Dressage e Alta Scuola...
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Tazl
Utente
Iscritto il: domenica 27 febbraio 2005, 0:37 Messaggi: 637 Località: Lombardia
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Dressage e Alta Scuola...
sto facendo una ricerca per la scuola che riguarda sia il dressage che l'alta scuola...
mi potete dare un aiutino?????? sto impazzendo... non si trova quasi niente.... forse sbaglio a cercare.... bah!!!! Attendo fiduciosa i vostri consigli!!!!
Ovviamente volete anche sapere di cosa parlo!!!!!!
Allora vorrei strutturarla così:
<font face="Trebuchet MS"><center>NOZIONI FONDAMENTALI DI EQUITAZIONE
LA BARDATURA
ALTA SCUOLA
PERI HIPPIKES
LA SCUOLA SPAGNOLA DI VIENNA
I CADRE NOIR
LA REAL ESCUELA
UNA GIOVANE PROMESSA DEL DRESSAGE ITALIANO… VALENTINA TRUPPA
BIBLIOGRAFIA</center></font id="Trebuchet MS">
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giovedì 4 maggio 2006, 22:40 |
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Giudice
Moderatore
Iscritto il: martedì 28 marzo 2006, 8:40 Messaggi: 834
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Bellissima domanda e bellissima sfida per tutti i sapienti del dressage, ma per un aiuto concreto mi farebbe piacere sapere se gli argomenti sono stati una tua scelta o se invece ti sono stati imposti in quanto alcuni, a mio avviso, possono stridere tra di loro se non sapientemente miscelati.
_________________ Un Giudice di Dressage
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venerdì 5 maggio 2006, 8:15 |
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Giudice
Moderatore
Iscritto il: martedì 28 marzo 2006, 8:40 Messaggi: 834
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Se sono stati una tua scelta io personalmente, partendo dalla tua impostazione, li riorganizzerei così:
IL DRESSAGE NELLA STORIA
ALTA SCUOLA
LA SCUOLA SPAGNOLA DI VIENNA
IL CADRE NOIR
LA REAL ESCUELA
IL DRESSAGE COME SPETTACOLO
IL DRESSAGE COME COMPETIZIONE
NOZIONI FONDAMENTALI DEL DRESSAGE OGGI
LA BARDATURA
UNA GIOVANE PROMESSA DEL DRESSAGE COMPETITIVO ITALIANO ( VALENTINA TRUPPA )
BIBLIOGRAFIA
E comincio subito dandoti una mia versione della storia......
Cenni storici sul Dressage
Sin dall'antichità, l'arte di montare a cavallo suscitava grande interesse, come si può desumere, per esempio, da un'opera dello statista e generale greco Senofonte, scritta intorno al 380 a.C.
Nel libro di Senofonte vi sono riferimenti a Simone di Atene, il quale aveva a sua volta redatto un testo molto dettagliato sull'arte di andare a cavallo, sfortunata¬mente andato perduto. Chiunque conosca lo scritto di Senofonte, risalente a 2400 anni fa, non può non rimanere impressionato dalla precisione delle sue spiegazioni e dall'acume che egli dimostra nel riferire degli stati d'animo del cavallo. Il suo metodo di addestramento era basato sull'intuito e su un trattamento gentile dell'animale, atteggiamento, quest'ultimo, che, come vedremo, sfortunatamente non sempre fu condiviso dai grandi maestri che gli succedettero. «Tutto ciò che è forzato e imposto brutalmente non potrà mai essere bello», scrive Senofonte, e, a tal fine, sono significative le parole di Simone di Atene: «Se un ballerino fosse forzato a ballare attraverso l'uso di fruste e speroni o comunque di strumenti affini, non potreb¬be mostrare alcuna bellezza, così come un cavallo addestrato in condizioni simili».
Con la decadenza della potenza greca, il valore culturale di molte attività artistiche andò perduto; anche l'arte del montare a cavallo conobbe il declino, per poi alla fine cessare di esistere.
