Bè, devo dire che quando riferirò questa discussione nel forum internazionale che frequento adesso, ne saranno entusiasti!
Non mi illudo affatto che chi ha risposto a questo topic sia un "campione rappresentativo" dell'equitazione italiana in generale, ma lo stesso..... BRAVI!

Alex sono d'accordo con te i cavalli a due anni non sono abbastanza formati. Io credo che si possa cominciare a fere qualhe gioco da terra intorno ai due anni, si può iniziare un molto blando lavoro alla corda e da terra, principalmente al passo e al trotto, a tre anni e solo per insegnare le nozioni fondamentali e rendere più veloce la sucessiva doma, che dovrebbe avvenire intorno ai quattro anni. Il primo anno sarà speso a insegnare i comandi fondamentali e a lavorare sul cavallo, quindi , secondo me, niente gare e lavoro in sella principalmente al passo e al trotto. Poi si possono aumentare le sessioni di lavoro gradualmente in modo da far esordire il cavallo in gara intorno ai 5 anni, 5 anni e mezzo.

Concorderei su tutto....Se non ci fossero persone che di equitazione "ci vivono".

Si infatti mi sono dimenticato di dire che questo è quello che ritengo un percorso ideale e che allo stato attuale delle cose è difficilmente realizzabile per problemi principalmente economici. Grazie dell'appunto.

io non mi reputo una domatrice ne addestratrice...
sto provando a insegnare alla mia puledrina shetland che va per i 3, tanto per giocare...
faccio 5-10 minuti di corda una massimo 2 volte a settimana, ha imparato il significato dello schiocco della lingua, del micio, del "passssooo" e del "vieni qui!" ahahahah

le prime volte avevo il problema che si buttava a terra alla minima richiesta, ho sospeso il tutto per un pò, ed ora non lo fa più! (a parte rari casi, l'altro giorno ha dato spettacolo ribaltandosi sul cordolo della pista ciclabile, ci si voleva stender sopra ma si è solo ribaltata dall'altra parte...)

Nicola e Shyboy. State affermando che certa parte del professionismo che ruota intorno al mondo dei cavalli deliberatamente, per motivi di interesse economico personale, agisce contro il loro benessere?

Strano... in equitazione non c'è uno che non giuri che la sua "stella polare" è il benessere del cavallo.

Chi è che mente sapendo di mentire, quando dice che non fa altro che pensare al benessere del cavallo?

tutti i proprietari che pagano i cavalieri per portare i cavalli nei circuiti dei cavalli giovani e che spingono perchè vincano. Tutti i cavalieri che sono costretti dai proprietari a seguire quella strada pur di mangiare e prima fra tutti la FISE e l'UNIRE che organizzano i circuiti a partire dai quattro anni. Tutti questi mentono sapendo di mentire e purtroppo questa è la realtà dei fatti non si può far finta di non vedere. Se un proprietario mi porta un tre anni da domare e addestrare perchè sia pronto per la stagione dei quattro anni io posso solo informalrlo dei rischi che il cavallo può correre, ma poi o non mangio o gli addestro il cavallo. Questo è il problema che hanno i professionisti e solo dei privilegiati possono rifiutarsi di farlo (vedi G N).

Bè, questo sarà fare compromessi (fare compromessi è inevitabile per qualsiasi professionista) ma non è mentire.

Mente chi sostiene una cosa sapendo che è falsa... mente chi difende una pratica che sa dannosa per il cavallo, e la propone come vera anche a chi il proprio cavallo non vorrebbe danneggiarlo.

Se un cliente chiede che il suo cavallo sia preparato per fare agonismo pesante a quattro anni, capisco che un addestratore non possa che accettare l'idea... magari a malincuore... informando dei rischi.
Ma: chi organizza le gare dei quattro anni? Chi alimenta l'aspettativa del proprietario? Non sono forse professionisti dell'equitazione? Quale proprietario insisterebbe per far preparare un cavallo alle competizioni per cavalli giovani, accettando il rischio di rovinarlo, se.... queste competizioni non esistessero, perchè il codice etico FEI, invece di essere stato scritto per bellezza, sarebbe stato applicato dalle organizzazioni che alla FEI sono affiliate?

Articolo 2 del Codice di Condotta FEI:
"The well being of the horse shall be above the demands of breeders, trainers, riders, owners, dealers, organizers, sponsors or officials." ossia: "Il benessere del cavallo deve prevalere sugli interessi degli allevatori, addestratori, cavalieri, proprietari, venditori, organizzatori, sponsor o funzionari".

Non l'ha mica scritto il WWF. L'ha scritto la FEI. Come la mettiamo?

E parliamo solo di equitazione.... dovessimo parlare dell'ippica...

L'alternativa è semplice: meno proclami etici, più pragmatismo, ammettere che l'equitazione è (per certi aspetti) un sistema per fare soldi sfruttando la voglia di divertirsi delle persone... facciamo prima, e risparmiamo molto tempo sprecato in chiacchiere inutili.

