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 L'inverno - Ovvero l'occasione per leggere 
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Messaggio Re: L'inverno - Ovvero l'occasione per leggere
sgrat sgrat...... ecchime!

ho riportato il testo francese perché mi veniva easy fare il copia e incolla, ma, anche se dopo aver macinato più testi francesi un po' ora lo capisco, questa volta mi aiuto anche con la copia di angioni per farmi un quadro veloce di tutto il capitolo...

la "monta scimmiesca" (riferita ai fantini) arriva molto dopo la descrizione (semplice e magistrale) dell'utilità dell'azione reazione, a inizio capitolo invero, si sofferma piuttosto sul fatto che buona parte delle tecniche utilizzate derivano dallo sfruttamento di istinti innati dell'animale, comincia descrivendo le piuttosto brutali ma efficaci tecniche contadine, di campagna, dei carrettieri, e poi passa ai cavalli da corsa.
qui diventa interessante, perché parla dell'azione-reazione (anche se non la chiama così, ma è lei) e dell'appoggio che questa crea, e che è, si sa, all'antitesi della leggerezza, il generale ce lo dice, e la realtà dei fatti lo conferma, ma allo stesso tempo il testo del generale svela anche la risposta al perché, stranamente, una scuola odierna che si chiama "scuola della leggerezza" arriva a promuovere un qualcosa che pare negarne gli scopi....

parto da poco prima del passaggio in francese che ho meso x meglio inquadrare il discorso:

***La prima condizione che un cavallo da corsa deve soddisfare è la fermezza dell'appoggio sulla mano, per provocarlo, il cavaliere deve agire in modo del tutto opposto a quello che ho indicato quando, mirando all'equitazione sapiente, proponevo come scopo la leggerezza, poiché, in tal caso, lungi dall'aspirare a questo scopo, i procedimenti debbono al contrario (qui comincia la traduzione del pezzo in francese postato prima) ricercare la tensione più o meno energica delle molle della parte anteriore, che provocherà la tensione di tutte le altre molle, il perçant del movimento (intraducibile: sarebbe la migliore espressione dell'impulso in avanti), e donerà quella fermezza d'appoggio il cui ricorso è indispensabile allo sviluppo di tutti i mezzi del cavallo.
Per provocare la tensione dell'incollatura, le mani non devono dunque, come per vincere le resistenze, immobilizzarsi nella loro fermezza, tutt'altro.
Le braccia, agiranno come delle "morbide molle" (io direi: con un'azione elastica), esercitando sulle redini del filetto una trazione, alla quale il cavallo opporrà istintivamente la tensione della sua testa e della sua incollatura.
Le braccia, cedendo allora progressivamente, seguiranno l'incollatura nella sua estensione (eresia! il colonnello tradusse con distensione, tutt'altra faccenda! estensione è la parola giusta!), per arrestarsi laddove la testa dovrà essere fermata, e ritorneranno alla trazione se il cavallo non terrà da solo l'appoggio.
Il punto di partenza dei mezzi da impiegare per indurre il cavallo ad andare a cercare da solo la mano e per poter regolare poi i differenti gradi di estensione dell'incollatura, si trova dunque nell'istinto dell'animale.***

ho sottolineato alcuni concetti che sono i motivi per cui, col senno di poi, l'odierna "ecole de légerétè" fa ricorso a questa tecnica in apparente opposizione alla "decontrazione", alla "leggerezza", il perché è semplice: no impulso, no avanti, no equitazione.
in uno scenario dove idealmente ogni cavallo può e deve esser portato ad un addestramento ideale, il poter ricorrere ad un mezzo per creare perçant, per "sviluppare tutti i mezzi del cavallo", e per poter disporre l'altezza dell'incollatura a piacere, è troppo importante per essere ignorato...
come poi, nella pratica, la leggerezza possa convivere con la tensione delle molle... devo ancora farmene una ragione... vorrei evitare commenti personali... probabilmente è solo questione di alternare momenti di impegno muscolare a momenti di decontrazione... fino quasi a sovrapporli... dove finisce la teoria infatti inizia.... "le sentiment"....

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sabato 21 febbraio 2009, 23:21
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Messaggio Re: L'inverno - Ovvero l'occasione per leggere
Caro Max , Federico Tesio, parlando di fantini e della “monta americana/scimmiesca”, “monta inglese/tradizionale”, cita - stranamente - gli stessi personaggi del Generale: - Archer e Sloan, ne parla a lungo, alla fine sentenzia: - “Il miglior fantino è quello che disturba meno il cavallo.”
Se lo dice Tesio ci dobbiamo credere.

Torniamo alle “Questions”, se volessi potrei fare una traduzione "seria", costa fatica perchè bisogna rispettare la sostanza e fin dove possibile la lettera: - dunque armarsi di vocabolari e di dizionario dei sinonimi francesi e italiani...ad esempio:

percant: acuto
aguzzo, acuminato, puntuto, appuntato, appuntito.
Fig. penetrante, pungente, sottile, perspicace, violento, intenso.