Ma il libro di Senofonte tenne viva la tradizione dell'arte equestre fino a divenire la base su cui questa poté svilupparsi durante il Rinascimento.
Come i grandi maestri nel campo della pittura e della scultura cominciarono a rifiorire sotto il sole italico, così accadde alla risvegliata arte di andare a cavallo che fu reintrodotta dal nobile napoletano Federico Grisone, riconosciuto dai suoi contemporanei come il padre dell'arte equestre.
A quell'epoca l'arte equestre era complementare alle attività di guerra. Infatti le battaglie si combattevano anche a cavallo e perciò l'arte di montare diveniva per così dire «vitale» nello svolgimento delle azioni militari: l'appoggiata serviva a schivare il colpo del nemico, la piroetta tornava utile per difendersi allorché si era circondati, il passage era un passo di parata e le cosiddette «arie sopra il terreno» (courbette, capriole ecc. ancora praticate alla Scuola Spagnola di Vienna e a Lipizza) aiutavano a districarsi in situazioni critiche durante il combattimento.
Grisone, che aveva studiato a fondo il libro di Senofonte, ripete quasi parola per parola le istruzioni che riguardano, per esempio, l'assetto del cavaliere e i suoi aiuti. La sua idea tuttavia era quella di controllare il cavallo attraverso la forza, così come dimostrano le numerose imboccature piuttosto severe da lui utilizzate. Ciò può essere parzialmente attribuibile alla circostanza sopra riferita e cioè all'uso del cavallo come strumento di guerra e quindi al non potersi «permettere», pena la vita, di eseguire movimenti in maniera imprecisa.
Il più famoso dei tanti allievi di Grisone fu sicuramente Pignatelli. Egli ricoprì la carica di Direttore nella famosa Accademia di Equitazione di Napoli dove anche il francese De Pluvinel fu accolto come studente.
De Pluvinel, che più tardi divenne maestro equestre di Luigi XIII, era un seguace delle teorie di Pignatelli, ma aggiunse ai dettami di quest'ultimo qualcosa derivato dalla propria esperienza personale. Al contrario del suo maestro e predecessore, mise in evidenza che ogni cavallo andava seguito individualmente e che il trattamento riservatogli doveva essere basato su intuizioni che non potevano che essere individuali, poiché ogni cavallo è diverso dagli altri, sostituendo quindi principi molto più umani a quelli basati sulla forza che a quell'epoca era di uso corrente. Le sue idee furono presentate nel suo libro Manège du Roi che apparve nel 1623. All'inizio l'opera fu messa in ridicolo, ma con il passare degli anni i principi di De Pluvinel furono generalmente accettati ed egli divenne il precursore di quel Franiois Robichon De La Guérinière che più tardi sarebbe diventato il più grande maestro di equitazione di Francia.
Il progredire verso sistemi meno violenti nell'addestramento dei cavalli fece sì che le dottrine del Duca di Newcastle, presentate nel 1657 in un libro piuttosto elaborato, non crearono una base duratura nell'arte dell'equitazione in Inghilterra, anche in considerazione della crudeltà dei suoi metodi.
L'influsso che Grisone, Pignatelli e i suoi allievi avevano avuto sull'arte equestre cominciò a disperdersi. In effetti all'inizio del diciottesimo secolo, l'arte equestre era quasi esclusivamente influenzata da maestri francesi e il più grande di tutti loro, De La Guérinière, scrisse l'opera forse più rivoluzionaria di tutti i tempi sull'argomento.
A differenza delle pubblicazioni dei suoi predecessori, la sua è di una chiarezza e di una facilità di lettura veramente esemplari. Non è il caso di discutere in dettaglio in questo capitolo gli insegnamenti di De La Guérinière, non perché non siano argomenti di grande interesse, ma perché in effetti l'equitazione moderna, così come è oggi e così come vedremo nel prosieguo, si basa in realtà sugli stessi principi.
