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 Caprilli e Karl 
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Messaggio Caprilli e Karl
Un amico ha questo motto di Caprilli nella sua firma:
Cita:
Prima regola di una buona equitazione è quello di ridurre, semplificare e qualche volta anche se possibile eliminare l'azione del cavaliere. (Federico Caprilli)


La domanda sorge spontanea, nel centenario della morte di Caprilli. Caprilli a suo tempo era "rivoluzionario", e la sua rivoluzione andava proprio a minare alcuni principi dell'equitazione accademica.

Ora, la scuola delle leggerezza si rifà - da quel poco che ho capito - a principi accademici... ma incorpora anche le intuizioni di Caprilli, o le nega? O accetta alcune indicazioni di Caprilli, e quindi nega alcuni principi della scuola accademica (quelli che Caprilli contestava)? Non capisco bene.

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Sbagliando s'impara: in genere, si impara lo sbaglio.
Qualche mago della logica dice: "Se mi contraddici non puoi aver ragione, perchè se tu avessi ragione io avrei torto, e questo è assolutamente impossibile"


lunedì 18 febbraio 2008, 10:44
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Messaggio Re: Caprilli e Karl
Mio personale giudizio.
Come ogni maestro ha fatto del bene e del male.
L idea della leggerezza vista come assetto é stata pienamente inglobata nell addestramento classico (accademico é una questione diversa, e ahime poco sviluppata) inoltre lui portava avanti il discorso mani senza gambe e gambe senza mani, l unica pecca sono stati a mio parere i metodi addestrativi basati poco sulla ginnastica creando cosi cavalli sempre piu rigidi.
Siamo alle solite... ci sono metodi che van bene solo su cavalli dotati, ma un cavallo dotato se ben ginnasticato puo volare...

Se fai gareggiare un utilitaria con una macchina sportiva vince la macchina sportiva, ma se metti fisichella sull utilitaria e una vecchietta sulla sportiva, si... magari vince lo stesso la sportiva ma é tutto un altro guardare....


lunedì 18 febbraio 2008, 11:22
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Messaggio Re: Caprilli e Karl
hahaha

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lunedì 18 febbraio 2008, 11:57
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Messaggio Re: Caprilli e Karl
io ho letto in occasione del cetenario alcune frasi dette o scritte da caprilli e mi erano sembrate tutte conformi con le idee classiche. Detto questo non conosco in modo aprofondito l'argomento quindi lascio la discussione agli esperti :P


martedì 19 febbraio 2008, 11:44
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Messaggio Re: Caprilli e Karl
non dimentichiamo che caprilli si rivolgeva all'esercito
la necessaria rapidita' di addestramento (del cavallo, certo, ma anche del cavaliere) e l'utilizzo in campagna facevano si che il molto tempo passato ad addestrare e ginnasticare un cavallo in maneggio, fosse poi vanificato da un utilizzo del tutto approssimativo da parte di un soldato magari non troppo versato nell'equitazione, ma che comunque a cavallo ci doveva andare...
se poi mettiamo in conto che pure queste ginnasticazioni in maneggio venivano messe in opera da altrettanti soldati e non di certo da maestri...

dunque le povere bestie, nella migliore delle ipotesi, prima venivano rese adatte ad un lavoro di maneggio (pieghi, riunione, andature corte e rilevate, e lavoro di fino insomma), e poi passate in mano a soldati che dovevano correre e saltare in campagna (andature veloci, radenti, e interventi bruschi da parte del cavaliere)... ecco a grandi linee il perche' della necessita' di cambiare sistema e lasciar perdere "l'alta scuola"...
ma d'altra parte, a ben pensare, non c'e' bisogno di essere dei genii per rendersi conto che se vogliamo essere pronti per l'endurance nel minor tempo possibile non serve insistere a fare lavori su due piste in maneggio...

noi oggi sappiamo che se non vogliamo rovinare anzitempo il nostro amico, dovremo almeno passare la prima parte del lavoro a far si che "l'innesto prenda bene", ovvero assicurarci che il cavallo trasporti il cavaliere distendendo il dorso invece che contrarlo, come farebbe di natura, e che non tema i suoi interventi e dunque non faccia difese (il timore e le difese lo farebbero contrarre di nuovo)... gia basterebbe!

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martedì 19 febbraio 2008, 12:52
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Iscritto il: mercoledì 7 marzo 2007, 7:45
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Messaggio Re: Caprilli e Karl
shyboy ha scritto:
io ho letto in occasione del cetenario alcune frasi dette o scritte da caprilli e mi erano sembrate tutte conformi con le idee classiche. Detto questo non conosco in modo aprofondito l'argomento quindi lascio la discussione agli esperti :P


Consiglio il bel sito http://www.equestrian.it/ di un'amica che ho purtroppo perso di vista, riporta ampi brani di Caprilli ed altri.

