Messaggi senza risposta | Argomenti attivi Oggi è domenica 13 aprile 2014, 21:33



Rispondi all’argomento  [ 63 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2, 3, 4, 5  Prossimo
 CAVALLO IN MANO O CAVALLO TRA LE REDINI 
Autore Messaggio
Messaggio 
Clà ha scritto:

Nicola ha scritto:

Fate caso a quante volte un cavallo, col naso proteso in una direzione, muove le spalle nella direzione opposta.

Il mio, ogni tanto, lo fa e l'ho sempre interpretato come un piccolo "rifiuto" ad andare nella direzione che gli sto indicando con la redine e la gamba opposta... ma dopo un pò cede... lui è più grosso, ma io ho la testa più dura! [:D][;)]
Sbaglio ad interpretare così questo suo gesto?


Non sbagli, salvo nel caso che il cavallo abbia delle rigidità fisiche che lo impediscano.

La questione si concentra su come "risolvere" problemi come questo.

Ad esempio, nel western si lavora con la redine di apertura per portare il cavallo alla flessione interna del collo, individuando il suo "punto di rilascio". In questo modo si indirizza il naso del cavallo.
Per indirizzare le spalle si usa la redine d'appoggio, insieme alla gamba esterna (polpaccio).

Il tutto però dovrebbe essere eseguito in maniera "continua", non per singole parti, in modo da fornire comandi, se non contemporanei, comunque piuttosto fluidi.

La regola di base è che nel western la pressione va esercitata solo per ottenere un risultato. Appena ottenuto il risultato si elimina la pressione.

Per pressione intendo qualsiasi azione del cavaliere, di peso, di gamba, sulla bocca...


mercoledì 22 novembre 2006, 13:10
Utente

Iscritto il: lunedì 21 febbraio 2005, 15:07
Messaggi: 730
Località: Piemonte
Messaggio 
per quel che riguarda la MI,se la bocca è contratta,si contrae di conseguenza anche il collo,la schiena..insomma tutto il cavallo..quindi mi pare giusto partire dal decontrarre la bocca per poi avere il cavallo rilassato...

sulla MW non ne so molto,anzi..però mi viene da dire,avendo visto qualche cowboys,che anche il genere di imboccature son diverse e che quindi richiedono un lavoro diverso:ad es,per quel che ho visto io,molti usano morsi con leve piu o meno lunghe e quindi si devono usare le mani molto poco(x evitare di "infastidire"il cavallo con magari qualche "tirone" di troppo)e di conseguenza si usa tanto il proprio corpo...

con questo non voglio dire che tutti nella MW usano imboccature con leve e neanche che nella MI non si usa il corpo!quindi prendete il mio discorso sul generale[;)]
però è anche vero che nella MW nel fermare il cavallo col woah(o come si scrive[:p])il cowboy usa veramente tanto il corpo,e invece nella MI di solito non si fanno movimenti cosi accentuati!

quindi,per venire alla domanda di Nicola,ci sono punti in comune e punti non in comune,dettati dall'uso per cui sono nate queste diverse monte...


mercoledì 22 novembre 2006, 13:25
Profilo
Moderatore
Avatar utente

Iscritto il: venerdì 20 gennaio 2006, 15:25
Messaggi: 7901
Località: Piemonte
Messaggio 
Nicola ha scritto:

La regola di base è che nel western la pressione va esercitata solo per ottenere un risultato. Appena ottenuto il risultato si elimina la pressione.

Credo che in questo MW e MI siano simili. Quando il cavallo fa quello che gli sto chiedendo è inutile che io continui ad esercitare una pressione su di lui... Anche perchè, così facendo, non si corre il rischio di farlo diventare "sordo" a lungo andare?

