, é difficile ridurre tutto au un messaggio. Faccio una piccola introduzione per poi approfondire su tue domande.

La mano con l uso del filetto:

tramite un leggero richiamo di questa il cavallo mastica, quindi decontrae la mascella e i muscoli della schiena, senza masticazione positiva non si puo fare equitazione.

La mano ha un valore di fermata agendo con vibrazioni leggermente verso l alto (mezza fermata) per non agire sulla lingua, quindi la mano non tira mai.

La mano a valore di distensione dell incollatura tramine l azione e reazione che porta il naso in avanti.

La mano ha valore di flessioni laterali, tramite la richiesta della redine interna il cavallo si flette lateralmente tendendosi delicatamente sulla redine esterna

La mano sposta le spalle tramite la redine d appoggio,

La mano distribuisce il peso sulle spalle tramite la redine di apertura


martedì 22 gennaio 2008, 20:29
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Iscritto il: lunedì 3 dicembre 2007, 14:17
Messaggi: 607
Località: varese
Messaggio Re: Uso della mano
Aggiungo..
La mano no agisce mai in contemporanea con la gamba

"mano senza gambe, gambe senza mano" Francois Baucher

concetto riaffermato anche da Caprilli nella sua idea di equitazione naturale


martedì 22 gennaio 2008, 22:56
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Messaggio Re: Uso della mano
Parlando di mano ricordo un bel (aimè lungo) post del colonnello Angioni sugli effetti delle redini, nel forum "Il Cavallo". : http://cavallo.forumer.it/about75-cavallo.html

Lo ripubblico qui per chi ha più pazienza... fra qualche giorno magari lo riduco a qualche citazione e lascio il link per gli interessati.

Cita:
Generale Jules de Benoist

Addestramento e condotta del cavallo da guerra

Libreria Militare Berger-Levrault

Parigi 1899



LA CONDOTTA DEL CAVALLO


Premessa del traduttore.

Contraria: vuol dire che la redine agisce, per esempio, a sinistra e ha effetto a destra.
Di opposizione: vuol dire che la redine si oppone all’impulso e, allo stesso tempo, oppone le spalle alle anche. Per opposizione delle spalle alle anche si pensi, come esempio, a una barca. Se, dall’esterno della barca e da destra, si tira una cima attaccata alla prua, non solo la prua è tirata a destra, ma la poppa è respinta a sinistra tanto più quanto la trazione avviene in direzione della poppa.
L’autore usa il verbo «tirare» e il sostantivo «trazione» per rappresentare brevemente e chiaramente la direzione dell’azione della redine. Oggi, in un’equitazione che mira alla leggerezza e alla qualità delle azioni, di qualsiasi tipo, che il cavaliere produce sul cavallo, il verbo tirare è abolito. L’azione della redine è resa dalla resistenza che la mano oppone alla tensione dell’appoggio che il cavallo prende sul ferro.

Testo (pag. 83)

Il cavaliere dirige il cavallo, lo conduce, regola le andature per mezzo delle redini e delle gambe. Il peso del corpo ha ugualmente una grande influenza sulla condotta del cavallo.
Affinché il cavaliere possa servirsi delle redini, delle gambe e del peso del corpo con precisione, è indispensabile che si renda perfettamente conto della maniera in cui può agire sul cavallo con questi differenti mezzi. Bisogna, in una parola, che conosca il modo in cui agiscono le redini, le gambe e il peso del corpo.