Con l'avvento della Rivoluzione in Francia, gli insegnamenti di De La Guérinière furono abbandonati. Inoltre le guerre napoleoniche decretarono, purtroppo, la fine delle varie accademie equestri nelle corti europee; solo la Scuola Spagnola di Vienna poté preservare nel tempo i metodi di De La Guérinière.
Questo invalutabile merito fu dovuto principalmente a Max Ritter Von Weyrother, un eccezionale esperto di cavalli, che fu a capo della Scuola Spagnola di Vienna all'inizio del diciannovesimo secolo.
La sua influenza sull'arte equestre andò al di là dei confini austriaci e fu raccolta specialmente in Germania dove Seidler, il Barone Von Oeyenhausen e prin¬cipalmente Luis Seeger furono suoi discepoli. Questi ultimi godettero di una tale influenza nel loro Paese, da poter controbattere le dottrine di Frangois Baucher e dei suoi allievi Plinzner e Fillis, che così non poterono influire sull'arte equestre tedesca.
Occorre fare un inciso per evidenziare il fatto che, abbandonato l'impiego del cavallo a fini militari, anche l'arte equestre aveva subito un innegabile declino e il dressage era di fatto sopravvissuto in Francia grazie alle rappresentazioni circensi di cui Baucher e Fillis erano i protagonisti principali dell'epoca. Ciò mise in evidenza una sostanziale e insanabile incompatibilità fra dressage circense (sostan¬zialmente non basato su una attività «atletica» del cavallo e al conseguente impegno della schiena e del treno posteriore dello stesso) e dressage classico che a quel punto fu preservato solo grazie a quella meravigliosa istituzione che è la Scuola Spagnola di Vienna.
Più di ogni altro, comunque, fu il libro di Gustay Steinbrecht pubblicato nel 1885, Das Gymnasium des Pferdes, che si fondava sulle teorie di Seeger e Oeyw hausen, a costituire la base del moderno dressage così come è arrivato ai giorni nostri e così come è analizzato nel prosieguo di questo lavoro.
Per tornare ai metodi di Baucher e di Plinzner, che era un suo discepolo e che lavorò alle scuderie reali di Berlino dal 1874 in avanti, essi tendevano a chiudere i loro cavalli, così come propugnato da Baucher, distruggendo ogni impulso, ogni
desiderio di andare in avanti del cavallo stesso. A giustificazione di questi metodi si adduceva il fatto che, all'epoca, Plinzner doveva addestrare i, cavalli per l'Imperatore Guglielmo II di Germania, il quale era costretto a montare i suoi cavalli con una mano sola a causadi una paralisi al braccio.
James Fillis fu introdotto ai metodi di Baucher in Francia, dopo di che trascorse dodici anni come istruttore capo all'Accademia Militare di Pietrogrado e apparve per la prima volta in Germania in un circo nel 1892. Fillis suscitava l'ammirazione degli spettatori del circo e trovò parecchi seguaci tra i cavalieri dell'epoca ai quali sarebbe piaciuto vedere i suoi metodi applicati nell'addestramento militare. Senza dubbio Fillis era un grande artista, più interessato però alle evoluzioni dell'equitazione da circo che non ai principi di base dell'equitazione classica, dove tutti i movimenti derivano da leggi precise dettate dalla natura. La prova di ciò è data dai tanti movimenti cosiddetti «innaturali» che lo stesso Fillis presentava, come il galoppo su tre gambe, il galoppo indietreggiando e il passo spagnolo. Sta di fatto che, nel 1913, morì a Parigi, dimenticato dai più, così come il suo maestro Baucher, mentre i principi di De La Guérinière, preservati dalla Scuola Spagnola di Vienna e poi propagandati da Seeger e Steinbrecht, vengono seguiti ancora adesso e costituiscono il fondamento su cui poggiano le regole oggi vigenti, così come emanate dalla Federazione Equestre Internazionale.
