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 ..rilascio della pressione... 
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Sono d'accordissimo. Sono stra-convinta che le transizioni si possano fare tutte solo di assetto (con Pascal gli alt dal galoppo li facevo davvero solo d'assetto! Lui era incredibile e sensibilissimo da quel lato. Con Rauti non ancora).
Ma ad esempio, un movimento laterale? Parlando di dressage (in cui la flessione del collo é richiesta in una appoggiata), specificatamente?
[Ovvio che con flessione intendo il cavallo che cerca il contatto in avanti e lateralmente, non la mano interna che tira per portare la bocca verso di sé!!!]

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lunedì 28 maggio 2007, 10:38
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Pascal ha scritto:
[Ovvio che con flessione intendo il cavallo che [i]cerca[/i] il contatto in avanti e lateralmente, non la mano interna che tira per portare la bocca verso di sé!!!]


Esattamente.

La scuola western chiede la flessione cercando quello che in gergo si chiama "punto di rilascio" ovvero il punto in cui il cavallo, dopo un lavoro specifico in circolo, pone il naso, portando in flessione il collo, mantenendo naturalmente la posizione, senza ulteriore richiesta del cavaliere, durante il circolo.

Quando si ottiene questo, si inizia a chiedere il movimento laterale uscendo dal circolo, e mantenendo la flessione.


lunedì 28 maggio 2007, 11:02
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Questo é interessante... quale sarebbe il lavoro specifico? Il cavallo quindi mantiene la flessione anche del collo solo con la gamba interna presente, diciamo?

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lunedì 28 maggio 2007, 11:05
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Esattamente...

Il cavallo lavora in circolo ed io gli chiedo un buon lavoro in impulso, e quando sento che la flessione del collo si mantiene senza più doverla richiedere, agisco con la gamba interna, chiedendo, di fatto una cessione in uscita dal circolo.


lunedì 28 maggio 2007, 11:10
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Pascal ha scritto:
Beh, io credevo che Nika parlasse specificatamente della mezza fermata...

E' ovvio che mani e gambe vadano usati assieme per fare certi esercizi... come si fa a fare un'appoggiata, ad esempio? Devi per forza chiedere la flessione del collo con la redine interna, la flessione del costato con la gamba interna, il movimento laterale con la gamba esterna...e la mano esterna che sí accompagna, ma tiene comunque un contatto...


Mica tanto ovvio... se seguiamo il principio che un aiuto è una richiesta, che l'obiettivo da ottenere che la risposta alla richiesta sia istantanea, e che appena ottenuta la richiesta la pressione deve essere rilasciata, ci si accorge che la durata della pressione è - idealmente - brevissima; che segue un'altrettanto breve rilascio totale, e immediatamente dopo viene ristabilito il contatto (quella pressione così leggera che non segnala niente: è "neutra").

Mi rendo conto che la cosa è leggermente sconvolgente, ma è questo che McLean dice nell'articolo "Principio dell'esclusività", il vecchio "mano senza gamba, gamba senza mano". Il fatto che usualmente questa cosa non venga affatto insegnata è un altro discorso.

In pratica, gran parte degli aiuti che diamo sono troppo prolungati, e quindi si sovrappongono, mentre noi dovremmo darli brevissimi e in sequenza.

Interessante (e fonte di riflessione) il fatto che gran parte dei "conflict behavior", dei comportamenti di conflitto (ribellioni, resistenze, fughe, blocchi ecc), nascerebbero, secondo McLean, proprio dal sovrapporsi di aiuti contradditori. In genere vengono chiamati "capricci", e come tali puniti. :(

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lunedì 28 maggio 2007, 12:09
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Posso fare una domanda un po' OT a Nicola?
hai forse letto i libri di Giancarlo Mazzoleni?? (da equitare cn sentimento agli opuscoli su passo, trotto, galoppo, lavoro alla corda...)
se si, che ne pensi??? si parla forse di questi argomenti (rilascio della pressione, come utilizzare gli aiuti, etc....?)

