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 Doma Naturale G A???? 
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Iscritto il: giovedì 17 febbraio 2005, 7:46
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Quello che voglio dire io è che desidererei la collaborazione "responsabile e conscia" del cavallo, non condizionata da una reazione imposta. Insomma voglio che dia del suo, non che esegua meccanicamente.


mercoledì 21 febbraio 2007, 11:26
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solo il fatto di domare un cavallo è una costrizione, la cosa migliore sta nel farlo nel modo meno traumatico possibile

_________________
non faccio quasi mai zero ma sono sempre la + elegante


è meglio cadere di culo che di faccia anche se hai la faccia di culo:-D


mercoledì 21 febbraio 2007, 11:41
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Ombra ha scritto:

Quello che voglio dire io è che desidererei la collaborazione "responsabile e conscia" del cavallo, non condizionata da una reazione imposta. Insomma voglio che dia del suo, non che esegua meccanicamente.


Beh, su questo non sono così concorde. Se è vero come è vero che il metodo è derivato dalle logiche di branco, non vedo motivo per il quale le reazioni siano interpretabili come "riflessi condizionati"


mercoledì 21 febbraio 2007, 11:42
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Iscritto il: martedì 20 febbraio 2007, 23:47
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Premesso che non sono un esperto.....,posso dire che in circa due anni (fra maneggi, scuderie, allevamenti, importatori, veterinati, maniscalchi ecc.) ho riscontrato un atteggiamento verso i cavalli molte volte violento (frustate, speronate,bastonate, strattonate, schiaffi sul naso ecc.), non parliamo poi dei racconti che si sentono. Alla fin fine credo che se ci fosse più umiltà e meno presunzione si potrebbero capire e risolvere molte cose con i cavalli. Dico questo perchè ho avuto la fortuna di conoscere il Sig. G A, il quale ritengo possa avere molto ma molto da insegnare, soprattutto a chi crede d'essere già arrivato. Con questo non voglio dire che sia l'unico, ma prima di collocarlo su un piedistallo commerciale......bè consiglio di conoscerlo di persona.
E' altrettanto vero che osservare, vivere vicino ai cavalli aiuta molto, ma se trovi chi ti spiega che guardando negli occhi un cavallo gli stai dicendo vattene! forse semplifica a noi e a loro.


mercoledì 21 febbraio 2007, 13:26
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Azz Alvise, ma sti fetenti li hai incontrati tutti tu??

No, perchè non è proprio sempre e solo cosi.. a leggere quello che hai scritto, sembra che solo doma parelli e roberts sono buoni e bravi e gli altri solo dei carnefici

e cavolo, non è cosi dappertutto..

inoltre, visto che sei nuovo e hai 1 messaggio all'attivo, qui in forum, c'è una regoletta dorata, che è quella di non fare MAI nomi e cognomi delle persone.
grazie


mercoledì 21 febbraio 2007, 15:42
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Ops...scusate non si ripeterà.


mercoledì 21 febbraio 2007, 16:49
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Iscritto il: martedì 20 febbraio 2007, 23:47
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Forse sarà stato un caso, ma non mi sono sognato quel che ho vissuto di persona. Non voglio soffermarmi nei casi specifici. Certamente non era mia intenzione far credere che tutti siano dei carnefici. Ma semplicemente che il Sig.G.A. è stato molto professionale e onesto, diciamo che non mi è sembrato uno di quelli che predica bene e razzola male.


mercoledì 21 febbraio 2007, 19:04
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Beh, su questo non sono così <b>concorde</b> [/quote]

Miiiii Nicola! ok che sei in gamba! ma considerarsi addirittura un jet supersonico...eh! eh!

. [img]/public/uploaded/forum/Holden/2007221192310_Concorde-2.jpg[/img] 40,92 KB

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La qualità non è mai un caso, è sempre il risultato di una nobile intenzione, di uno sforzo sincero; è la scelta più saggia tra molte alternative.


mercoledì 21 febbraio 2007, 20:23
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Già...

A proposito, anche se il termine è indubbiamente aulico, Il Dizionario Garzanti della Lingua Italiana ancora lo riporta:

agg.
che concorda, che è in accordo: opinione, azione concorde | unanime: è stato assolto con giudizio concorde


giovedì 22 febbraio 2007, 10:27
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Ma la sapete una cosa vuddue???

Potreste andare a ZELIG OFF

e diventare i nuovi ALE e FRANZ!!!!![8D][8D][8D]


giovedì 22 febbraio 2007, 10:42
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alvise2000 ha scritto:

Forse sarà stato un caso, ma non mi sono sognato quel che ho vissuto di persona. Non voglio soffermarmi nei casi specifici. Certamente non era mia intenzione far credere che tutti siano dei carnefici. Ma semplicemente che il Sig.G.A. è stato molto professionale e onesto, diciamo che non mi è sembrato uno di quelli che predica bene e razzola male.



Beh, Alvise, da come avevi scritto, pareva proprio cosi'.. veterinari, commercianti, allevatori, tutti dei bastardi pronti a menare il cavallo in qualunque occasione.
Ripeto, non è cosi' dappertutto, sei solo stato un po sfigato ad incontrare gente sbagliata, anche a me è capitato, e ho solo fatto una cosa, non gli ho dato mai retta.