L'importante è che quando un proprietario RIFIUTA di aderire alla logica commerciale dell'equitazione, gli si dica sinceramente come stanno le cose. PAGA per saperlo.

Io sono d'accordo con te e se mai dovessi diventare un addestratore continuerò a sostenere che i circuiti non vanno bene, ma la verità è che la protesta dovrebbe venire dai proprietari per essere ascoltata, mentre nella maggior parte dei casi sono proprio loro a spingere perchè i cavalli gareggino e vincano in modo da rientrare dei soldi e da potre vendere a prezzi più alti, pur sapendo quali sono i rishi. Come al solito in Italia (in tutti i campi) si privilegiano sempre le scelte economicamente vantaggiose nel breve periodo, senza pensare che tali scelte si rivelano infruttuose sul lungo o che altre scelte potrebbero portare guadagni maggiori, certo con un rischio leggermente maggiore.
Ma chi è che davvero non sa che i circuiti fanno male ai cavalli? è stato detto in tutte le salse e da tutti, ci sono giornali sui cavalli che lo scrivono continuamente, allevatori che protestano.. Siamo davvero convinti che il problema sia una scarsa conoscenza e non mera ipocrisia?
Hai ragione bisognerebbe ammettere che l'equitazione in certi ambiti è fatta per guadagnare, ma come potrebbe essere diversamente se dei professionisti devono viverci. SOno le istituzioni che dovrebbero vigilare affinchè tali guadagni siano otenuti nel rispetto del benessere fisico e psichico dei cavalli, ma ancora una volta in Italia ciò non avviene e qui si ritorna sui soliti discorsi sull'inefficienza della Fise e dell'UNIRE.

Grazie Shyboy... penso che possiamo chiudere questa parte OT... e ritornare al punto da cui abbiamo deviato: quattro anni, quindi, orientativamente, per montare, se si vuole essere più che tranquilli, addirittura cinque.... e poi, ovvio prerequisito se no casca il palco... montare bene, mi raccomando.

Ho fatto una breve incursione nella sezione MW... e ho letto il topic Futurity.

Scoraggiante... altro che tre quattro cinque anni, il lavoro comincia a 18 mesi...

Esatto, 18 mesi.

Il cavallo da futurity gareggia durante il suo terzo anno di vita.

Ed è anche, come si sta cercando di fare, perfettamente inutile aprire il futurity ai cavalli di 4 anni; il trainer considererà solo di poter disporre di un anno in più per perfezionare l'addestramento del puledro.

La ragione è ovviamente di ordine economico, di ritorno del proprio investimento. Un cavallo che, comprato per 10 mila euro a sei mesi, entro il quarto anno si piazza in un futurity nazionale, può decuplicare il suo valore, in soli tre anni.

Dopo di che, probabilmente, tra i 4 ed i cinque anni il puledro in questione parteciperà al derby ed al maturity, e si ritroverà semi pensionato, salvo rare apparizioni ai weg o in shows particolari, già verso i sette anni, e se è stallone, continuerà a far guadagnare il suo proprietario con le monte.

E ancora, invito chi ne ha voglia a dare un'occhiata ai cavalli da futurity soprattutto statunitensi: a due anni sono già delle montagne di muscoli; per quanto precoci possano essere.......ci siamo capiti!

Un quarter horse, per le sue caratteristiche fisiche e di sviluppo, in media potrebbe cominciare a portare la sella dopo aver compiuto i tre anni, ma non c'è modo di costringere allevatori e trainers a non metterlo in lavoro prima.

OK... grazie della franchezza... un perfetto caso di MPOH, nella mia "classificazione dei punti di vista equestri"... Money + Performance Oriented Horsemanship.
punti-di-vista-topic-lunghissimo-vi-ho-avvisati-t6808.html

Sono stato oggetto di ironie pesantucce per quel topic... chissà... forse non era proprio una boiata pazzesca.

L'analogo equino delle follie del body building umano... con la differenza che l'uomo può scegliere liberamente se devastare il suo fisico e il suo metabolismo.

Perfettamente inutile ogni tentativo di colloquio che abbia a che fare con il benessere del cavallo. Mondi diversi.

Ne ho sentite di carine anche a proposito dei poveri Gaited Horses...

ieri pomeriggio, stavo per uscire ma son rimasto bloccato davanti la tv, era in programma un documentario sui cavalli arabi di quelli seri di quelli "brutti", i siriani: allevati dalle tribù dei beduini secondo le severissime regole tradizionali del Corano, dove si privilegia la funzionalità alla bellezza...i puledri vengono montati ai 18 mesi forse prima...poi fanno in progressione gare di velocità sui 5.000, 10.000, 15.000 metri, per finire partecipano ad una gara di resistenza sui 130 km nel deserto, pare che siano particolarmente longevi ed esenti da tare agli arti...questo in verità ho visto e sentito a geo&geo.

...per la felicità di Alex molti puledri sono montati senza sella e senza imboccatura...non si vedeva ma credo che siano anche senza ferri.