_________________
Immagine


mercoledì 22 novembre 2006, 13:25
Profilo
Messaggio 
Harley ha scritto:

per quel che riguarda la MI,se la bocca è contratta,si contrae di conseguenza anche il collo,la schiena..insomma tutto il cavallo..quindi mi pare giusto partire dal decontrarre la bocca per poi avere il cavallo rilassato...

sulla MW non ne so molto,anzi..però mi viene da dire,avendo visto qualche cowboys,che anche il genere di imboccature son diverse e che quindi richiedono un lavoro diverso:ad es,per quel che ho visto io,molti usano morsi con leve piu o meno lunghe e quindi si devono usare le mani molto poco(x evitare di "infastidire"il cavallo con magari qualche "tirone" di troppo)e di conseguenza si usa tanto il proprio corpo...

con questo non voglio dire che tutti nella MW usano imboccature con leve e neanche che nella MI non si usa il corpo!quindi prendete il mio discorso sul generale[;)]
però è anche vero che nella MW nel fermare il cavallo col woah(o come si scrive[:p])il cowboy usa veramente tanto il corpo,e invece nella MI di solito non si fanno movimenti cosi accentuati!

quindi,per venire alla domanda di Nicola,ci sono punti in comune e punti non in comune,dettati dall'uso per cui sono nate queste diverse monte...


Beh, più ddel 50% dell'addestramento western si fa col filetto (a d o ad anelli).

Ed ogni volta che è necessario riprendere un cavallo, dopo un periodo di inattività, lo si lavora in filetto.

Ci sono tra l'altro gare riservate a cavalli montati in filetto (snaffle bit), e nel Pleasure molti cavalli vengono esibiti in filetto.


mercoledì 22 novembre 2006, 13:36
Utente

Iscritto il: lunedì 21 febbraio 2005, 15:07
Messaggi: 730
Località: Piemonte
Messaggio 
ok..allora come non detto[:D]
mi sa che ho beccato solo cowboys ignoranti(e il dubbio gia lo avevo)!


mercoledì 22 novembre 2006, 13:40
Profilo
Messaggio 
Harley ha scritto:

ok..allora come non detto[:D]
mi sa che ho beccato solo cowboys ignoranti(e il dubbio gia lo avevo)!


E' una disgrazia.....[:D]

Sergio Leone ha fatto un mucchio di danni!!


mercoledì 22 novembre 2006, 13:43
Messaggio 
mmmmmmmmm a me non risulta che nella monta inglese ci siano momenti in cui le spalle vanno da una parte e il muso dall' altra....ad esempio in una girata se il cavallo flette molto il collo e le spalle vanno all' esterno è sbagliato, come è sbagliato che il cavallo giri "guardando" all' esterno. forse non ho capito bene cosa volevi dire forse nicola...

cmq a proposito dei filetti nicola (non ti alterare come al solito eh!) che io sappia, e sono una perfetta ignorante in materia, quelli che nella monta americana si chiamano filetti, sono tutti molto sottili e quindi molto forti...cioè ,quello che per voi è un filetto da puledro io non lo userei nemmeno col cavallo con la peggiore delle bocche! perchè? non esistono filetti dolci nella monta western?


mercoledì 22 novembre 2006, 16:30
Messaggio 
trippi ha scritto:

mmmmmmmmm a me non risulta che nella monta inglese ci siano momenti in cui le spalle vanno da una parte e il muso dall' altra....ad esempio in una girata se il cavallo flette molto il collo e le spalle vanno all' esterno è sbagliato, come è sbagliato che il cavallo giri "guardando" all' esterno. forse non ho capito bene cosa volevi dire forse nicola...

cmq a proposito dei filetti nicola (non ti alterare come al solito eh!) che io sappia, e sono una perfetta ignorante in materia, quelli che nella monta americana si chiamano filetti, sono tutti molto sottili e quindi molto forti...cioè ,quello che per voi è un filetto da puledro io non lo userei nemmeno col cavallo con la peggiore delle bocche! perchè? non esistono filetti dolci nella monta western?


Ok...Alla prima domanda, dicendo che spesso, senza distinzione di tecnica equestre, il cavallo va con la testa da una parte e le spalle dall'altra, segnalavo un errore. Per cui hai ragione a dire che non è corretta una situazione simile. Io sottolineavo il fatto che il cavallo, in quelle condizioni, segue le spalle e non il suo naso.

Esistono eccome i filettoni da puledro nel western.
Per quanto riguarda quelli con cannone sottile devi sempre ricordare che il contatto con la bocca del cavallo è molto ma molto raro, e che quindi, l'osservazione che tu fai, per certi versi condivisibile, va rapportata al modo che nel western si fa dell'imboccatura.

