Re: Le cose che ho rotto (e non ti ho detto)
Premessa
Dovete sapere che la Clà ha trascorso gran parte della sua infanzia con la cuginetta Chiara (coetanea) a casa della cara nonnina paterna (santa donna dotata di una pazienza paranormale
).
Un bel giorno (alla tenera età di 3 anni
) le due hanno deciso di fondare una società, nota alla famiglia con il nome Clà&Chià S.p.A.(d.) -ovvero Società per Azioni (distruttive)-
Clà era la mente (immaginate un po’...
) e Chià il braccio (nel senso che, alla fine, quella che se le prendeva era lei!
).
Dopo un anno circa arriva anche il fratellino di Chià
In breve tempo, la sfortunata creatura è diventata un Cicciobello vivente: il gioco più entusiasmante e spassoso che le due avessero mai ricevuto!
Inizio
In un afoso pomeriggio d’estate, devastate dalla noia (non si poteva andare a giocare in cortile alle 2 di pomeriggio, pena il collasso ), la Clà mette in azione il cervello (??) e, come un cane da trifola, punta il passeggino con dentro Ciccio
Chià si gira verso Clà (fra le due bastava un’occhiata per intendersi) e insieme guardano il pachiderma ronfante sul divano: mia nonna aveva la fissa di guardarsi Sentieri (telenovela molto in voga a quei tempi)
ma non riusciva mai a finire una puntata perché s’addormentava prima
Bene. Le condizioni erano favorevoli all’attuazione del dibolico piano
Con passo felpato
(stile Pantera Rosa), Clà allontana Ciccio e il passeggino dalla visuale del nemico (la nonna) portandolo in entrata.
L’entrata in questione consisteva in un lungo corridoio, utilizzato per le famose “scivolate” (quelle che provocavano i buchi nei pantaloni all’altezza delle ginocchia e che costringevano le mamme a spendere i risparmi in toppe... o in pantaloni nuovi).
Con l’arrivo di Ciccio, però, l’utilizzo del corridoio era inspiegabilmente mutato: esso veniva infatti impiegato per sperimentare nuove teorie relative alla velocità di un corpo nello spazio
Chià si posiziona al fondo dell’entrata, Clà all’inizio e si lanciano Ciccio (il quale si divertiva, e non poco) da un’estremità all’altra.
Dopo una decina di lanci, le due decidono di “complicare” il percorso
Al fondo dell’entrata c’era la porta della cameretta di Chià. Aprendola si aggiungevano altri 3 metri circa e 1 difficoltà: centrare con il passeggino l’intelaiatura della porta. I primi lanci sono andati benone (il passeggino godeva di un assetto e di una convergenza invidiabili!!!
).
Ma, si sa, un gioco è bello quando dura poco.
Noi invece eravamo veramente prese bene dalla cosa e abbiamo continuato fino a quando io, lanciandolo con troppa foga, ho fatto schiantare il passeggino contro lo stipite della porta.
La botta ha fatto pericolosamente oscillare metà del corpo di Ciccio in avanti, fuori dal passeggino, e ha fatto cozzare il suo zuccone contro lo spigolo dell’intelaiatura
(beh... se non altro l’infante non è caduto!
).
A me e a mia cugina ci si è fermato il battito cardiaco
il quale ha ripreso a battere a velocità supersonica non appena il pargolo ha azionato le sirene (il suono prodotto dal suo strillare isterico ha contribuito incisivamente all’inquinamento acustico dell’intero pianeta
).
Bel guaio! La Clà&Chià stava rischiando veramente grosso perché nel giro di 2 nano secondi sarebbe arrivato il nemico e avrebbe visto Ciccio con uno sbrego sanguinante in piena fronte
Il panico si era ormai impossessato di noi, il fallimento della società e la sua conseguente chiusura erano ormai alle porte... nel vero senso della parola... Infatti la nonna era proprio sulla porta dell’entrata con gli occhi sbarrati dal terrore e in preda ad un attacco di furia cieca!
Conclusione
Come la maggior parte delle volte, Clà ne è uscita indenne
Nonna: “ma siete diventate matte???”
Clà: “ma io non c’entro niente! Ha fatto tutto Chià!!!”
E infatti Chià ne ha prese veramente un sacco quel giorno
Ah... quasi dimenticavo... anche Ciccio riporta ancora i segni di quell’indimenticabile esperienza. A distanza di 23 anni si vede ancora chiaramente la piccola cicatrice che gli hanno lasciato i punti dati dai medici del Pronto Soccorso...