Un pezzetto:
Cita:
Il suo sistema, detto Metodo Naturale di Equitazione, prevede che il cavallo sia lasciato completamente libero nel suo equilibrio, con il bilanciamento testa-collo che si muove naturalmente senza interferenze da parte del cavaliere che deve adattarsi al cavallo e impartire i comandi in modo semplice: gambe per avanzare e accelerare, mani per dirigere, rallentare e fermare.


Siamo agli antipodi dal concetto che il cavallo non sa più camminare (con il cavaliere in sella) , è naturalmente sghembo e squilibrato ecc...

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martedì 19 febbraio 2008, 13:00
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Messaggio Re: Caprilli e Karl
se e' per questo mi pare consigli anche le mani basse e fisse
un suggerimento e che e' stato preso un po troppo alla lettera, a mio avviso

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martedì 19 febbraio 2008, 18:33
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Messaggio Re: Caprilli e Karl
per dovere di cronaca:

""l'istruttore insegnerà che le mani debbono essere tenute naturalmente ed il più possibile vicine e ferme lateralmente al garrese, e che tutti i movimenti, e nelle reazioni che il cavaliere riceve, esse debbono sempre mantenersi basse e pronte a cedere in direzione della bocca""

questo e' quello che scriveva caprilli sulle mani, anche lui aveva intuito l'importanza di "cedere" o "rendere" la mano.... ma......

x il resto voleva che il cavallo venisse lasciato fare il piu' possibile, che si arrangiasse da solo in buona sostanza... questa diventa di fatto la scelta giusta nel momento in cui si debba avere a che fare con la truppa e con l'esercito... il cavallo in effetti si arrangia da se, come negarlo? poco importa da che parte e' flesso, se abbia l'incollatura rovescia o corretta, la schiena aperta o giusta, anzi se e' aperta magari e' pure meglio perche' favorisce la velocita'... da qualche parte scrive anche di girare tirando la redine interna e lasciando l'esterna (cosa per me sbagliata o che comunque e' facile che questa indicazione venga travisata).... ovviamente dice anche di disturbarlo il meno possibile in bocca per poter ottenere cio che si vuole senza adirarlo...
non lo so.... avendo letto cosa scrivono molte altre persone che hanno dedicato la vita ai cavalli, questa mi pare una equitazione superficiale, valida per delle reclute che vanno a cavallo con lo scopo di ottenere subito il minimo dell'obbedienza indispensabile (lo dice lui stesso) per saltare o andare in guerra, non per una persona che voglia capire bene come funziona il suo cavallo, e soprattutto a cui ci tiene...
anche a Saumur accadde lo stesso, alle reclute venne proibito il metodo di Baucher a favore di una equitazione piu' semplice...

se volete montare cosi' ben venga, ma a me non basta piu', non sono nell'esercito...

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giovedì 21 febbraio 2008, 11:24
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Messaggio Re: Caprilli e Karl
nabumax ha scritto:
x il resto voleva che il cavallo venisse lasciato fare il piu' possibile, che si arrangiasse da solo in buona sostanza... questa diventa di fatto la scelta giusta nel momento in cui si debba avere a che fare con la truppa e con l'esercito... il cavallo in effetti si arrangia da se, come negarlo? poco importa da che parte e' flesso, se abbia l'incollatura rovescia o corretta, la schiena aperta o giusta, anzi se e' aperta magari e' pure meglio perche' favorisce la velocita'... da qualche parte scrive anche di girare tirando la redine interna e lasciando l'esterna (cosa per me sbagliata o che comunque e' facile che questa indicazione venga travisata).... ovviamente dice anche di disturbarlo il meno possibile in bocca per poter ottenere cio che si vuole senza adirarlo...


Ecco....Dentro queste parole stanno due fatti importanti:

Il primo, importantissimo, è che questi principi sono quelli che hanno prodotto i fratelli D'Inzeo, ed il loro modo di pensare all'equitazione sportiva, dove il problema era "disturbare il meno possibile" un cavallo già di per sè estremamente qualitativo, scelto tra una moltitudine di soggetti messi a disposizione dall'allevamento dell'esercito.

Il secondo, conseguenza diretta del primo, è che la scuola equestre italiana è ancora, per molti versi, discendente diretta di quella stessa scuola, senza una vera e sostanziale evoluzione.