Abbiamo già detto che la Scuola Spagnola di Vienna ebbe un grande ascendente sullo sviluppo dell'arte equestre in Germania: all'inizio della prima guerra mondiale, glj insegnamenti della Scuola di Cavalleria tedesca di Hannover erano completamente influenzati dai metodi praticati alla Scuola Spagnola di Vienna anche per merito del suo direttore Gebhart.
Ma fu sicuramente il libro di Steinbrecht Das Gymnasium des Pferdes, rivisitato e rimesso in circolazione da uno dei suoi allievi (Von Heydebreck), che costituì la fonte per le istruzioni equestri tedesche, che a loro volta hanno dato origine alle attuali regole FEI, alle quali è d'obbligo attenersi nel dressage moderno.
_________________ Un Giudice di Dressage
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venerdì 5 maggio 2006, 8:32 |
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Sole
Utente
Iscritto il: martedì 4 aprile 2006, 16:46 Messaggi: 79
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Tazl ha scritto:
sto facendo una ricerca per la scuola che riguarda sia il dressage che l'alta scuola...
mi potete dare un aiutino?????? sto impazzendo... non si trova quasi niente.... forse sbaglio a cercare.... bah!!!! Attendo fiduciosa i vostri consigli!!!!
Ovviamente volete anche sapere di cosa parlo!!!!!!
Allora vorrei strutturarla così:
<font face="Trebuchet MS"><center>NOZIONI FONDAMENTALI DI EQUITAZIONE
LA BARDATURA
ALTA SCUOLA
PERI HIPPIKES
LA SCUOLA SPAGNOLA DI VIENNA
I CADRE NOIR
LA REAL ESCUELA
UNA GIOVANE PROMESSA DEL DRESSAGE ITALIANO… VALENTINA TRUPPA
BIBLIOGRAFIA</center></font id="Trebuchet MS">
Buono il suggerimento del giudice ma , a mio avviso il tutto è OK se fai le superiori, un po troppo esteso se fai le medie inferiori.
Se tratti dell scuola di Vienna e del Cadre Noir automaticamente tratti dell'Alta Scuola . Parlerei del Dressage come competizione e non come spettacolo . Tralascerei la bardatura perchè è troppo specifica ed i professori non amano sentirsi impreparati. Proverei a mettermi in contatto mail con Valentina Truppa per una intervista.
Baci
_________________ Una Ex Dressaggista e felice amante della disciplina
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venerdì 5 maggio 2006, 15:06 |
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Tazl
Utente
Iscritto il: domenica 27 febbraio 2005, 0:37 Messaggi: 637 Località: Lombardia
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Giudice ha scritto:
Bellissima domanda e bellissima sfida per tutti i sapienti del dressage, ma per un aiuto concreto mi farebbe piacere sapere se gli argomenti sono stati una tua scelta o se invece ti sono stati imposti in quanto alcuni, a mio avviso, possono stridere tra di loro se non sapientemente miscelati.
scusate se rispondo solo ora.... allora.... li ho scelti io gli argomenti.... la mia prof appena sa cosa è un cavallo.... figurarsi se sa qualcosa di dressage e alta scuola!!!!!!!
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domenica 7 maggio 2006, 0:58 |
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Tazl
Utente
Iscritto il: domenica 27 febbraio 2005, 0:37 Messaggi: 637 Località: Lombardia
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Giudice ha scritto:
Se sono stati una tua scelta io personalmente, partendo dalla tua impostazione, li riorganizzerei così:
IL DRESSAGE NELLA STORIA
ALTA SCUOLA
LA SCUOLA SPAGNOLA DI VIENNA
IL CADRE NOIR
LA REAL ESCUELA
IL DRESSAGE COME SPETTACOLO
IL DRESSAGE COME COMPETIZIONE
NOZIONI FONDAMENTALI DEL DRESSAGE OGGI
LA BARDATURA
UNA GIOVANE PROMESSA DEL DRESSAGE COMPETITIVO ITALIANO ( VALENTINA TRUPPA )
BIBLIOGRAFIA
E comincio subito dandoti una mia versione della storia......