MODO IN CUI AGISCONO LE REDINI

Per comprendere bene l’azione o le azioni combinate delle due redini bisogna innanzi tutto studiare le differenti azioni prodotte da ciascuna redine considerata isolatamente.
L’azione prodotta da ciascuna redine varia in ragione della direzione verso la quale è tirata dal cavaliere.
Un uomo a piedi, posto a lato di un cavallo e con una redine in una mano, per esempio la destra, può tirarla in tutte le direzioni immaginabili, avanti, indietro, a destra, a sinistra, in alto, in basso, ecc.; nulla lo ostacola.
Il cavaliere a cavallo non è altrettanto libero nei suoi movimenti: se si tratta della redine destra, per esempio, potrà tirarla: 1. verso destra, più o meno in avanti, più o meno in alto, più o meno in basso; 2. verso sinistra, più o meno in avanti, o più o meno indietro, più o meno in alto; ma non potrà tirarla in avanti, bisognerebbe che fosse a piedi per far questo, e nemmeno in basso verso sinistra, bisognerebbe eliminare l’incollatura.
Le direzioni della trazione della redine destra sono limitate tra:
1. Una direzione estrema in avanti e a destra;
2. Una direzione estrema indietro e a destra – queste due direzioni più o meno verso l’alto;
3. Una direzione estrema in avanti e a sinistra;
4. Una direzione estrema indietro e a sinistra.
Tra queste quattro direzioni ne esistono altre all’infinito che da loro derivano: le loro azioni sono simili, ma non hanno lo stesso valore. Costituiscono dunque come un’immensa tastiera di pianoforte su cui bisogna saper suonare con precisione per produrre a proposito l’azione necessaria alla condotta del cavallo.
Voler esporre nel dettaglio l’azione prodotta da ciascuna differente direzione sarebbe impossibile, non servirebbe a nulla; sarà sufficiente rendersi conto dell’azione prodotta dalla trazione operata secondo una delle quattro direzioni estreme:
1. La redine destra, tirata a destra e in avanti, porta la punta del naso del cavallo leggermente a destra; la testa segue, l’incollatura si flette a destra, il suo peso appoggia leggermente sulla spalla destra.
Se il cavallo è in marcia, tutto il corpo segue con una gran facilità la direzione presa dalla testa e dall’incollatura, poiché il loro peso, appoggiando maggiormente sulla spalla destra, porta il treno anteriore dalla parte in cui è rotto l’equilibrio.
Se il cavallo è fermo, la flessione dell’incollatura, poiché è troppo debole per produrre il movimento del treno anteriore verso destra, il cavallo rimane immobile;
2. La redine destra, tirata a destra e indietro, porta la punta del naso del cavallo a destra, poi indietro; la testa segue, l’incollatura s’incurva fortemente a destra, il suo peso appoggia completamente sulla spalla destra, la colonna vertebrale s’incurva interamente.
Ne risulta che:
se il cavallo è in marcia, le spalle sono trascinate a destra e le anche sono rigettate verso sinistra più o meno decisamente.
Il cavallo gira dunque a destra più o meno stretto, perché le spalle cadono a destra e le anche vanno a sinistra.
Se il cavallo è fermo, gira sul posto a destra, perché non soltanto la spalla destra, fortemente sovraccaricata, è obbligata a portarsi a destra, ma anche perché la colonna vertebrale non può sopportare un piego così marcato, perché la testa e la coda non possono rimanere nello stesso posto.
In questi due casi, redine destra tirata a destra e in avanti, redine destra tirata a destra e indietro, il cavallo gira a destra prendendo la direzione tracciata dalla redine.
La redine ha dunque agito direttamente. Nel primo caso non ha prodotto alcuna azione sensibile sul treno posteriore; il braccio [del cavaliere] aprendosi verso destra ha, per il tramite della redine, portato la testa a destra: la redine ha dunque agito direttamente e per apertura.
Nel secondo caso, portando la testa, l’incollatura e le spalle dalla parte delle anche, la redine ha rigettato queste dalla parte opposta: la testa, l’incollatura, le spalle hanno spostato le anche facendo loro opposizione: la redine ha dunque agito direttamente e per opposizione.
Insisto su queste espressioni, che debbono essere familiari al cavaliere.
La redine destra tirata verso destra fa girare il cavallo direttamente a destra.
