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Araba Fenice
Utente
Iscritto il: lunedì 28 febbraio 2005, 12:07 Messaggi: 6 Località: Veneto
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Tarlo...............
Quello che so è che il tarlo è una specie di fungo ed è da curare bene (detto da più di un veterinario serio).[B)]
Qualcuno conosce rimedi efficaci fai da te per il tarlo? Vecchie soluzioni efficaci?[:)]
Grassie
_________________ Arabo... figlio del vento
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venerdì 2 dicembre 2005, 11:45 |
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annalisa
Utente
Iscritto il: martedì 27 settembre 2005, 9:48 Messaggi: 265
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ho avuto una esperienza diretta tanti anni fa.. il Tarlo può portare a conseguenze molto gravi (es laminite). Affidati a un veterinario e no rimedi fai da te io ci ho perso la mia cavalla per colpa di questo maledetto tarlo, può essere una cosa non grave se curata bene e in tempo.. Cmq penso il catrame non faccia male..
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venerdì 2 dicembre 2005, 12:10 |
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Daniela Serena
Utente
Iscritto il: venerdì 2 dicembre 2005, 12:37 Messaggi: 3
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Ciao mi sono appena registrata!
Il mio vecchio Amon ha avuto il tarlo... adesso è guarito bene, comunque mi hanno consigliato di mettere spesso un pò di petrolio bianco con il pennellino ( almeno a 2 cm dalla corona ).
Anche la candeggina va bene perchè è un antimicotico forte.
In molti casi guariscono, ci vuole costanza però.
Un bacione a tutti
ciauuu[:X]
. [img]/public/uploaded/forum/Daniela%20Serena/2005122114826_Amon1.jpg[/img] 135,48 KB
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venerdì 2 dicembre 2005, 12:49 |
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Ufo
Moderatore
Iscritto il: martedì 15 febbraio 2005, 10:11 Messaggi: 720
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non per discriminare il lavoro dei veterinari però trattandosi del piede direi che più che un veterinario bisogna affidarsi a un buon maniscalco......
_________________ I believe I can fly
I believe I can touch the sky
I think about it every night and day
Spread my wings and fly away
I believe I can soar
I see me running through that open door
I believe I can fly
I believe I can fly
Oh I believe I can fly
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venerdì 2 dicembre 2005, 18:44 |
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mzpeepers
Utente
Iscritto il: sabato 1 ottobre 2005, 2:09 Messaggi: 600 Località: Estero
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Concordo con la candeggina.
Naturalmente, nelle condizioni ideali, il cavallo avrebbe una lettiera asciutta, soprattutto durante il periodo di cura.
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venerdì 2 dicembre 2005, 18:57 |
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Celihorse
Utente
Iscritto il: giovedì 11 agosto 2005, 17:08 Messaggi: 56 Località: Marche
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Il mio cavallo è appena guarito dal tarlo..Bisogna avere pazienza..Io avevo fatto lasciare dal maniscalco un buco in fondo allo zoccolo..da li cn una siringa cn ago molto grosso..mettevo nel piede il petrolio bianco..e m hanno anche detto di nn dare il grasso in ttt lo zoccolo..ma sl sulla corona perchè il tarlo è un fungo che si sviluppa in mancanza d ossigeno!!!
_________________ ZULLI, IO E TE TRE METRI SOPRA AL CIELO!!
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venerdì 2 dicembre 2005, 22:18 |
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bLooMY
Utente
Iscritto il: domenica 26 giugno 2005, 11:59 Messaggi: 1414 Località: Lombardia
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anchio ho avuto un esperienza di tarlo
il tarlo e dovuto a microgranismi che si nutrono della cheratina (si scrive cosi????bohhhh)cioe la parte bianca del piede....