Grazie mille per l'idea che accatto volentieri... soprattutto il pezzo della storia, che con il tuo permesso vorrei riportare per intero nella relazione...
per il mio ordine degli argomenti, erano un po' incasinati.... perchè essendo ancora in fase di elaborazione non avevo ancora pensato in dettaglio come incastrarli tra di loro!!!!![:D]
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domenica 7 maggio 2006, 1:01 |
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Tazl
Utente
Iscritto il: domenica 27 febbraio 2005, 0:37 Messaggi: 637 Località: Lombardia
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Sole ha scritto:
Buono il suggerimento del giudice ma , a mio avviso il tutto è OK se fai le superiori, un po troppo esteso se fai le medie inferiori.
Se tratti dell scuola di Vienna e del Cadre Noir automaticamente tratti dell'Alta Scuola . Parlerei del Dressage come competizione e non come spettacolo . Tralascerei la bardatura perchè è troppo specifica ed i professori non amano sentirsi impreparati. Proverei a mettermi in contatto mail con Valentina Truppa per una intervista.
Baci[/size=2]
si, è una ricerca per il terzo anno del liceo classico....
so che la bardatura è troppo specifica.... ma più che altro avrebbe funzione di "glossario" dei vari termini....
ottima l'idea dell'intervista con la Truppa... purtroppo irrealizzabile per motivi che ti spiegherò in privato....[:(]
grazie mille a tutti e due!!!!!!! speriamo di prendere un bel voto e alzare un po' sta benedetta media generale...
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domenica 7 maggio 2006, 1:05 |
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Giudice
Moderatore
Iscritto il: martedì 28 marzo 2006, 8:40 Messaggi: 834
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Certamente
Ciao
Tazl ha scritto:
Giudice ha scritto:
Se sono stati una tua scelta io personalmente, partendo dalla tua impostazione, li riorganizzerei così:
IL DRESSAGE NELLA STORIA
ALTA SCUOLA
LA SCUOLA SPAGNOLA DI VIENNA
IL CADRE NOIR
LA REAL ESCUELA
IL DRESSAGE COME SPETTACOLO
IL DRESSAGE COME COMPETIZIONE
NOZIONI FONDAMENTALI DEL DRESSAGE OGGI
LA BARDATURA
UNA GIOVANE PROMESSA DEL DRESSAGE COMPETITIVO ITALIANO ( VALENTINA TRUPPA )
BIBLIOGRAFIA
E comincio subito dandoti una mia versione della storia......
Grazie mille per l'idea che accatto volentieri... soprattutto il pezzo della storia, che con il tuo permesso vorrei riportare per intero nella relazione...
per il mio ordine degli argomenti, erano un po' incasinati.... perchè essendo ancora in fase di elaborazione non avevo ancora pensato in dettaglio come incastrarli tra di loro!!!!![:D]
_________________ Un Giudice di Dressage
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domenica 7 maggio 2006, 7:40 |
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augusto
Utente
Iscritto il: domenica 14 agosto 2005, 15:18 Messaggi: 14 Località: Piemonte
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molto interessante questa ricerca, cosi intratterrai la tua classe su qualcosa di sicuramente nuovo e sconosciuto!! immagino
perchè nn proietti immagini? o addirittura proiettare pezzi di riprese..
l'intervista con la truppa mi sembra un ottima ideale anche originale, no??