(non è solo x Nicola, per chiunque li abbia letti...) :wink:

Avreste eventualmente da suggerire altre fonti (oltre a McLean che dice Alex)?
Grazie :wink:


lunedì 28 maggio 2007, 12:39
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Alex, c'è un problema di fondo...

Un aiuto "intermittente" o "ritmico", per un cavallo con un minimo di addestramento, corrisponde ad un messaggio del tutto differente da un aiuto prolungato nel tempo.

Per sgombrare il campo da equivoci sto dicendo "prolungato" e non "continuo". L'aiuto continuo può effettivamente rendere il cavallo sordo agli aiuti, ma non è questo il caso.

Faccio un esempio. Galoppo lento: il nostro cavallo esegue un galoppo lento e cadenzato grazie all'aiuto ritmico del nostro assetto che crea, con un'azione del bacino (ovviamente non solo del bacino) una richiesta di propulsione in avanti, e, se cerchiamo anche una "verticalità" del movimento, associamo una ritmica pressione della gamba (e non della coscia!!)

Se invece chiedo una cessione, la richiesta va posta, con le ovvie sfumature di intensità, in maniera continua fino a completa esecuzione.

Faccio una domanda a Nika, per chiarirmi le idee. Che genere di lavoro svolgi a cavallo, e con quali finalità ed obiettivi?

Non prenderlo come un interrogatorio, è solo una maniera per "tarare" i miei interventi sul tipo di "obiettivi" di cui si parla.


lunedì 28 maggio 2007, 12:43
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India, sì, leggo e chiacchiero con Mazzoleni da qualche anno ormai, e sì, parla espressamente di richieste e di pressione, ma lascio alla tua personale lettura ogni interpretazione delle sue parole.


lunedì 28 maggio 2007, 12:45
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Il prossimo argomento (sono tutti collegati fra di loro, ma forse è meglio aprire un topic apposito) è quello del "self-carrying", il mantenimento spontaneo della postura, andatura, direzione ecc. per vari secondi in assenza di qualsiasi aiuto.
Ne accennava anche Nicola qualche post fa.
Ovvio che questo cozza con l'idea che gli aiuti debbano essere qualcosa che accompagna continuamente il cavallo, passo per passo. Ma forse si tratta semplicemente di stabilire un codice di comunicazione con il cavallo, e poi di attenervisi con coerenza. Potrebbe essere inoltre una questione di significato del nostro "muoversi insieme" con il cavallo: la sfumatura fra seguire il cavallo, muoversi in sincronia, e guidarlo attivamente potrebbe essere così sottile da essere difficilmente esprimibile a parole.

In conclusione: a me piace un cavallo MOLTO "self-carrying"! Per ora, io mi sforzo di seguirlo, più che guidarlo. Al momento, il cavallo sa come muoversi molto meglio di come gli suggerirei io di fare.

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lunedì 28 maggio 2007, 13:29
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Alex, infatti, stiamo usando lo stesso vocabolario per due lingue diverse. Il mio, che é un cavallo da dressage, DEVE essere in self-carriage. Questo é uno dei principali requisiti per un cavallo da dressage! Che si porti, da solo. Ma se gli chiedo un'appoggiata, devo guidarlo con la redine interna, perché se la mollo a metá appoggiata lui perde la flessione dopo tre tempi (e la mia appoggiata diventa una specie di cessione alla gamba). Mi capisci? Ma come dicevo con Nicola, questo contatto non significa tirare verso di me!! Significa (o dovrebbe significare) indirizzare il naso del cavallo nella direzione in cui voglio andare: in avanti e di lato.