un tempo si curava con il petrolio, acido muriatico ...ma teli sconsiglio!!!!![:D][:D]
piu che altro usare iodio o sostanze in cui e composto [:D]
_________________ Ohana" significa Famiglia. " nessuno viene abbandonato o dimenticato!
MY DruMee 4ever Love
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venerdì 2 dicembre 2005, 22:53 |
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Red Pearl
Moderatore
Iscritto il: lunedì 28 febbraio 2005, 8:11 Messaggi: 1462 Località: friuli venezia giulia
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COPIO e INCOLLO:
L' attacco del tarlo
Il tarlo o onicomicosi, letteralmente "micosi ungueale", è un'infezione fungina del tessuto corneo e in particolare della linea bianca. Il fungo coinvolto è l'Achorion Keratophagus o almeno così fu classificato dal suo scopritore il Dott. Ercolani, tuttavia secondo la nuova nomenclatura esso è diventato "Tricophyton", un genere di miceti dermatofiti.
Il micete una volta insediatosi nella linea bianca, spinge le sue ife sempre più in profondità senza risparmiare le lamine sensitive dello zoccolo benché per definizione il fungo risparmi il tessuto vitale. Il lento e subdolo raggiungimento di aree sensibili segna l'inizio del dolore e quindi della zoppia. Il coinvolgimento delle lamine sensitive è la causa dell'interruzione del trofismo o nutrimento delle porzioni di muraglia sovrastanti, le quali risulteranno mortificate, porose, fragili. L'area mortificata di muraglia è uguale in estensione, all'area laminare sottostante, profonda, interessata dall'infezione fungina. Il sintomo più eclatante del tarlo risulta essere perciò la zoppia. In tal caso il veterinario, durante l'esame del piede e precisamente durante la percussione con martello, udirà un rumore a scatola vuota indicativo di una cavità all'interno dell'unghia. Il veterinario previa sferratura, potrà rendere evidente l'ingresso del micete e la classica polverina bianca. Egli procederà quindi alla specillazione nella quale tramite uno strumento lungo senza punta, sonderà i limiti profondi dell'antro, quindi deciderà sulla scelta della terapia conservativa piuttosto che dell'ablazione della muraglia mortificata. La terapia conservativa prevede la pulizia della cavità nonché l'applicazione topica di tintura di iodio o solfato di rame o farmaci antimicotici. L'ablazione della muraglia invece rende più efficace l'applicazione di farmaci ma costringe all'esclusione temporanea del cavallo dal lavoro.
Come abbiamo detto, il tarlo aggredisce lo zoccolo a livello della linea bianca. La linea bianca si rende visibile a zoccolo sollevato fra muraglia e suola a confine reciproco. La linea bianca si estende da un tallone all'altro passando per quarti, mammelle e punta e senza risparmiare le barre. Anatomicamente la linea bianca della punta non differisce da quella dei quarti o dei talloni tuttavia pare che il fungo prediliga statisticamente la punta. Naturalmente suddetta predilezione non deriva dal libero arbitrio del fungo bensì dal fatto che la punta può rappresentare un "sito di minor resistenza" della linea bianca. In particolare uno sfiancamento, distacco della linea bianca può verificarsi a seguito di: eccessiva sollecitazione in punta da cattivo pareggio, unghia fragile (la punta è fisiologicamente più sollecitata), errata applicazione del ferro, ma soprattutto chiodi di calibro eccessivo e troppo numerosi (effetto cuneo), laminite.
Tali fattori predisponenti, condizionanti, sono invocati quando il tarlo risulta esteso, altresì se il tarlo fosse limitato, esso stesso rappresenterebbe la causa del distacco della linea bianca.
Mi spiego: è improbabile che il maniscalco scopra un'onicomicosi molto estesa la quale non era presente alla ferratura precedente ovvero 45-50 giorni prima. Quest'affermazione prevede due eccezioni. La prima eccezione è il caso di un tarlo "meccanico" ovvero un distacco, dilatazione della linea bianca per le già citate cause, che abbia fornito una buona area d'ingresso e insediamento al fungo. La seconda, è invece il caso di un tarlo che entrato da una porta piccola come il foro di un chiodo si allarghi approfondendosi in modo simile alle carie dentarie. Infine esistono i tarli "meccanici" così chiamati dal Mensa negli anni '50 che consistono in distacco della linea bianca da varie cause senza che siano infestati dal fungo.