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lunedì 8 maggio 2006, 22:50 |
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RachiEZLN
Utente
Iscritto il: lunedì 27 giugno 2005, 17:04 Messaggi: 5731 Località: Reggio Emila-Emilia Romagna
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"ALTA SCUOLA" - Oggi viene chiamata anche l'università per cavalli e cavalieri, per indicare l'altissimo grado di addestramento necessario per eseguire le figure prescritte. Nella festosa cornice della Scuola Spagnola di Vienna, uno dei templi per l'Alta Scuola, che assomiglia quasi ad una sala da ballo, questa arte classica viene eseguita solo da stalloni Lipizzani tutti grigi eccetto un baio che è addestrato per tradizione e per ricordare che i Lipizzani una volta erano colorati… e venivano usati come micidiali centauri da guerra. Infatti le varie figure di alta scuola venivano insegnate per costituire movimenti utili in guerra, sia per l'attacco che per la difesa. Interi trattati e fiumi d'inchiostro sono stati versati per discutere dell'appropriato allevamento ed addestramento di questi soggetti. Come canone di bellezza, il lipizzano si potrebbe definire un cavallo di tipo "barocco" specie se lo osserviamo in libertà a brucare l'erba in un pascolo, ma montato ed in movimento non potrà che meravigliare la potenza e grazia che riesce ad emanare e, con l'enorme capacità di raccogliersi, sembra crescere nello sproposito, effetto deterrente, che doveva appunto fare alle fanterie di 3/400 anni fa. L'incredibile bellezza che scaturisce dall'assoluta unione di cavalli e cavalieri, alla scuola viennese, si accresce durante le rappresentazioni con selle di pelle di cervo bianco. Al di la del valore bellico l'equitazione "di alta scuola" divenne parte dell'educazione dei principi di corte e dei nobili in generale. Caroselli e rappresentazioni a cavallo, parate e cortei erano momenti importanti per immagine; tanto meglio mettersi in mostra su un magnifico destriero…. Le bellissime (ma altamente tecniche) incisioni di Johann Elias Ridinger (1689-1767) illustrano nei minimi particolari, figure ed equipaggiamento. Accanto alla famosissima scuola di Vienna restano però altri due fulcri importanti , ognuno con una propria interpretazione della nobile arte equestre, che una volta veniva praticata ad ogni corte europea. JEREZ DELLA FRONTERA in Spagna, con i suoi cavalli di P.R.E. (pura razza spagnaola). Da qui sono partiti i cavalli che hanno fondato attraverso loro discendenti gli allevamenti di cavalli da guerra e parata che si distinguono, con l'inconfondibile flair iberico, nella disciplina. La terza il CADRE NOIR di SAUMUR in Francia antica rivale di Pinerolo. Essa vanta come Vienna tradizione ininterrotta e conserva la maggiore impronta militare ed a differenza della prima utilizza cavalli "moderni" Selle Francaise ed Anglarabi, con una propria liberalità rispetto alle altre due scuole che si dedicano cuore ed anima solo alle "loro" razze. Lasciando da parte ogni pregiudizio, infatti, alcuni famosi cavalieri passati da Saumur hanno addestrato cavalli di tutte le provenienze, dallo Shetland al Purosangue Inglese, ed indistintamente anche castroni e femmine. Una curiosità: la particolare staffa da "non perdere" infatti, è un cuscinetto pieno di piccoli chiodini flessibili attaccato alle suole dei cavalieri di Saumur ed assicura loro un assetto impeccabile. Al di là delle roccaforti classiche, l'alta scuola ha suscitato negli ultimi anni grande interesse anche fra i cavalieri non professionisti. In Italia la promozione è derivata soprattutto dall'avvento prorompente dei cavallo di P.R.E. nelle varie scuderie e con la migrazione di addestratori si sono creati molti centri, specie in Alta Italia. In Germania il movimento ha portato alla ricostituzione di una razza quasi estinta, il Knabstrupper, cavallo maculato e poderoso nel caso ideale somigliante al Lipizzano. In Svezia si cerca e si addestra i Fredriksborger di vecchio tipo, ma anche i Frisoni vantano grande interesse come cavalli da indirizzare all'alta scuola. La scena è vasta e molto vivace con manifestazioni, stages e gare. Tutti gli addestratori concordano che per fare un buon cavallo da alta scuola ci vuole tempo ed anni di paziente lavoro graduale e nonostante ciò molti soggetti non raggiungono mai, per limiti fisici o morfologici le arie alte o anche solo le medie difficoltà. Diffidare pertanto di cavalli di tre anni "iniziati" alta scuola per essere più vendibili. Severissima la Scuola Viennese: allevamento allo stato brado fino ai tre anni e mezzo d'età ed 8 anni di mirato ed intenso addestramento fino al raggiungimento della necessaria qualifica. Solo stalloni che hanno raggiunto la piena maturità nell'alta scuola sono ammessi come riproduttori. Cosa dire della "Prova dei 100 giorni" contro quella dei 2920 giorni !!! Non meraviglia, che la seconda versione produca cavalli che sono attivi fino ai vent'anni inoltrati.