E comunque, ripeto, viva la doma dolce, pero'.. non facciamo come i signori del "barefoot" che si sono inseriti nei vari forum additando i ferri e i maniscalchi come criminali ed assassini, io non discuto la teoria, che mi interressa capire, ma il metodo con cui viene divulgata!!!


giovedì 22 febbraio 2007, 10:48
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ooooohhhhh....

che seriosità Nicola! ridi un pò!

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giovedì 22 febbraio 2007, 10:54
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Andrea ha scritto:

E comunque, ripeto, viva la doma dolce, pero'.. non facciamo come i signori del "barefoot" che si sono inseriti nei vari forum additando i ferri e i maniscalchi come criminali ed assassini, io non discuto la teoria, che mi interressa capire, ma il metodo con cui viene divulgata!!!


Una persona saggia, più di sicuro di quanto sia io, mi diceva, tempo fa, che certi metodi sono effettivamente in buona parte già patrimonio di ogni "uomo di cavalli" degno di questo nome.

Forse il vantaggio che ha chi li codifica, è quello di proporre uno studio approfondito sul perchè si agisce o meno in un determinato modo.

E' utile a mio parere, passare ogni tanto dalla pratica alla teoria.

Mi spiego: una pratica può essere del tutto ragionevole e logica, ma formalizzarla può aiutare a studiare e sviscerare tutti gli aspetti.

In più, chi ha i coraggio di mettere la faccia sulla copertina di un libro, oltre al discorso commerciale, si espone a tutte le legittime critiche e riserve di altre persone, che però, proprio sulla base di quanto viene scritto, può fare nuove riflessioni.

L'integralismo è certo un difetto, e il barefoot citato è un po un esempio, ma il solo fatto che si parli nuovamente, e con più consapevolezza, del "piede" del cavallo, conoscenza sempre solo demandata all'"alchimia" del maniscalco, è già un gran bene.


giovedì 22 febbraio 2007, 13:00
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Hai centrato il punto, e gia sulla questione del barefoot ci sono ingiro diverse e interessanti discussioni, questa della doma dolce, pero', secondo me, troppo spesso viene confusa con l'addestramento.

mi spiego meglio, perchè soprattutto, vorrei capire anch'io

in pratica la doma dolce dei sigg Parelli e Roberts, serve a fare si che tu uomo possa comunicare meglio con l'animale "cavallo", dal momento in cui il cavallo è in fase di puledro, giusto??
Si possono anche correggere problemi comportamentali, tramite la doma dolce , a-rigiusto?

Ebbene, ma dal momento in cui il cavallo deve diventare un saltatore, un dressagista, un completista.. a quel punto cosa succede??
Si ferma la doma e si "addestra" il cavallo???

Ok, il cavallo mi segue, si fa prendere, se sono in paddok e lo chiamo lui viene..ma poi.. gli devo salire in groppa, devo fargli capire che differenza passa tra passo, trotto e galoppo...
qui , a questo punto cosa succede???

E' questo l'interrogativo che mi tormenta!!


giovedì 22 febbraio 2007, 13:31
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Andrea ha scritto:


Ok, il cavallo mi segue, si fa prendere, se sono in paddok e lo chiamo lui viene..ma poi.. gli devo salire in groppa, devo fargli capire che differenza passa tra passo, trotto e galoppo...
qui , a questo punto cosa succede???

E' questo l'interrogativo che mi tormenta!!


Ecco il problema.
La soluzione l'ho trovata parlando con Roberts anni fa, che mi ha detto quello che, secondo lui, è coerente con quanto, in termini di rapporto, si fa da terra.

- Il punto principale è il tempo.

Il tempo, inteso come pazienza, è il punto principale. Chiedere e dare, in termini di pressione e di relax, e non di carote è un concetto base, che peraltro tutti trainers professionisti conoscono, ma che va applicato senza fretta, senza imposizione. Questo concetto cozza ovviamente con il tempo "tecnico" legato alle competizioni, che obbligano l'addestramento entro barriere temporali precise.

Il tempo inteso come "tempo dell'attenzione". Un cavallo, come noto, può darci la sua massima attenzione e concentrazione per non più di trenta minuti. Il che in pratica significa che un cavallo, lavorato per più di un'ora complessiva, tra riscaldamento e defaticamento, non potrà rendere in maniera ottimale.

Il tempo inteso come "tempo della riflessione". Il cavallo ha una memoria incredibile, e non sto qui a portarne le prove. Ma il suo memorizzare è legato anche al tempo che gli si concede per rielaborare e riflettere sui messaggi che gli abbiamo trasmesso.
Per questo mi è stato insegnato, per esempio, a variare il lavoro, e semmai, ad intervallare i giorni in cui è richiesta attenzione, da quelli in cui la massima richiesta è una bella passeggiata.

Il tempo inteso come "programmazione". L'insegnamento che ho ricevuto è "mai salire in sella senza un programma definito", ma non con ostinazione, solo con perseveranza. Fondamentale è anche, in questo senso, anche il fatto che "la passeggiata è un ottimo programma".


giovedì 22 febbraio 2007, 13:55
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