Se il contatto che cerco, per quanto leggero, fosse costante, avresti perfettamente ragione! La differenza è nel "modo" in cui si usa il filetto.


mercoledì 22 novembre 2006, 17:15
Utente
Avatar utente

Iscritto il: lunedì 21 marzo 2005, 23:49
Messaggi: 1175
Località: svizzera
Messaggio 
Nicola ha scritto:

Aggiungo una cosa...

Craig Johnson, uno dei guru del reining, a proposito di uso delle redini dice:

"La redine d'apertura guida il "cervello" del cavallo, mentre la redine d'appoggio (l'esterna per intenderci) guida il suo corpo"

Di fatto, se è vero che il "motore" del cavallo è il suo treno posteriore, le spalle del cavallo sono il suo "volante".

Ed è proprio la conduzione delle "spalle" che nel western avviene "tra le redini".

Fate caso a quante volte un cavallo, col naso proteso in una direzione, muove le spalle nella direzione opposta.

Esiste una similitudine nella tecnica inglese?



nel dressage è anche così. l'appoggio lo si crea sulla redine esterna.
il cavallo in girata cerca l'esterna.
al galoppo è sempre l'esterna.

l'appoggio di cui si parla in dressage non significa che il cavaliere abbia un peso enorme in mano, ma bensì la stessa leggerezza che si ha a redini abbandonate.

se il cavallo è "morto" in bocca, bloccato o contratto, si deve sempre e comunque lavorare sulla decontrazione di essa, che non avviene con strattoni o altro, ma con un lavoro ben preciso che può avere diversi metodi di applicazione, ma come principio di base quello di fare in modo che il cavallo impari a stare sui suoi posteriori. solo una completa decontrazione della schiena permette una leggerezza nella mano, e dunque del treno posteriore.

per quel che riguarda le volte, circoli, cessioni, renvers e traverses, lavoro al trotto o galoppo, la redine interna serve unicamente, se solo se necessario per aiutare il cavallo, come redine di direzione attraverso la redine di apertura. Altrimenti, l'interna va a creare un secondo appoggio, meno importante per il lavoro ma importante per l'esecuzione delle figure e per l'equilibrio del cavallo.

quello che soprattutto influisce la correttezza del lavoro è l'assetto del cavaliere. Senza assetto niente cavallo.

in dressage qualsiasi spostamento avviene grazie all'azione delle gambe in primo luogo.il cavaliere deve stare "dietro" il cavallo e dargli ancora più libertà anteriore.

credo che una delle differenze più grandi nel lavoro, nel tipo di azioni ecc tra monta inglese e western, sia prorio legata al tipo di assetto che si ha.
le selle sono totalmente diverse, l'assetto western e quello inglese presentano molte differenze

_________________
perchè il mio cavallo è una zebra..e ne va fiero..


mercoledì 22 novembre 2006, 18:34
Profilo
Messaggio 
kimberley ha scritto:

[quote]

credo che una delle differenze più grandi nel lavoro, nel tipo di azioni ecc tra monta inglese e western, sia prorio legata al tipo di assetto che si ha.
le selle sono totalmente diverse, l'assetto western e quello inglese presentano molte differenze


Davvero, secondo te, è così differente l'assetto?

. [img]/public/uploaded/forum/Nicola/200611221808_wp2.jpg[/img] 97,46 KB


. [img]/public/uploaded/forum/Nicola/2006112218627_dressage.jpg[/img] 103,2 KB


mercoledì 22 novembre 2006, 19:09
Utente
Avatar utente

Iscritto il: lunedì 21 marzo 2005, 23:49
Messaggi: 1175
Località: svizzera
Messaggio 
io ho premesso sin dall'inizio che non so niente di western. so solo quello che ho visto.
Ed evidentemente non ho mai avuto occasione di vedere una persona montare bene.

comunque sia, invece di mandare solo due foto, spiegami il ruolo della posizione della gamba, la parte della gamba che agisce in uno o in un altro momento.
spiegami, perchÊ due foto non danno che l'istante. e per capire bene ciÔ che non conosco ho bisogno di comprendere il tutto.