. [img]/public/uploaded/forum/RachiEZLN/200659121711_spanishriding.gif[/img] 57,78 KB
_________________ ...L'essenziale è invisibile agli occhi... [E chi non ha problemi?!] .:.a condom a day kepps the doctor away.:. ...Voglio prendere le pillole che rimpiccioliscono così faccio una cosa che da tutta la vita aspetto di fare: mi voglio vestire da cammello e passare dentro la cruna di un'ago per vedere tutti i cammelli che, grossi, mi invidano... RachI
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martedì 9 maggio 2006, 12:13 |
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jib
Utente
Iscritto il: martedì 22 marzo 2005, 21:39 Messaggi: 213 Località: Veneto
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Giudice dà la sua "versione della storia", ma è una versione copiata di sana pianta dal libro "Dressage" di Enzo Truppa. Sarebbe corretto che Giudice mettesse fra parentesi la fonte da cui proviene questa "sua" versione, a meno che Giudice non sia Truppa in persona.
Fra l'altro, questa versione presente nel libro è stata copiata in buona parte, se non in tutta, dallo stesso Truppa, dall'opera di Alois Podhaisky, e anche lì non c'è la fonte da cui proviene (dev'essere un vizio dei Giudici di Dressage che scrivono).
Per concludere, in mezzo ad alcune cose che potremo anche discutere, nella ricostruzione storica risulta che Plinzner sia stato allievo di Baucher: cosa assai strana, considerando che Plinzner è stato invece il continuatore dell'opera di Steinbrecht, in cui lo stesso Steinbrecht non dice parole gentili nei confronti di Baucher.
Mistero della fede.
_________________ Massimo Basili
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giovedì 11 maggio 2006, 22:01 |
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Giudice
Moderatore
Iscritto il: martedì 28 marzo 2006, 8:40 Messaggi: 834
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Ancora una volta non ti smentisci.... Tutto ma proprio tutto quello che si legge nei rotocalchi, nelle riviste, su i quotidiani è già stato scritto. Per il 90%/95% le informazioni girano verticosamente per il mondo e le vere novità sono veramente poche. A maggior ragione quando si parla di storia. La storia è quella, che è.!... chi la vede da destra e chi da sinistra, chi da sopra e chi da sotto ma.... quella è, e quella rimane.
Io ho semplicemente dato all'amica una ricostruzione storica in sequenza di alcuni avveninenti per un suo elaborato scolastico perchè ancora una volta io preferisco FERE E AIUTARE e non polemizzare. Per me fare è meglio che criticare.
jib ha scritto:
Giudice dà la sua "versione della storia", ma è una versione copiata di sana pianta dal libro "Dressage" di Enzo Truppa. Sarebbe corretto che Giudice mettesse fra parentesi la fonte da cui proviene questa "sua" versione, a meno che Giudice non sia Truppa in persona.
Fra l'altro, questa versione presente nel libro è stata copiata in buona parte, se non in tutta, dallo stesso Truppa, dall'opera di Alois Podhaisky, e anche lì non c'è la fonte da cui proviene (dev'essere un vizio dei Giudici di Dressage che scrivono).
Per concludere, in mezzo ad alcune cose che potremo anche discutere, nella ricostruzione storica risulta che Plinzner sia stato allievo di Baucher: cosa assai strana, considerando che Plinzner è stato invece il continuatore dell'opera di Steinbrecht, in cui lo stesso Steinbrecht non dice parole gentili nei confronti di Baucher.
Mistero della fede.