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lunedì 28 maggio 2007, 13:38
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allora il mio lavoro a cavallo è sempre finalizzato a migliorare il cavallo (oltre che me) non posso dirti un obiettivo perchè non so neanche io cosa si potrà fare con il mio attuale equino avendo già 14 anni....cmq per darti un'idea sto lavorando per esempio su traver, spalla in dentro, galoppo rovescio e sul salto con vari esercizi...il lavoro che faccio io cmq è lo stesso di chi poi vuole insegnare al proprio cavallo a fare piaffe o piroetta al galoppo o tempi tempi il problema è il cavallo; posso anche insegnare a trottare sul posto al mio cavallo ma nn sarà certamente piaffè come si deve quindi diciamo il mio obiettivo è arrivare ad insegnare tutto il possibile al cavallo..poi vedremo dove arrivo..principalmento con questo la prima cosa era insegnare ad appoggiarsi e ancora bisogna lavorarci...
riguardo all'uso delle mani è ovvio che devo usarle per dire al cavallo fai la spalla in dentro piuttosto che nn so cosa...il problema è dei cavalli non mantengono i propri compiti da soli e pensano che l'interveno delle mani voglia dire rallentare o cose del genere...se faccio la spalla in dentro in circolo per esempio piazzo il cavallo con le mani e poi appoggio la gambae il cavallo esegue l'esercizio...
non è necessario chiedere al cavallo in continuazione quello che voglio..una volta piazzato il cavallo continua la spalla in dentro ( per esempio) fino a che nn chiedo altro cambiando la mia posizione...


lunedì 28 maggio 2007, 15:00
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ah nicola se quando parli di un cavallo che cade all'interno nel circolo credi di risolvere il problema mettendo la gamba interna per farlo allargare è sbagliato...un cavallo si raddrizza dalle spalle e solo con le mani puoi fare questo...se ad un cavallo che cade all'interno appoggi la gamba interna il cavallo metterà in pratica il naturale istinto di opposizione non risolvendo niente...al mio cavallo che aveva questo vizio mi facevano mettere la gamba interna...risultati zero....dopo che invece gli spostavo le spalle con le mani in due volte non ha più messo peso all'interno....(lo stesso vale per un cavallo che allarga)...anche per girare non servono le gambe...per il cavallo la gamba associata alle spalle è poco comprensibile...si usa sguardo, peso del corpo e le mani....


lunedì 28 maggio 2007, 15:12
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nika ha scritto:
ah nicola se quando parli di un cavallo che cade all'interno nel circolo credi di risolvere il problema mettendo la gamba interna per farlo allargare è sbagliato


Io leggo una certa, anche fastidiosa, supponenza in queste parole. Peraltro non mi risulta di aver mai scritto le parole che mi attribuisci.

[i]Se poi passiamo ad una equitazione appena più avanzata, ma appena un po', eseguendo un circolo, magari con un cavallo che, come moltissimi, cade di spalla nel cerchio, mani e gambe hanno duplici e triplici ruoli ciascuna. [/i]

Questa era la frase che ho scritto. Non so dove tu possa aver dedotto le tue, errate, conclusioni.

Peraltro non so quale grado di competenza e capacità tu habbia raggiunto, e nè conosco il tuo percorso che ha seguito il tuo istruttore. Tuttavia credo di poter affermare che ciò che leggo è, non volendo dire "discutibile", perlomeno parziale.


lunedì 28 maggio 2007, 15:45
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Se poi ti riferisci al discorso fatto con Pascal, l'argomento era "appoggiata" :wink:


lunedì 28 maggio 2007, 15:50
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ecco un altro difetto dello scrivere al computer il tono delle persone nn lo si può comprendere...la mia non è supponenza...te lo assicuro ma mi risulta difficile ( a volte anche per mancanza di tempo) scrivere sempre dei discorsi chiari....la frase che hai scritto sul cavallo in circolo io l'ho interpretata ( probabilmente male) con usare le gambe per non far cadere le spalle del cavallo verso l'interno o esterno... verso l'interno e ribadisco le gambe non hanno questa funzione (così mi è stato insegnato)...e ribadisco che credo sia difficile spiegare certe cose (almeno per me) scrivendo o capire leggendo senza poi il cavallo davanti...


lunedì 28 maggio 2007, 18:52
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