_________________
perchè il mio cavallo è una zebra..e ne va fiero..


mercoledì 22 novembre 2006, 19:16
Profilo
Messaggio 
Allora....Piccola premessa. Domani sarò al politecnico di milano a fare un esperimento con il Dipartimento di Ingegneria Biomedica del Politecnico per verificare proprio similitudini e differenze tra angoli e movimenti dei vari stili di monta. Cercherò di rendere noti i risultati che deriveranno da questo studio.

Allora. Parliamo delle gambe.

Le gambe nel western lavorano in maniera molto simile alla scuola spagnola. Il contatto delle game con il costato non è costante. Procedendo in linea retta la "direzione" viene mantenuta con la punta dei piedi. Posizionando la punta del piede parallelamente al cavallo, gli adduttori automaticamente premono leggermente contro il tronco, e questo è sufficiente. Non si mantiene il contatto coi polpacci.

L'impulso di solito si da con chiamate ritmiche del polpaccio e del tallone. In generale la richiesta di impulso si effettua con entrambe le gambe insieme.

Ovviamente l'angolo caviglia ginocchio è tendenzialente molto ampio (come nel dressage).

Se vuoi in seguito potremo approfondire l'uso delle gambe nelle varie manovre


mercoledì 22 novembre 2006, 19:36
Moderatore
Avatar utente

Iscritto il: domenica 24 luglio 2005, 17:49
Messaggi: 5940
Località: Sciolze - To - Piemonte
Messaggio 
aumento un pochino le difficoltà.. tutte e due le monte parlano di bocca decontratta.. ma..
come si può "sapere" che la bocca è decontratta quando si ha "scarsa" esperienza(come sempre è una cosa da provare prima di capire, le parole non sempre spiegano esattamente)
quali tecniche si possono usare per raggiungere questo risultato in un cavallo giovane e in un cavallo traumetizzato?

visto sia la diversità del contatto, delle imboccature, dell'uso degli aiuti e soprattutto dell'impronta caratteriale del cavallo?

_________________
una gara la vinci quando arrivi al fondo..

...vivere è stupendo dispiacendo agli str***i...

..sono tua...

"..E bruci le suole anche se Non c'e' direzione Ma profumo di viole c'e' Tu cammina Nel sole sotto le costellazioni Siamo anime a milioni Che a pensarci c'e' da perdersi Tutti con la propria storia Un graffio dentro alla memoria..."


mercoledì 22 novembre 2006, 19:44
Profilo WWW
Messaggio 
Copio e incollo da un topic sull'assetto nella sezione western.

Assetto. Non è un optional per maniaci del purismo equestre o per eredi di rigide tradizioni militari. È invece una parola chiave se parliamo di efficacia, sicurezza, equilibrio in sella, indipendentemente dallo stile di monta utilizzato, dalla specializzazione e dagli obiettivi sportivi perseguiti.