Questa redine diretta è detta d’apertura quando è tirata verso destra e in avanti.
Questa redine diretta è detta d’opposizione quando è tirata verso destra indietro.
NOTA. – Per poter aprire il braccio completamente e facilmente, bisogna girare la mano, con le unghie rivolte verso l’alto. Affinché l’opposizione della testa, dell’incollatura e delle spalle si traduca più facilmente sulle anche, bisogna tirare la redine più in basso il possibile, cioè verso il punto dove si trovano le anche del cavallo;
3. La redine destra tirata a sinistra e in avanti alza la punta del naso del cavallo leggermente a destra facendo basculare la parte alta della testa a sinistra, in seguito l’incollatura si flette a sinistra e il suo peso si appoggia leggermente sulla spalla sinistra.
Ne risulta che:
Se il cavallo è in marcia, tutto il corpo segue con grande facilità la direzione presa dalla parte alta della testa e dall’incollatura, poiché il peso dell’incollatura, appoggiandosi maggiormente sulla spalla sinistra, porta il treno anteriore dalla parte in cui l’equilibrio è rotto;
Se il cavallo è fermo, poiché la flessione dell’incollatura è troppo debole per produrre il movimento dell’avantreno verso sinistra, il cavallo rimane immobile.
Riassumendo, il cavallo ha girato a sinistra sotto l’influenza della redine destra, cioè sotto l’influenza di una redine che, a prima vista, deve produrre la girata a destra. La redine destra ha dunque prodotto la sua azione in un senso contrario a quello che sembra naturale; ha agito contrariamente, in un modo contrario, a quello che era previsto, se si vuole, e non direttamente come precedentemente. Anziché chiamarla redine destra diretta, siamo autorizzati a chiamarla redine destra contraria;
4. La redine destra tirata a sinistra e indietro.
Si possono presentare due casi:
a) O la direzione della redine così tirata passa davanti alle spalle;
b) O passa dietro le spalle.
a) La direzione della redine tirata a sinistra e indietro passa davanti alle spalle.
La redine porta la punta del naso del cavallo a destra poi indietro, la testa segue la punta del naso, l’incollatura si curva a destra.
Il suo peso si appoggia completamente sulla spalla sinistra.
Ne risulta che:
Se il cavallo è in marcia, le spalle sono spinte indietro e a sinistra, mentre le anche sono rigettate indietro e a destra.
Il cavallo gira a sinistra più o meno stretto, perché le spalle cadono a sinistra e le anche vanno a destra;
Se il cavallo è fermo, gira sul posto a sinistra, non soltanto perché la spalla sinistra, fortemente sovraccaricata, è obbligata a gettarsi a sinistra e indietro, ma anche perché le anche, cedendo al movimento delle spalle che fanno loro opposizione, si portano verso destra.
Riassumendo, il cavallo ha girato a sinistra sotto l’influenza della redine destra, che non soltanto produce la sua azione in un senso contrario a quello che sembra naturale, ma opponendo inoltre le spalle alle anche, cioè agendo contrariamente e per opposizione.
E’ dunque razionale dare alla redine destra che produce questo doppio effetto il nome di redine destra contraria d’opposizione.
b) La direzione della redine tirata a sinistra e indietro passa dietro le spalle.
La redine porta la punta del naso del cavallo a destra, poi indietro; la testa segue la punta del naso, l’incollatura si curva a destra, il suo peso si porta completamente sulla spalla sinistra, la colonna vertebrale si curva tutta intera a destra.
Ne risulta che:
Se il cavallo è in marcia, le spalle sono rigettate verso sinistra così come le anche.
Il cavallo è dunque portato con tutta la sua massa verso sinistra, poiché le spalle cadono a sinistra e perché le anche vanno dalla stessa parte;
Se il cavallo è fermo, si produce un movimento analogo, poiché la spalla sinistra fortemente sovraccaricata è obbligata a portarsi a sinistra e in avanti, trascinando nel loro movimento le anche, alle quali la testa ha fatto opposizione.
Riassumendo, il cavallo si è portato verso sinistra, sotto l’influenza della redine destra che non soltanto ha prodotto la sua azione in un senso contrario a quello che sembra naturale, ma inoltre ha opposto la testa e le spalle alle anche.