_________________ Un Giudice di Dressage
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lunedì 15 maggio 2006, 8:16 |
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Sole
Utente
Iscritto il: martedì 4 aprile 2006, 16:46 Messaggi: 79
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Giudice ha scritto:
Ancora una volta non ti smentisci.... Tutto ma proprio tutto quello che si legge nei rotocalchi, nelle riviste, su i quotidiani è già stato scritto. Per il 90%/95% le informazioni girano verticosamente per il mondo e le vere novità sono veramente poche. A maggior ragione quando si parla di storia. La storia è quella, che è.!... chi la vede da destra e chi da sinistra, chi da sopra e chi da sotto ma.... quella è, e quella rimane.
Io ho semplicemente dato all'amica una ricostruzione storica in sequenza di alcuni avveninenti per un suo elaborato scolastico perchè ancora una volta io preferisco FERE E AIUTARE e non polemizzare. Per me fare è meglio che criticare.
jib ha scritto:
Giudice dà la sua "versione della storia", ma è una versione copiata di sana pianta dal libro "Dressage" di Enzo Truppa. Sarebbe corretto che Giudice mettesse fra parentesi la fonte da cui proviene questa "sua" versione, a meno che Giudice non sia Truppa in persona.
Fra l'altro, questa versione presente nel libro è stata copiata in buona parte, se non in tutta, dallo stesso Truppa, dall'opera di Alois Podhaisky, e anche lì non c'è la fonte da cui proviene (dev'essere un vizio dei Giudici di Dressage che scrivono).
Per concludere, in mezzo ad alcune cose che potremo anche discutere, nella ricostruzione storica risulta che Plinzner sia stato allievo di Baucher: cosa assai strana, considerando che Plinzner è stato invece il continuatore dell'opera di Steinbrecht, in cui lo stesso Steinbrecht non dice parole gentili nei confronti di Baucher.
Mistero della fede.
GIUDICE!!!!!Non ti è passato nella testa che forse JIB è tanto GRANDE da poter interpretare la storia a modo suo come fa per tutto quanto??????? Coraggio giudice siamo in molti a capirti e .......se fossi Truppa , ma non posso crederci, considererei con maggior consenso la persona (lui medesimo)
_________________ Una Ex Dressaggista e felice amante della disciplina
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mercoledì 17 maggio 2006, 10:51 |
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duca
Utente
Iscritto il: martedì 8 marzo 2005, 16:11 Messaggi: 48 Località: Lazio
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Credo però che, al di là del discutibile modo di porsi di jib, rimanga il punto non secondario per chi deve scrivere la tesina, di sapere se Plinzner fosse allievo di Baucher o di Steinbrecht, ai fini della corretta cronologia e dato che i due proponevano metodi di addestramento abbastanza diversi. Inoltre a beneficio di tutti quelli che leggono qui, e magari per fargli venire voglia di andare ad approfondire sui "sacri testi", sarebbe interessante accennare a Baucher "prima maniera" e "seconda maniera" (è una distinzione che ho sentito fare ma non ne conosco i contenuti): un altro nome che si sente spesso e che sarebbe interessante collocare nel contesto credo che sia quello del generale l'Hotte (forse l'ho scritto male?) che se non erro ai tempi provocò una spaccatura stile "coppi-bartali" tra i sostenitori di Hotte e Baucher (ne devo dedurre che Hotte sia riconducibile al filone di Steinbrecht?).
Grazie e saluti
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mercoledì 17 maggio 2006, 17:04 |
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Casper
Utente
Iscritto il: giovedì 12 gennaio 2006, 13:19 Messaggi: 160 Località: Liguria
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Tazl, se invece vuoi i contatti della lauretta conza, scrivimi in mp.
E' un persona gentilissima e squisita e sono sicuro, previo mio avvertimento, che sarebbe disposta a un colloquio con te, simil intervista.
Se ti interessa batti un colpo.
_________________ una rondine non fa primavera, fa....CIP!
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giovedì 18 maggio 2006, 10:14 |
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