Le relazioni fra animali di specie diverse sono un argomento molto interessante... in fondo l'equitazione non è altro che questo.

Ho scoperto recentemente il FT (con un po' di fatica sono risalito al significato del termine: Friendship Training), una delle tante "novità" che circolano nel mondo dei cavalli... sul fatto che siano "novità" chi conosce almeno un po' la smisurata bibliografia dell'equitazione classica ha qualche fondato dubbio, ma è una occasione per discutere: è possibile l'amicizia fra uomo e cavallo, e fra cavallo e uomo? E fra cavallo e altri animali? E se quest'ultima è possibile, c'è qualcosa da imparare anche per quello che riguarda la prima?

Approfitto per segnalarvi una parola che circola in ambienti molto ristretti: la parola "specismo". Una parola che in questi ambienti è altrettanto sinistra di "razzismo"... L'avevate mai sentita?

Certo che siste, ne sono fermamente convinta. Come l'Amicizia, quella vera, con la A maiuscola è rara tra esseri della stessa specie, è altrattanto rara, ma preziosa, tra esseri diversi Ne sono convinta perché la vivo, la osservo tutti i giorni e ne ho tratto le mie conseguenze. Non so se sono fortunata io o se male interpreto determinati atteggiamenti, ma, ripeto esiste! Sia tra uomo-cavallo così tra cavallo-uomo, uguale tra cavallo-cavallo e...tra cavallo-capra perché è quello che ho vissuto, sto vivendo e spero di vivere ancora molto a lungo!

... e allora ecco il link del FT:
http://www.thenaturalhorse.org/index2.html

Non l'ho esplorato... sto facendo l'identikit del personaggio...

Ho letto e cercato di capire solo la pagina iniziale... penso una cosa: se si vuole costruire un rapporto, bisogna sempre essere in due a costruirlo, a volerlo e ad impegnarsi affinché funzioni. Sia tra animali della stessa specie che in specie diverse; ci vuole tempo per conoscersi, per capirsi, per trovare dei punti di incontro e di scontro, solo così si possono porre delle basi per un buon rapporto, ma non credo che siano delle regole, dipende dal carattere del singolo. Ultimamente credo di avere un rapporto migliore col mio Amico piuttosto che col moroso

certo che esiste....sia tra cavallo e uomo che tra cavallo e animali diversi....ho preso l'anno scorso una puledra di 6 mesi e per farle compagnia ho preso un asinella.....be che dire i primi tempi la puledra seguiva l'asinella come un ombra ora è l'asinella che guai a chi le tocca la puledra....raglia e non mangia finchè non la vede rientrare in paddock!!

prorpio come i miei

Bizzy ha un suo migliore amico.
è un castrone sauro di nome Jin Fix che era suo vicino di box e con cui passava insieme sia le ore di lezione in campo che le ore di relax al paddock, condividevano il trailer o il van durante i concorsi.
Bizzy appena arrivato aveva paura di tutto, soprattutto di rimanere da solo al paddock (probabilmente il paddock nell'altro maneggio non c'era), ed è per questo che gli abbiamo messo Jin,....x fargli compagnia e dargli sicurezza, essendo Jin un cavallo tranquillo e ragionevole. Sono diventati amiconi: brucano vicini, si tolgono le mosche, si mordicchiano e si leccano...si chiamano quando uno se ne va...
Poi li abbiamo messi in due box non troppo vicini perchè si stavano imbrancando.
al paddock li lasciamo ancora insieme e vanno sempre stra d'accordo.

Generalmetne anche con gli altri cavalli Bizzy non da problemi: tutti vanno bene pur non rimanere da solo.

Domenica invece l'ho messo in paddock da solo ma nel paddock accanto c'era City una cavallina giovane appena arrivata.
Si sono subito annusati e conosciuti e dopo 10 minuti hanno iniziato a "giocare" (passatemi il termine): dall'angolo in fondo al paddock in cui si sono conosciuti partivano contemporaneamente al galoppo sgroppinando, andando in 2 direzioni diverse; poi, arrivati in fondo al paddock tornavano indietro e si ritrovavano lì in quell'angolo. un'annusatina naso contro naso e poi di nuovo via al galoppo a fare il giro del campo e di nuovo si trovavano lì, e di nuovo naso contro naso... e così x un po' di volte.... sembravano sincronizzati.

Poi il proprietario di City l'ha tolta dal paddock perchè temeva si facesse male correndo e sgroppando nel paddock.
Bizzy sembrava esserci rimasto un po' male...
secondo voi era un gioco?

Un'altro esempio che mi viene in mente che mi ha molto sorpreso era l'amicizia che c'era tra Ribot e Demagistris, sicuramente princi so di cosa parlo...

si tende uspesso ad umanizzare i comportamenti degli animali.
Il cavallo è un animale da branco, come l'asino, la capra, la mucca ed in generale tutti i grandi erbivori. Il branco è una sicurezza contro i predatori, nel branco si è protetti. Quindi, spesso quello che a noi sembra un sentimento per gli animali è più semplicemente utilità.
Se il cavallo potesse scegliere starebbe con altri cavalli, no potendo si adatta e allora con capretta o l'asinello crea una sorta di branco.
Per quanto riguarda l'uomo, bisognerebbe essere nella loro testa. Diamo loro da mangiare, li "difendiamo" da ciò che fa paura e tutto sommato vivono con noi da così tanto tempo che ormai siamo per loro un'abitudine.
Forse quello che spesso si interpreta come amicizia è semplicemente un'utilità.