Nel primo e nell'ultimo caso il maniscalco vede il tarlo subito dopo la sferratura mentre nel secondo caso esso si rende visibile solo dopo il pareggio. Inoltre nel secondo caso visto che il pareggio rende visibile il tarlo, è facile che il maniscalco si accorga precocemente di tale presenza.
Le tre eccezioni descritte rappresentano gli unici casi in cui il maniscalco dovrebbe scoprire un tarlo. Non è auspicabile infatti che un maniscalco ignori per mesi la presenza del fungo permettendone la crescita per un periodo superiore all'intervallo tra una ferratura e la successiva!
Riassumendo abbiamo stabilito che:
-in molti casi la presenza di un tarlo esteso richiede l'ablazione (asportazione) della parte mortificata di muraglia e costringe il soggetto al riposo prolungato da attività impegnative.
-Un tarlo esteso è meccanico complicato o meno da infezione fungina e si può stabilire nel periodo intercorrente tra due ferrature.
-Il tarlo senza previo distacco patologico della linea bianca ha progressione lenta ed è poco esteso.
- Le cause di distacco della linea bianca sono rapportabili a laminite, errori di ferratura, eccessiva sollecitazione in punta, predisposizione individuale congenita e acquisita.
Tutto ciò dimostra l'importanza primaria di mantenere la coesione della linea bianca!!
La terapia di un tarlo esteso oltre all'asportazione della muraglia mortificata, prevede l'applicazione locale di prodotti iodati, ramati e antimicotici. Può essere impiegata la resina al fine ricostruttivo. Siccome il ripristino dell'unghia dopo l'asportazione è lento, l'unghia cresce circa un centimetro al mese, risulta proficua una buona prevenzione da parte sia del proprietario che del maniscalco.
Ciò che deve essere interesse e cura del proprietario:
-conservare l'igiene del piede attraverso la benefica quotidiana pulizia e la sua periodica cosmesi.
- Assicurarsi o verificare che la lettiera sia asciutta e soffice senza accumulo di urina e materiale fecale.
- Fornire ad ogni cavallo un proprio corredo di utensili e cosmetici per l'unghia quali nettapiedi, pennelli, grasso…
-Ricorrere ad uno specialista in caso di riscontro di anomalie podali.
- Nutrire il cavallo con mangimi sicuramente integrati di vitamine e minerali necessari al buon funzionamento dell'organismo. Gli elementi utili a unghie cute e peli sono: vitamina H (biotina), zinco, aminoacidi solforati ma anche tutti gli altri principi nutritivi essenziali.
- Evitare scambi di box senza previa disinfezione dell'ambiente e impianto di una nuova lettiera (la lettiera è un reservoir di microbi).
Ciò che è competenza e dovere del maniscalco:
-informare il proprietario sullo stato di salute degli zoccoli.
- Preservare l'integrità della linea bianca operando un buon pareggio onde evitare eccessiva concussione (sollecitazione in punta), evitando assolutamente chiodi di eccessivo calibro e in gran numero che esercitino un "effetto cuneo" nella linea bianca.
- Asportare con una fresa (trapano con punta abrasiva) eventuali siti di infezione fungina (linea bianca) e batterica (suola e fettone) fino a raggiungere il corno sano dopodiché disinfettare la parte. Tale operazione va' effettuata anche nel caso di siti di infezione minuscoli per evitarne lo sviluppo.
- Investigare la causa del tarlo presente e applicare la soluzione migliore per le quali cose è necessaria una conoscenza approfondita della materia.