A partire dai cultori delle passeggiate e ancor più del trekking, fino ai più convinti frequentatori dei campi gara, tutti coloro che vogliono ottenere da sé stessi e dal proprio cavallo prestazioni qualitative e prive di pericolo sanno che tutto dipende dalla correttezza dell’assetto. E attenzione, non esiste un assetto brutto ma efficace: la posizione canonica di gambe, busto, testa, braccia e mani, che molti ancora ritengono solo un vezzo estetico, soprattutto nel settore dell’equitazione western, è invece esattamente quella che permette l’ottimizzazione di tutte le azioni del cavaliere, l’unica che esalti al massimo l’effetto degli aiuti. Senza applicare quella specifica posizione, le gambe lavoreranno sul costato del cavallo in zone troppo o poco sensibili, procurandogli tensioni inutili o, viceversa, non ottenendo alcuna risposta da parte sua; mentre la mano si troverà alla distanza sbagliata dalla bocca, rendendo improbabile una corretta risposta alla sollecitazione dell’imboccatura.
Per l’allievo ai suoi primi esperimenti equestri l’assetto è soprattutto sinonimo di equilibrio. Per i trekker che affrontano molte ore in sella un buon assetto è l’unica vera speranza di evitare, alla fine della giornata, vesciche e micidiali dolori muscolari. Per chi si prepara all’agonismo, l’assetto da manuale serve a poter ottenere la massima libertà nel movimento di gamba e mano, in modo che sia possibile impartire al cavallo ordini precisi e tempestivi senza che ne risenta la sicurezza in sella.
In Europa la monta western è sempre stata considerata, del tutto erroneamente, un’equitazione in cui, per così dire, il fine giustifica i mezzi. Come dire che i suoi praticanti preferirebbero, secondo questa interpretazione, ottenere in un modo o nell’altro determinate prestazioni più o meno spettacolari dal proprio cavallo piuttosto che prestare attenzione all’eleganza in sella e alla precisione regolamentare dell’assetto. Invece, alla codificazione di un buon assetto western, come quello che oggi viene insegnato nelle migliori scuole di equitazione americana, si è giunti attraverso l’evoluzione di esigenze sportive e di lavoro ben precise. Dietro ci sono l’esperienza di molti istruttori e l’istinto di altrettanti cowboy, impegnati a trovare il modo più comodo e pronto di lavorare a cavallo. E ci sono una serie di studi medico-fisici sul complesso sistema di leve e di forze messe in pratica da ossa, muscoli e tendini del cavaliere, a sottolineare l’importanza del fatto che gli angoli formati dalle varie parti della gamba e dal busto siano di una certa entità piuttosto che di un’altra.
Una buona posizione rende sicuri ed elastici. Aiuta ad ammortizzare, a inserirsi nel movimento del cavallo e a cavarsela anche se questo non è esattamente comodo come una poltrona Frau. Permette di rilassare tutti i muscoli e di utilizzarli solo al momento opportuno perché l’equilibrio in sella non è ottenuto con la forza ma tramite una combinazione di leggi fisiche che coinvolgono gambe, testa e busto. E naturalmente aiuta il cavaliere a tranquillizzarsi e concentrarsi, perché elimina la fatale preoccupazione di cadere che lo rende rigido e inefficace.
Gli angoli proibiti
Un buon assetto è una questione anzitutto di geometria: e per quanto riguarda la posizione di gamba e piede, che del buon assetto è la base, in particolare di angoli, alcuni obbligatori, altri proibiti. Vediamo.
Innanzitutto è necessario accertarsi che le staffe siano state regolate entrambe in maniera corretta. Ovviamente devono avere identica lunghezza . Chiunque osservandoci stando di fronte al cavallo può assicurarsene. Ma quale dev’essere questa lunghezza? La prima prova consiste nel sollevarsi sulla sella: se la manovra ci permette di rimanere eretti in buon equilibrio e siamo rilevati dal seggio circa quattro dita, allora la lunghezza della staffa sarà presumibilmente quella giusta. In caso contrario perderemo parzialmente l’equilibrio spostando il busto in avanti o all’indietro e le gambe in senso contrario al busto, e quasi non ci staccheremo dalla sella, oppure ci alzeremo fin troppo.
Poi, una volta ben seduti nel centro del seggio, potremo verificare ulteriormente, ancora una volta con l’aiuto di qualcuno che ci osservi da terra, se gli staffili inseriti nel fender sono regolati correttamente. Lasciamo cadere naturalmente le gambe nelle staffe: se la posizione è corretta, esse dovranno acquisire della parte che dall’anca va al ginocchio un’inclinazione tale da inserirsi correttamente al centro del quartiere della sella. La seconda parte della gamba, dal ginocchio alla caviglia, nell’assetto corretto dovrà mantenere la stessa inclinazione in direzione opposta, e formare quindi, a livello del ginocchio un evidente angolo ottuso.