E' chiaro che un movimento può essere "percant" solo in maniera figurata, dunque direi: - "movimento intenso"...oppure con un sinonimo del miglior sinonimo: -

intenso: - forte, violento, energico.carico, vivace, cupo. continuo, concentrato.denso.vivo, profondo..."movimento vivace/vivo/scattante" giusto ??

Max traduce : - "impulso in avanti" ed è corretto nel senso che ha colto comunque il senso...va benissimo.

E' quello che faccio di solito anche io, ora, per capirci, vi offro la mia traduzione privata, naturalmente conosco il francese ma non sono bilingue nè l'ho studiato in maniera magistrale...diciamo che l'imparai per ragioni di lavoro e per delle piacevolissime :wink: ahimè lontane relationi :cry: ...

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"più l'uomo è stupido e meglio capisce il suo cavallo". Antonio Cechov


domenica 22 febbraio 2009, 6:06
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Messaggio Re: L'inverno - Ovvero l'occasione per leggere
...c’è troppa “carne a cuocere”: - la traduzione, il pensiero di L’Hotte, l’interpretazione Max, quella di Nicola....

Riprendo le parole di Tesio: - “Il miglior fantino è quello che disturba meno il cavallo", sono in perfetta sintonia - anche se su piani diversissimi - con quanto dice il Generale: - "Il cavaliere si lega ai movimenti del cavallo e deve cercare di identificarsi con esso."

Dal video che ho linkato si vede bene che i due cavalli scossi vanno più forte di quelli montati, solo evitano gli ostacoli e seguono traiettorie poco economiche, poco razionali, dunque, quei bravi animali, senza appoggio senza contatto andavano benissimo; anzi, se avessero voluto avrebbero potuto distaccare facilmente i montati, comunque sono arrivati per primi, hanno “vinto” su Red Rum :shock: …ma loro se ne stracatafottevano della corsa e dei regolamenti…cercavano soltanto di scappare, di tornare il prima possibile in scuderia.

Dunque, tutti i ragionamenti "strani" del Generale si possono ridurre a questo: - “il contatto/l’appoggio serve unicamente a controllare che un animale irrazionale faccia cose razionali (regola aurea che vale per tutti i tipi di equitazione)”, dunque: - azione:reazione in questo caso ha una valenza contenitiva/modulativa dello sforzo, i cavalli da corsa corrono benissimo senza appoggio...le “molle beneamata” - certamente - funzionano meglio se nessuno le "sfotte" usando l'imboccatura; infatti – in dirittura d’arrivo - dove si “danno fuoco alle polveri residue” - in pratica - si va “a briglia sciolta”…a volte la mano del fantino – nello sbracciare (il rouler del Generale) - sfiora le orecchie del suo galoppatore .

Mi spiace che ci siamo impelagati in questa discussione dove le argomentazioni del nostro caro Generale dimostrano la loro “età”, la loro obsolescenza…sono superate...pazienza !! :cry:

http://www.youtube.com/watch?v=ILNGO4XzSbg

RedRum...ha vinto tre volte il Grand National, la più "infame" corsa del mondo, due volte arrivò secondo, visse fino a 30anni...andate a vedere anche la sua vittoria nel 1973...da paura : WohoW : !!!

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lunedì 23 febbraio 2009, 4:19
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Messaggio Re: L'inverno - Ovvero l'occasione per leggere
caro wild: chissenefrega se ci impelaghiamo, si fa x parlare

Cita:
L'Hotte: ***La prima condizione che un cavallo da corsa deve soddisfare è la fermezza dell'appoggio sulla mano***


Cita:
i cavalli da corsa corrono benissimo senza appoggio...le “molle beneamata” - certamente - funzionano meglio se nessuno le "sfotte" usando l'imboccatura


non mi osavo dirlo ma sono partito da quel paragrafo apposta, mi trovi d'accordo, non so se devo essere orgoglioso di essere incappato, all'inizio, nello stesso errore del Nostro... ma quando uno inizia a cimentarsi con la pratica sembra davvero indispensabile dover avere qualcosa nelle mani, lo stesso angioni in una delle sue storielle sul forum azzurro quasi si vanta in gioventù di aver portato cavalli-campioni che mettevano ventine di chili nelle mani del cavaliere... :shock:
ora, a ben pensare, a ben provare, a ben vedere (esperimenti condotti in vitro in doppio cieco con placebo), vi dò la mia umile versione: quello che serve non è l'appoggio, ma solo l'atteggiamento utile allo sviluppo di tutti i mezzi, oltre ovviamente al fatto che resti sulla mano quel tanto x poterlo condurre, l'azione-reazione serve a portarci i cavalli che x varie ragioni se ne discostano, e sarà la cessazione dell'appoggio, raggiunto l'atteggiamento, che insegnerà al cavallo che ne ha bisogno a rimanerci da solo, insistere nel volere un appoggio costante, magari forte, sembra apparentemente che faccia andar di più l'animale ma in realtà è solo esasperato da una pace che non arriva mai, non gli si insegna nulla e forse porta a contrazioni inutili...
la riprova è che non tutti i cavalli necessitano di azionereazione....

perché delle volte ho come l'impressione che dialogo da solo :? :-D ?