Alcuni prevengono il tarlo attraverso la tecnica della ferratura a caldo al fine di sterilizzare l'unghia appena pareggiata. Tale tecnica mortifica superficialmente l'unghia, abbassandone la qualità di barriera e esponendola all'attacco dei microrganismi e degli agenti fisici: umidità, ammoniaca derivante dalla degradazione dell'urina…
Per quanto riguarda ferri e solette in rame, è utile puntualizzare che il rame è un metallo da sempre utilizzato nella terapia antifungina. D'altra parte l'effetto del solo rame non è paragonabile con quello ottenibile con altri antimicotici compresa l'associazione zolfo-rame, vista l'attività antifungina dello zolfo. Infine le solette e i ferri in rame potrebbero ossidarsi creando una barriera tra il rame e il microrganismo.
Il solfato di rame così come la tintura di iodio sono stati affiancati o superati da nuovi prodotti di sintesi ad uso locale. Alcuni contengono ancora rame o iodio in formulazioni più efficaci mentre altri farmaci totalmente nuovi, sono più specifici ovvero totalmente mirati contro i processi vitali fungini.
Le strategie contro il tarlo sono diverse a seconda dell'estensione dell'infezione micotica.
L'ablazione di un tarlo poco esteso va' inclusa nella routine di ferratura. Dopo il pareggio il maniscalco deve mettere in evidenza e svuotare dai detriti l'eventuale cavità del tarlo. Successivamente sonderà i recessi della cavità con uno specillo oppure percuoterà la muraglia per evocare risonanze di scatola vuota al fine di individuare i confini della cavità. Il maniscalco procederà quindi al curettaggio della cavità manualmente o con una fresa per poi applicare prodotti antimicotici topici (locali). Finalmente potrà applicare i ferri.
Al contrario l'ablazione di un tarlo esteso richiede l'asportazione di tutta la porzione mortificata di muraglia con esposizione delle lamine profonde del piede. Previa disinfezione il maniscalco deciderà se applicare un prodotto sintetico (resine) piuttosto che lasciare aperta la cavità e usare ferri speciali. Nel caso di un tarlo esteso il cavallo va' lasciato a riposo finché l'unghia non sia ricresciuta. Desta particolare interesse la soluzione proposta dal Dott. Donati la quale permetterebbe il quasi normale impiego del cavallo malgrado la mancanza della muraglia. Tale soluzione consiste nella creazione di un ponte metallico tra ferro e muraglia residua al fine di scaricare su quest'ultima il peso. Il limite della tecnica del dott. Donati risiede nel livello di competenza dell'operatore: a mio parere non tutti i maniscalchi sarebbero in grado di impiegarla. La fisica e l'anatomia impongono particolare attenzione ai punti di contatto tra i ponti metallici e la muraglia. Risulta necessaria perciò un'elevata competenza. Naturalmente altra condizione fondamentale per l'applicazione della suddetta tecnica è che la muraglia residua all'asportazione sia perfettamente sana e forte!
I polimeri sintetici (resine) rappresentano un'altra soluzione atta a permettere l'impiego del soggetto. I materiali sintetici possiedono ottime qualità: hanno caratteristiche fisiche simili a quelle dell'unghia, anallergenicità, buona adesione, inchiodabilità e raspabilità. Purtroppo hanno un costo elevato.
Le tecniche in questione come ho affermato, permettono l'impiego del soggetto ma non a livelli agonistici o almeno non per tutte le discipline equestri. In conclusione soprattutto per quanto concerne il cavallo sportivo, è importante includere il curettaggio e la disinfezione dei piccoli tarli nella routine di ferratura. Al contrario circa i tarli estesi l'unica soluzione proponibile risulta essere la prevenzione della formazione di spaccature o sfiancamenti della linea bianca che conseguono a: cattivo pareggio, contusioni, eccessiva sollecitazione, unghie fragili, ferri inadatti, chiodi di calibro eccessivo o in numero elevato, laminite. Condizioni in ultima istanza causate da cattiva ferratura, cattivo management (laminite), cattivo stato della lettiera ma anche predisposizione individuale. Siccome sulla predisposizione individuale nulla si può, ci si deve concentrare sul mantenimento di un buono stato di salute dello zoccolo al quale concorrono appunto una buona tecnica di ferratura, un impiego razionale del cavallo (attenzione ai terreni duri), un buon management inclusa una buona nutrizione, un buono stato della lettiera (umidità).