Ma nel caso in cui è il cavallo a difendere l'umano? No, perché guai a chiunque si avvicina a me, che sia il puledro, che sia la cavalla del paddock confinante o che un cane, diventa una belva e minaccioso allontana tutti, mi prende col muso e mi avvicina al suo petto... che utilità ne trarebbe?

beh, è difficile quantificare l'amicizia. Credo che sia un concetto opinabile, in quanto anche fra uomini l'amicizia la maggior parte delle volte è un'utilità (l'utilità di non stare soli, di avere qualcuno con cui parlare)
Come per un cavallo l'amicizia può avere l'utilità di scacciarsi le mosche a vicenda, o di essere grattati in quel particolare punto.
Da quell'utilità di base ne deriva poi un sentimento di attaccamento che può essere definito affetto.
Anche il sentimento di un figlio per la madre nasce in teoria da un bisogno di base (psicologi o antropologi venitemi in soccorso, sto ipotizzando! )

Quindi l'affetto può essere un sentimento derivato, quindi anche tra specie diverse...

Nel maneggio dove sta O'bryan c'è un grosso cane, che aveva preso l'abitudine di mettersi seduto sotto la porta di un box dove c'è un cavallo che appena lui arrivava si sporgeva e gli masticava la schiena!
Per contro il cane spesso gli leccava tutto il muso, naso e occhi in particolare. Prima questa era solo un'abitudine isolata, poi il cane ha preso a dormire nelle vicinanze del box, poi ad accompagnare fuori il cavallo, ecc.
Con il passare del tempo si è creato un legame, infatti se non c'è il cane il cavallo quando esce nitirsce com un matto, per poi calmarsi quando lui arriva.
(Questo per sostenere la mia tesi sull'affetto che nasce dal bisogno )

ross quoto!...secondo il mio personalissimo parere un cavallo non potrà mai vedere l'uomo fino in fondo come un altro cavallo....anche per il semplice fatto che noi siamo predatori, loro prede....credo anche io che troppo spesso si umanizzino comportamenti che sono dettati solo dall'abitudine o dall'utilità.....non so neanche se il termine amicizia sia adatto..alla fine quando un umano diventa amico di un altro entrambi si "scelgono" a vicenda...i nostri cavalli non hanno la possibilità di farlo..io parlerei più di abitudine e di rapporti di dominanza o sottomissione...

No nika... questa è una visione parziale. Le relazioni all'interno del branco di cavalli sono molto più complesse. C'è la dominanza, certo... ma c'è anche la "leadership elettiva" dell'elemento più esperto e affidabile del branco, in genere una femmina, la "lead mare"... e chiunque abbia visto un po' di cavalli riuniti sa che si formano cose molto simili all'amicizia fra gruppetti, con assoluta preferenza nello stare vicini, e con azzeramento selettivo dello "spazio personale". Fra l'altro, questi sono i rapporti più comuni; nei branchi in genere regna la pace, i litigi sono eventi assolutamente eccezionali.

Io ribalterei la questione. Non si tratta di "umanizzare gli animali", ma di riuscire a renderci conto che dal punto di vista emotivo, noi siamo animali... dovremmo - pare brutto da dirsi ma non offendetevi "animalizzare i sentimenti umani".

L'idea che l'uomo sia assolutamente e incomparabilmente diverso da ogni altro animale, e che fra uomo e animali non ci sia un continuum ma un abisso: ecco, proprio da qui nasce il concetto di "specismo".


Una bella foto dal sito di Andy Beck, http://www.equine-behavior.com :

Hai descritto benissimo quello che osservato in un branco di 15 cavalli, tra cui i miei due e la foto rende benissimo l'idea...pensa che a primo acchito mi sono detta:"oh caspita, lo conosco quel posto!" e subito mi sono messa a caercare il mio cavallo

Una cosa: gli umani sono freddi calcolatori e la convenienza dell'amicizia è un concetto proprio solo dell'essere umano, purtroppo. Mi sarebbe piaciuto che vedeste l'espressione che ha fatto il mio cavallo quando ha rivisto la sua amica capretta (ancora non trovo la convenienza in questo tipo di amicizia ) dopo 5 mesi che non si vedevano... mi sono venuti i brividi lungo tutta la schiena!

Avevi già parlato di specismo, ma non ricordo dove....
Comunque ti quoto, in quanto condivido appieno queste due frasi.
Ovvio che siamo specie diverse, ma alcuni fenomeni sociali o non seguono gli stessi principi di quelli di altre specie animali.
Tra cui, in questo caso, dovrebbe esserci l'amicizia.
Credo che poi lo sviluppo successivo del concetto di amicizia sia diverso da specie a specie (noi lo sviluppiamo in un senso che possiamo considerare più o meno "profondo, ecc), ma che la base possa essere generalmente considerata comune.