E’ dunque razionale dare alla redine destra che produce questo doppio effetto il nome di redine destra contraria d’opposizione.
Così, la redine destra tirata a destra produce due effetti distinti a seconda che sia redine diretta d’apertura o redine diretta d’opposizione; tirata a sinistra ha prodotto tre effetti distinti a seconda che sia redine contraria o redine contraria di opposizione.
C’è dunque una somma di cinque effetti prodotti dalla stessa redine:
La girata a destra con la redine destra diretta d’apertura;
La girata a destra con la redine destra diretta d’opposizione;
La girata a sinistra con la redine destra contraria;
La girata a sinistra con la redine destra contraria d’opposizione;
La marcia o l’appoggiare verso sinistra con la redine destra contraria d’opposizione.
E’ assolutamente indispensabile conoscere questi cinque effetti di redini per condurre un cavallo; bisogna dunque che i nomi che sono stati loro dati dall’istruttore non possano produrre alcuna confusione nella mente dell’allievo, da cui la necessità di non parlare di una redine diretta e di una redine opposta, ciò che dà a intendere che la redine diretta non può agire per opposizione e che la redine opposta agisce sempre per opposizione.
Ci è parso più semplice adottare le espressioni redine diretta e redine contraria, che tutte e due possono agire per opposizione o senza opposizione. Da cui;
La redine diretta d’apertura;
La redine diretta d’opposizione;
La redine contraria;
La redine contraria d’opposizione.
Molto spesso anche gli istruttori si servono di una espressione falsa; e, così come hanno parlato della redine diretta d’apertura, parlano della redine contraria d’appoggio, dando in questo modo a intendere che la redine contraria produce la sua azione non in ragione della direzione della sua trazione, ma a causa della pressione che esercita sull’incollatura. Indicare questo grossolano errore sarà sufficiente per condannare una volta per tutte l’espressione redine contraria d’appoggio.
I cinque effetti prodotti dalla redine destra sono ugualmente e in senso inverso prodotti dalla redine sinistra, in modo tale che, se con la redine destra il cavaliere può girare a destra, a sinistra, più o meno stretto, e appoggiare a sinistra, può con la redine sinistra girare a sinistra, a destra, più o meno stretto, e appoggiare a destra.
Nell’istruzione, la vera maniera di far ben comprendere queste azioni è abituare ciascun cavaliere a condurre così il suo cavallo al passo con una sola redine.
Quando il cavaliere sarà arrivato a dirigere convenientemente il suo cavallo con una sola redine e con questa sola redine a farlo girare convenientemente a destra, a sinistra, a farlo camminare di traverso verso destra o verso sinistra, avrà dato la miglior prova che conosce perfettamente tutte le azioni.
NOTA. – Resta inteso che questa istruzione si deve dare su cavalli che cedono all’azione della redine. Se, in effetti, il cavallo si mette contro la redine resistendo alla sua trazione e di conseguenza tirando con la sua testa in una direzione opposta a quella della trazione della redine, l’allievo non può in alcun modo giudicare l’effetto prodotto, poiché esso è assolutamente contrario a quello che l’allievo attende.
L’esempio più convincente che si possa dare è quello del cavallo che resiste all’azione della redine destra diretta d’opposizione. Lottando contro questa trazione, getta il peso dell’incollatura sulla spalla sinistra, mentre tutta la colonna vertebrale è incurvata a destra, e da quel momento sfugge verso sinistra, invece di girare a destra, come farebbe il cavallo che, cedendo all’azione di questa stessa redine, avrebbe tutto il peso dell’incollatura incurvata a destra appoggiato sulla spalla destra.
Diremo più avanti come il cavaliere istruito distruggerà questa difesa del cavallo. Per il momento, accontentiamoci di far rilevare che non è assolutamente necessario che il cavallo, per avanzare in una qualsiasi direzione, guardi da quella parte, poiché nel caso che ci interessa è completamente incurvato a destra e guarda di conseguenza a destra, mentre tuttavia sfugge verso sinistra.