Simone Ferrian
_________________ "Se nella vita seguirai le tue passioni sarai sempre un vincente"....
Erpetologo Steve Irwin (Crocodile Hunter).
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sabato 3 dicembre 2005, 22:14 |
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buzz_lightyear
Utente
Iscritto il: lunedì 14 febbraio 2005, 17:45 Messaggi: 1445
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Sempre tanto di cappello a Simone Ferrian e a Red che lo ha cosi degnamente proposto.
Nel mio piccolo, anni fa ho avuto anch'io il problema di un tarlo che curai, grazie alla dritta fornitami da Gianni Marfoli, grande uomo di cavalli e fantastico cavaliere, che mi consigliò di applicare, almeno due volte al giorno, una fiala di antibiotico a largo spettro (usai l'eritrocina) versandola su tutta la parte lesa, aspettare qualche minuto con il piede in mano, poi tamponare con dell'ovatta ed eventualmente fasciare.
Il tarlo passò in brevissimo tempo e lo zoccolo si rigenerò perfettamente.
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domenica 4 dicembre 2005, 0:12 |
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Giuly
Utente
Iscritto il: lunedì 7 marzo 2005, 22:10 Messaggi: 3604 Località: Lombardia
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formalina o petrolio bianco imbevuto nel cotone e messo nel buco del tarlo..oppure direttamente sulla zona interessata senza cotone..
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lunedì 5 dicembre 2005, 18:02 |
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pegaso2005
Utente
Iscritto il: giovedì 16 giugno 2005, 12:39 Messaggi: 397 Località: Lombardia
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ops ho aperto una discussione sul tarlo nella sezione mascalcia...scusate non sapevo che c'era questa aperta...
una curiosita': non riesco ancora a capire come si presenta uno zoccolo affetto da tarlo, ci sono dei buchini ma solo in corrispondenza della linea bianca o su tutta la muraglia?
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lunedì 5 dicembre 2005, 18:23 |
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Lyy
Utente
Iscritto il: mercoledì 16 febbraio 2005, 10:22 Messaggi: 1755 Località: Lombardia
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dove si compra il petrolio bianco?? anche uno dei miei cavalli ha appena avuto il tarlo ora sta passando, io gli ho messo acqua ossigenata e catramina, ma vedo che nessuno ha citato queste...
..cmq il maniscalco dice che è fermo, ripeto dove si prende sto petrolio bianco che prova a metterglielo???
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lunedì 5 dicembre 2005, 18:28 |
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danielix
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ciao,
il petrolio bianco lo trovi in ferramenta, costa circa 3 €.
Lo puoi mettere con il pennello ma occhio alla corona ( mi sa che brucia
un pochino...)
Anche la candeggina è utile!
Ammazziamo sto fungo maledett[xx(]!!!
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martedì 6 dicembre 2005, 10:35 |
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quarter buckskin
Utente
Iscritto il: giovedì 24 agosto 2006, 22:39 Messaggi: 3 Località: Lombardia
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Ciao a tutti...
Volevo sapere se la candeggina per il tarlo bisogna diluirla oppure da usare intera...
Se è da diluire sapete le dosi?
Ciao
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giovedì 24 agosto 2006, 22:46 |
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danielix
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Il maniscalco mi ha detto di metterla così senza diluirla. Un paio di volte la settimana gli faccio un pediluvio ( occhio a non immergere il piede fino alla corona ) e poi sto usando la tintura di iodio alcolica al 7%( la trovi in farmacia ) e il petrolio pure.
Spero di ammazzarlo sto fungo maledetto..[}:)][}:)][}:)] era quasi sparito e d'un botto è risaltato fuori!
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venerdì 25 agosto 2006, 9:57 |
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