È al contrario convinzione di alcuni cavalieri western che la staffa debba essere tenuta lunghissima, e la gamba di conseguenza debba rimanere praticamente dritta, senza che alcun angolo sia segnato a livello del ginocchio. Questo errore porta alla compromissione dell’intero assetto, perché durante il movimento la gamba si sposterà in avanti e il busto indietro, dando luogo al difetto più diffuso in chi ha scelto la sella con il pomolo.
Un altro angolo importante, questa volta acuto, è quello che, in un assetto corretto, si forma a livello della caviglia. Anche in monta western, come nell’equitazione classica, l’unico modo di rimanere sempre in equilibrio sulla staffa è quello di portare il piede il più possibile parallelo al costato del cavallo, infilato nella staffa circa fino a metà suola, con il tallone nettamente più basso rispetto alla punta del piede. È evidente che anche questa posizione sarà resa molto difficoltosa o addirittura impossibile se la lunghezza degli staffili risulterà eccessiva o insufficiente. Se infatti la gamba non sarà correttamente piegata al ginocchio, ovvero se le staffe avranno una lunghezza eccessiva, il piede rimarrà parallelo al terreno, nella migliore delle ipotesi, e addirittura con la punta più bassa del tallone nella peggiore. A questo punto il cavaliere avrà ben poche chance sia di poter utilizzare una corretta pressione del polpaccio per impartire ordini, sia di rimanere in sella al primo scarto o alla prima sgroppata del proprio compagno. Ne risulterà inoltre impossibile un uso calibrato dello sperone, perché le gambe potranno funzionare solo tramite scomposte sgambate. Infine sarà facile perdere una staffa al minimo sbilanciamento laterale del corpo.
Al contrario, se le staffe saranno troppo corte, lo sforzo per mantenere la punta più in alto del tallone sarà eccessivo e difficilmente l’allievo potrà non irrigidirsi.
Rigorosamente vietati, invece, gli angoli “frontali”, in particolare quello formato dalle gambe del cavaliere con il corpo del cavallo quando questi abbia la tendenza a stare seduto in sella “stravaccato” come in poltrona. In quel caso le gambe non cadranno ben aderenti al costato dell’animale, unica posizione in cui la loro azione può avere efficacia, ma al contrario staranno staccate in maniera evidente: è un altro errore molto diffuso in chi applica una monta western mediata direttamente dai film di cowboy, ma è bene ricordare che non necessariamente i divi di Hollywood erano provetti cavalieri…
Off limits anche l’angolo che si forma tra piede e costato, questa volta su un piano perpendicolare al corpo del cavaliere, quando l’allievo tiene le punte dello stivale nettamente rivolte all’esterno. Questa posizione non permette di calibrare l’uso dello sperone o anche del solo tallone: entrambi finiranno per sollecitare continuamente e involontariamente l’animale fino a renderlo parzialmente insensibile e a rendere necessarie azioni di gamba sempre più forti e scomposte perché egli esegua gli ordini tramite queste impartiti.
Passando ora dagli angoli alle linee, la posizione della gamba di un cavaliere è corretta se una retta immaginaria che parte dalla punta dell’anca cadrà perpendicolare a terra sfiorando il tallone (e poi, prolungandosi verso l’alto, arriverà alla punta della spalla e infine al centro della testa); o, analogamente, se un segmento parallelo al primo, nascendo dal ginocchio arriverà più o meno alla punta del piede. Stando in sella, non è facile rendersi conto se si è corretti valutando la retta anca-tallone, ma è molto più semplice capirlo immaginando il segmento ginocchio-punta del piede. Facciamo in questo modo: mantenendo la testa in posizione abbastanza eretta, abbassiamo appena gli occhi verso le nostre ginocchia, prima l’una e poi l’altra. Se scorgeremo appena la punta dello stivale, con buone probabilità la posizione della nostra gamba e del piede sono quelle ottimali.


mercoledì 22 novembre 2006, 20:35
Moderatore
Avatar utente

Iscritto il: venerdì 20 gennaio 2006, 15:25
Messaggi: 7901
Località: Piemonte
Messaggio 
[xx(] Qualcuno mi fa un riassunto? [B)][:D]

_________________
Immagine


giovedì 23 novembre 2006, 12:47
Profilo
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Rispondi all’argomento   [ 63 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2, 3, 4, 5  Prossimo

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 0 ospiti


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  

Powered by phpBB © 2000, 2002, 2005, 2007 phpBB Group.
Designed by STSoftware for PTF.
Traduzione Italiana phpBB.it
phpBB SEO