Accordo delle redini


Abbiamo appena studiato le azioni prodotte da ciascuna redine esaminata isolatamente. Nella pratica, nell’istruzione, per farle ben comprendere dal cavaliere, l’abbiamo messo nella necessità di condurre il suo cavallo con una sola redine, sia la redine destra abbandonando la redine sinistra, sia la redine sinistra abbandonando la redine destra. In questo modo le azioni della redine tenuta (destra o sinistra) non sono state contrastate, è vero, dalla redine sinistra o destra momentaneamente lasciata; ma quest’ultima non ha potuto venire in aiuto della redine che agisce, e le azioni di questa redine sono state indecise o troppo deboli.
Ci rimane da vedere come bisogna fare affinché le redini maneggiate insieme si aiutino senza mai contrastarsi. Le redini si contrastano quando l’azione della redine che agisce (destra o sinistra) sarà diminuita e anche annullata dalla redine sinistra o destra: le azioni delle redini sono allora in disaccordo.
Si aiuteranno quando l’azione della redine che agisce (destra o sinistra) sarà regolarizzata o anche fortificata dalla redine sinistra o destra; in questo caso, le redini s’accorderanno: saranno d’accordo.
Studiamo dunque come il cavaliere, tenendo una redine in ciascuna mano e producendo successivamente con la redine destra o sinistra i cinque effetti indicati sopra, dovrà agire con la redine sinistra o destra per non contrastare la prima, ma al contrario per regolarizzare l’effetto prodotto da quella e anche, in certi casi, per aumentarlo:
1. La redine destra diretta d’apertura dà la direzione verso destra, perché porta la punta del naso del cavallo a destra, poi la testa e un po’ l’incollatura.
2. La redine destra diretta d’opposizione produce la girata a destra, perché porta la punta del naso del cavallo a destra, poi la testa, poi l’incollatura che incurva più o meno decisamente da questa parte, portando il peso sulla spalla destra.
Affinché, in questi due casi, la testa possa andare verso destra o a destra, bisogna evidentemente che la redine sinistra non la solleciti a sinistra; bisogna dunque che ogni trazione di questa redine cessi, altrimenti l’azione della redine sinistra contrasterebbe quella della redine destra.
E affinché il cavallo prenda bene la direzione che la redine destra gli vuole dare, affinché non giri più stretto di quanto la redine indica, quello che succederebbe se la testa del cavallo si portasse più del necessario verso destra, se successivamente l’incollatura si incurvasse troppo a destra, bisogna in modo assoluto che la redine sinistra regoli il movimento della testa limitando la sua inclinazione verso destra.
Riassumendo, per non contrastare l’azione della redine destra, la redine sinistra deve dapprima cessare ogni azione; poi, per regolarizzare l’azione della redine destra, la redine sinistra deve riprendere la sua azione nel punto esatto in cui è necessario per limitare l’effetto prodotto dalla redine destra. Mentre la mano destra, che tiene la redine destra, si porta in avanti o indietro, aprendosi più o meno a destra, con le unghie rivolte in alto, la mano sinistra, che tiene la redine sinistra, deve portarsi più o meno in avanti e in basso in modo da permettere alla testa di cedere alle sollecitazioni della mano destra limitando la sua obbedienza al punto voluto.
E’ a questa espressa condizione che l’accordo della redine sinistra esisterà con la redine destra diretta d’apertura o d’opposizione.
Fare come fanno continuamente molti cavalieri vigorosi, reputati abili, come un gran numero di istruttori lasciano fare ai loro allievi, cioè portare la mano sinistra a destra mentre la mano destra produce con la redine destra l’effetto diretto d’apertura o d’opposizione, è semplicemente assurdo, poiché la redine sinistra così tirata a destra tende a portare la testa a sinistra, a incurvare l’incollatura a sinistra e conseguentemente a produrre il contrario di quello che la redine destra si propone di fare.
3. La redine destra contraria dà la direzione verso sinistra, perché alzando la punta del naso a destra, fa basculare la parte alta della testa a sinistra e dà il piego dell’incollatura da questa parte.