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lunedì 23 febbraio 2009, 10:41
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Messaggio Re: L'inverno - Ovvero l'occasione per leggere
Bravo Max, eccellente! Con una piccola osservazione su questa tua affermazione.

"...la riprova è che non tutti i cavalli necessitano di azionereazione...."

Avevo addestrato Fiorello “a dire si” quando inclinavo la testa a dx, “a dire no” quando la inclinavo a sx…il cavallo rispondeva a tono a domande come queste per la gioia dei bambini presenti: il giubbotto di Carlo è rosso ? Alice è bella ? Raffaele è scemo ? Ti piacciono gli zuccherini?
Affinchè le risposte (le reazioni) fossero state scisse dall’azione, il cavallo avrebbe dovuto avere ben chiari i concetti di: - colore, bellezza, capacità mentali umane, piacere gustativo e naturalmente, la perfetta comprensione della lingua italiana e del dialetto siciliano…che dite ?

Io dico che quando non c'è apparentemente relazione tra azione:reazione, c'è stato un lavoro preliminare più o meno complesso, più o meno spinto di condizionamento psichico, per estremizzare vedi i cavalli uestern che fanno miriabilie completamente "nudi"...si ma dove ?? In pista, nell'arena...fuori per un banale trekking- senza un minimo di freno - il cavaliere sarebbe alla loro mercè.

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lunedì 23 febbraio 2009, 15:38
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Messaggio Re: L'inverno - Ovvero l'occasione per leggere
Perdinate l'assenza. Sono lieto di leggervi oggi, dopo un week end lontano dalle attività informatiche.

Di certo è che, per me che sono un ingegnere spaccaballe, l'idea delle molle è molto più soddisfacente, a livello di immagine mentale, a "stilizzare" un cavallo, di quanto non sia una serie di aste rigide, comunque connesse.

Sta di fatto che, sarà la pausa invernale, la mucca ieri dimostrava un "k" di elasticità della sua bocca di valore assoluto molto inferiore a quanto mi ricordavo, a tutto favore del godimento nel montarla. :lol: :lol:

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Passeggiatore consapevole terrorizzato dai fulmini


lunedì 23 febbraio 2009, 16:04
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Messaggio Re: L'inverno - Ovvero l'occasione per leggere
Di certo è che, per me che sono un cavallaro spaccaballe, l'idea delle molle è molto più soddisfacente, a livello di immagine mentale, a "stilizzare": - un ranocchio, un grillo, un canguro, una caval....letta !! :-D :-D

Non ho capito bene l'elasticità orale :roll: della mucca :?: e il successivo godimento.

Comunque, caro Ingegnere, quando si gode, purchè si goda: - "tuttu bonu e benidittu". :wink:

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lunedì 23 febbraio 2009, 19:18
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Messaggio Re: L'inverno - Ovvero l'occasione per leggere
Per semplificare....Sarà stata la lunga pausa invernale, ma ieri pomeriggio la Mucca si è dimostrata molto disponibile al lavoro.

Potrei affermare, presuntuosamente, che le letture dei Maestri abbiano influito sul mio bagaglio tecnico, ma non lo farò... :lol:

Tuttavia mi godo, e non poco, l'evento!! :lol:

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Passeggiatore consapevole terrorizzato dai fulmini


lunedì 23 febbraio 2009, 19:31
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Messaggio Re: L'inverno - Ovvero l'occasione per leggere
Ebbene sì....

Sto leggendo Baucher. Nel mio strano percorso proustiano "a ritroso", ho incominciato a leggere "Methode d'equitation" e devo ammettere che l'incipit è davvero illuminante.

Il Maestro prescrive di dedicare, al perfezionamento della forma fisica del cavaliere ed al suo assetto ben 45 lezioni, per un totale di 90 ore (distribuite in due sessioni da un'ora ciascuna).

Tutto questo lavoro, mi pare di aver capito, va svolto su di una sella "di tipo francese".

Un simile impegno, oggi, sarebbe fuori discussione, temo, da proporre ad un principiante (PURTROPPO).

Ci credo bene che l'equitazione caprilliana ha fatto successo!

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Passeggiatore consapevole terrorizzato dai fulmini


lunedì 9 marzo 2009, 11:06
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Messaggio Re: L'inverno - Ovvero l'occasione per leggere
ebbene si...

ed ecco spiegato come mai nell'alt sono un genio a disporre le parti, al passo così così, al trotto mi va tutto a puttane, scusate il dialetto.

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lunedì 9 marzo 2009, 12:00
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Messaggio Re: L'inverno - Ovvero l'occasione per leggere
Consolati....

Io ormai, a forza di letture, pratica e fatiche, sono giunto ad un'autodefinizione piuttosto calzante di me stesso:

Ormai sono certo di non essere altro che un "passeggiatore consapevole" :lol: :lol:

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Passeggiatore consapevole terrorizzato dai fulmini


lunedì 9 marzo 2009, 14:04
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Messaggio Re: L'inverno - Ovvero l'occasione per leggere
e per giunta con la paura dei fulmini... dimmi quando passi ai pesci rossi così ne prendi uno anche per me ;)

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lunedì 9 marzo 2009, 17:03
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