Francesco dove sei?
Il defunto equino era un pò più rigido a mano destra, nel senso che non fletteva il collo come avrebbe dovuto e come faceva a mano sinistra, per cui non avendo voglia di litigare con lui e/o di sottoporlo ad un lavoro che non avrebbe sopportato ho deciso di fare in un’ altra maniera.
Ho cominciato ad attirare la sua attenzione allungando uno zuccherino a fianco della testa, restando in sella. Questo avveniva generalmente alla “fine” del lavoro che per lui nei primi mesi del lontano 2003 consisteva in riscaldamento al passo, un pò di trotto a redini lunghe sempre alternato a passo.
Ripetevo questo al massimo 3/4 volte ogni volta che lo montavo, da ambo le parti.
Dopo qualche tempo il vecchio era notevolmente più morbido e si piegava meglio, sul collo erano comparsi i primi muscoletti.
Lo chiamavo per nome, lui si fermava e girandosi prendeva il suo “premio”. La cosa lo ha reso attentissimo alla mia voce.
Non nascondo che questo negli anni è tornato assai utile in certi frangenti, dall’incontro inaspettato con un trattore all’attraversamento di una strada trafficata, al restare indifferente durante una rievocazione storica tra fucili e cannonate.
Di contro questa cosa lo stava convincendo che ogni volta che cercavo qualcosa in tasca si doveva fermare per prendere lo zucchero, mentre magari stavo solo cercando il fazzoletto.
Eggià. Succede anche alle migliori famiglie.
Per un periodo non gli ho più dato nulla, fatta eccezione per qualche ricompensa dopo una sua grande prova di coraggio per aver attraversato la roggia mostruosa con il fondo nero o la griglia in fondo alla stradina senza fare troppe scenate. Lo chiamavo, lui si fermava e talvolta girava la testa per vedere, ma alla fine faceva un alt e stava immobile. Aspettando un comando vocale o no.
Il risultato di tutto questo mi ha portato ad avere un cavallo che faceva un alt solo a sentire il suo nome. Ma io volevo solo fargli fare solo un pò di stretching! Cacchio, e adesso? Se avessi saputo dell’esistenza dell’addestramento naturale sarei corsa a leggermi tutto ciò che trovavo in rete.
Invece da povera disgraziata non ne sapevo assolutamente nulla. E da brava gattofila preferivo portarmi dietro un bel libro sull’animale perfetto. Ma..
Visto che ormai il vecchio era “tutto orecchie” ho provato a sfruttare questi suoi momenti di attenzione alla mia voce anche da terra.
Giusto così, per ingannare il tempo.
E vuoi vedere che ti insegno a stirarti da solo le gambe dopo averti stretto il sottopancia?
Tempo impiegato: veramente poco, carote 2 o 3.
Fatica risparmiata a lungo termine tanta, si stiracchiava da solo!
E vuoi vedere che sto scemo mi fa anche il piaffè se gli faccio vedere? Costa poco, una carota al massimo due o al massimo patteggiamo.
Pronti! Io a terra al suo fianco che assumevo un’andatura veramente idiota – senza niente tra me e lui - e il vecchio che alzava le gambe stando fermo sul posto. Lo sapeva già fare, con qualcuno in sella (se riesco metterò qualche foto di quando abbiamo cominciato, al tempo non avevo la digitale).
Ovviamente non ha mai fatto l’esercizietto di sua spontanea volontà, preferiva farsi il suo giretto al trotto per andare a mangiare il fieno.
Ma non l’ho mai costretto, nel senso che se chiamandolo non si avvicinava lasciavo perdere e mi sedevo sotto la quercia con un libro sui felini, l’equino a pochi metri da me, beato lui e pensierosa io.
Una cosa che invece gli garbava parecchio quando ancora stava benino, era il giochino che si vede del video, però poteva durare al massimo 1 minuto perchè si gasava un pò troppo il mio puledro di 22 anni. Meglio farlo con un gatto, diamine.
Ora, non so cosa si scatenasse nella sua testa in quei momenti, ma non mi sembrava rabbia o ira che dir si voglia ( almeno come la concepiamo noi ), piuttosto mi sembrava un liberarsi improvviso di energia, o che sia stata gioia ( ammesso che i cavalli possano provare un tale sentimento ) o forse un ’esplosione di qualcosa,tenuto celato fino a quel momento.
Purtroppo non ho avuto modo di studiare questo suo atteggiamento e/o il suo interagire violento con altri cavalli al paddock, se non con una cavalla anziana – isterica – l’unica a condividere il suo spazio con il vecchio. Ma questa è la famosa predisposizione equina alle grandi amicizie.
Preferisco pensare che sia stata una forza incontrollabile per lui, per quella volta che aimè ha esagerato cercando di ramparmi sulla testa.
Abbiamo trascorso molto tempo insieme, e non ho mai più visto nessun gesto minaccioso nei miei confronti se avevo la frusta in mano.
Abbiamo fatto altre cose nel corso degli anni , dal salire sulla pedana a prendere la capezza in terra, ma il giochino dello straccetto non faceva assolutamente per noi.
E’ più una cosa da gatti.