Per non contrastare questo effetto della redine destra regolandola, dapprima la redine sinistra deve cedere, poi arrestare la sua cessione al punto voluto affinché tutta la testa non si porti verso destra, ciò che produrrebbe l’incurvatura dell’incollatura a destra e, di conseguenza, come risultato, sia la girata a destra, sia la girata a sinistra più stretta e anche l’appoggiata verso sinistra.
Riassumendo, mentre la mano destra che tiene la redine destra si porta a sinistra, in avanti e in alto, la mano sinistra che tiene la redine sinistra deve portarsi in avanti in basso, in modo da permettere alla punta del naso di cedere alle sollecitazioni della mano destra limitando la sua obbedienza al movimento di basculamento della parte alta della testa a sinistra.
4. La redine destra contraria d’opposizione produce la girata a sinistra o la marcia appoggiando verso sinistra, perché porta la punta del naso del cavallo a destra, poi la testa, poi l’incollatura che incurva più o meno fortemente da questa parte portando il peso sulla spalla sinistra.
Per non contrastare questo effetto della redine destra regolandolo, la redine sinistra deve dapprima cedere, poi interrompere la cessione al punto voluto affinché la testa del cavallo non si porti più del necessario verso destra. Ma questo movimento regolatore della cessione della redine sinistra non è sufficiente: bisogna in seguito che la redine sia tirata indietro a sinistra in una direzione assolutamente simile a quella presa dalla redine destra, per contribuire, mantenendo il peso dell’incollatura sulla spalla sinistra, a trascinare le spalle del cavallo da questa parte.
La redine sinistra produce qui tre effetti distinti in rapporto alla redine destra: 1. permerre l’obbedienza della testa e dell’incollatura alla sollecitazione della redine destra; 2. regola questa obbedienza limitandola; 3. aumenta l’effetto prodotto dalla redine destra.
Mentre la mano destra, che tiene la redine destra, si porta a sinistra e più o meno indietro, la mano sinistra, che tiene la redine sinistra, deve dapprima portarsi in avanti, poi tirare indietro a sinistra nella stessa direzione della mano destra.
Fare come fa un buon numero di cavalieri, cioè portare le due mani indietro a sinistra senza preoccuparsi di sapere da quale parte l’incollatura è girata e su quale spalla appoggia il suo peso, è non soltanto provare che non si dubita della combinazione delle azioni delle redini, del loro accordo, ma è soprattutto mettere il cavallo ugualmente tirato contemporaneamente dai due lati nell’assoluta impossibilità di rispondere ad azioni che sono contrarie, se non indietreggiando, impennandosi; in una parola è provocare nel cavallo più sottomesso tutte le difese che si possono immaginare.
Insomma, e per concludere, l’accordo delle redini esisterà quando:
1. Nelle girata a destra con i due primi effetti della redine destra diretta d’apertura o d’opposizione, il polso destro si porterà in avanti o indietro, aprendosi più o meno a destra, mentre il polso sinistro si porterà in avanti per cedere con la redine sinistra fino al punto voluto, e inversamente nella girata a sinistra;
2. Nella girata a sinistra (3° effetto) con la redine destra contraria, il polso destro si porta a sinistra, in avanti e in alto, mentre il polso sinistro si porterà in avanti e in basso per cedere con la redine sinistra fino al punto voluto;
3.Nella girata a sinistra o nella marcia in appoggio verso sinistra (4° e 5° effetto) con la redine destra contraria d’opposizione, il polso destro si porta a sinistra e più o meno indietro, mentre il polso sinistro si porterà dapprima in avanti per cedere con la redine sinistra fino al punto voluto, poi indietro, a sinistra; e inversamente nella girata a destra o nella marcia in appoggio a destra.
Nei tre primi effetti, il movimento del polso sinistro ha come scopo dapprima di permettere l’azione della redine destra, in seguito di regolarla.
Nei due ultimi effetti, ha come scopo di permettere l’azione della redine destra regolandola, e poi di aumentarla.
Maneggiate in questo modo, le redini saranno in accordo. L’una sarà agente, l’altra regolerà sempre e talvolta aumenterà l’effetto della prima.


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mercoledì 23 gennaio 2008, 9:14
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