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giovedì 21 febbraio 2008, 11:36
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Messaggio Re: Caprilli e Karl
cio che ha capito alex, o come lo scrive, e' fondamentalmente sbagiato: che il cavallo non sa piu' camminare o stare in equilibrio col cavaliere sopra...
cio non e' vero, nessuno sostiene questo, il cavallo e' benissimo in grado di farlo, ma e' in grado di farlo nella misura in cui un ragazzino e' in grado di passare metà della sua vita sui banchi di scuola o con lo zaino a spalle senza conseguenze, certamente che camminera' lo stesso, ma se nessuno lo corregge o se non fa adeguato sport diventa gobbo a 20 anni.... poi ci sono le eccezioni, ovvero il compagno di banco bello e dritto di natura che non si ingobbisce manco a volerlo, ma a me la gobba e' venuta maledizione...

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giovedì 21 febbraio 2008, 11:51
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Messaggio Re: Caprilli e Karl
Conosco cavalieri che fanno gare ad alti livelli che utilizzano il metodo del lasciar fare, ma... ma...
Il discorso che ammettono anche loro é che selezionano il cavallo piu dotato, se un cavallo non ha doti naturali lo scartano.
Ma il discorso é questo..; prima di tutto pochi sono quelli che si possono permettere certi cavalli e secondo sono consapevole che un cattivo addestramento peggiorerebbe il dono naturale ma cosa potrebbe far fare al cavallo un addestramento corretto?
Rendere simmetrico un cavallo che di natura salta senza problemi un metro e sesanta vuol dire dargli la possibilità di saltarne due di metri


giovedì 21 febbraio 2008, 15:06
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Messaggio Re: Caprilli e Karl
Quando ho letto Mazzoleni (che a quanto ho capito si presenta come un "Karl in piccolo", ma forse nemmeno tanto in piccolo...) ho ricevuto una spiacevole impressione... il fatto che si confondesse una buona, semplice equitazione di base con i necessari preliminari di un'equitazione avanzata. Sarebbe come se per prendere la patente di guida si dovesse insegnare la teoria della guida sportiva di formula 1, o come se per imparare a suonare l'armonica a bocca per accompagnare un gruppetto di amici si dovessero fare anni e anni di esercizi di solfeggio...

A me non interessa un cavallo atleta, mi basta un cavallo sano. Nemmeno io sono un atleta. L'equitazione che io pratico non la chiamerei sport, e tantomeno "arte".

Paragono la fatica che fa il cavallo a scarrozzarmi in passeggiata a quella che farei io in un giro in montagna con uno zaino abbastanza pesante... ma portabile, diciamo un 10-15 kg. So che posso farcela, e senza tanti problemi.

Certo, se con quello zaino dovessi fare esercizi di ginnastica artistica, o fare una partita di basket, o correre una maratona, la mia preparazione fisica dovrebbe essere piuttosto accurata...

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giovedì 21 febbraio 2008, 16:02
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Messaggio Re: Caprilli e Karl
la questione pare essere che tu, quando fai un'ora di passeggiata con sulla schiena uno zaino, ne sei consapevole, e hai un background culturale e pratico che ti fa disporre del tuo corpo e della tua forza allo scopo di portare lo zaino e arrivare alla meta (es: cerchi di usare le gambe e stare diritto piuttosto che affaticare la schiena), il cavallo non sa cosa sta facendo ne tantomeno dove e quale sia la sua meta, e senza addestramento si dispone come meglio gli sembra, che non e' detto corrisponda a cosa meglio sia per lui...

ad ogni modo so cosa vuoi dire e cosa intendi, se trovo il tempo inserisco poi qua alcune altre cose sostenute da caprilli x stuzzicare gli amici Karlisti....

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giovedì 21 febbraio 2008, 16:23
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Messaggio Re: Caprilli e Karl
Alex hai sbagliato il paragone, le due persone non si assomigliano per niente, meglio chiudere la cosa prima che nascano polemiche :wink:


giovedì 21 febbraio 2008, 16:28
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Messaggio Re: Caprilli e Karl
Leggo tanto su Caprilli e poco su Karl... :roll:
Ora... Caprilli, a grandi linee, so chi è e cos'ha fatto... ma Karl? :?
Perchè nessuno ne parla? O cmq non se ne parla tanto come Caprilli? : Blink :
Leggendo il titolo del topic mi sarei aspettata una specie di "confronto" fra i due e invece...
Illuminatemi, per favore :idea:

P.s.: prendo anche in considerazione l'eventualità di non aver colto all'interno di questo topic ciò che chiedo qui sopra... :roll: : Hurted :

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giovedì 21 febbraio 2008, 16:30
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