ESPERIENZE CLINICHE NEL TRATTAMENTO DEL SARCOIDE EQUINO
CON XX TERRA

Introduzione: Il sarcoide può essere definito come un tumore non metastatico della cute di origine
fibroblastica, particolarmente frequente nei cavalli, nei muli e negli asini che, pur non rappresentando
un pericolo per la vita dell’animale, a seconda della sua localizzazione è responsabile di danni
estetici e funzionali che compromettono l’uso e diminuiscono il valore di mercato dell’animale.
Attualmente, nessun trattamento utilizzato è in grado di rimuovere radicalmente e con sicurezza il
sarcoide: infatti, in seguito alla terapia è frequente la recidiva o la crescita di un nuovo tumore nei
tessuti viciniori con un’aggressività maggiore della forma originaria. La prognosi, così come la scelta
e la risposta alla terapia, varia in base alle dimensioni, al numero, alla localizzazione e al tipo istologico
del tumore. Lo scopo di questo lavoro è quello di valutare in maniera critica l’utilizzo terapeutico
di una pomata denominata XX terra, a base di Sanguinaria canadensis, Cheleritrina e Protopina
nelle diverse forme di questa insidiosa patologia.
Esperienze cliniche: La nostra casistica comprende 16 cavalli, di razze diverse, 7 maschi e 9 femmine,
d’età compresa tra i 2 e i 18 anni che, nel periodo compreso tra gennaio 2001 e giugno 2003, sono
stati sottoposti alla nostra osservazione. In tutti gli animali, le lesioni erano presenti da oltre 6 mesi con
un’evoluzione cronica e progressiva. La diagnosi clinica è stata confermata dall’esame citologico ed
istologico. Il protocollo terapeutico prevedeva l’applicazione di XX terra, unguento prodotto e distribuito
da Larsen Laboratories, Fort Collins, USA, sulla lesione ogni giorno per quattro giorni consecutivi.
In caso di assenza di risposta o di effetto non positivo si consigliava una seconda applicazione con
le stesse modalità. Non è stato applicato alcun bendaggio, né alcuna protezione della parte trattata.
Risultati: Nei soggetti trattati non abbiamo riscontrato dati obiettivi riferibili a complicazioni sistemiche.
Si sono invece manifestate reazioni locali di intensità sempre maggiore durante la successione
dei cicli di terapia. 14 cavalli hanno avuto una riduzione delle dimensioni del tumore entro
10 giorni dalla fine del ciclo di terapia; la completa regressione della neoplasia si è avuta in 8
soggetti. In due soggetti il trattamento è stato ripetuto in assenza di risposta sette giorni dopo la fine
del primo ciclo di terapia senza ulteriori modifiche delle dimensioni della neoplasia. Nessuna recidiva
si è verificata a 6 mesi dal termine della terapia.
Conclusioni: La scelta del protocollo terapeutico da adottare deve essere posta in relazione sia con la gravità
della neoformazione, con la sua forma e localizzazione, che con le caratteristiche individuali del paziente
(età, uso, attitudini, valore dell’animale ecc.). È tuttavia difficile proporre uno schema terapeutico
preciso per ogni forma della neoplasia con una prognosi certa nei riguardi delle recidive. L’utilizzo dell’XX
terra è efficace soprattutto in quei casi nei quali la lesione appare poco diffusa e di dimensioni non
accentuate. È infatti evidente la difficoltà di penetrazione della pomata in grandi masse neoformate, spesso
ulcerate o complicate da germi di irruzione secondaria o ancora cheratinizzate. Il protocollo utilizzato
ha presentato l’indubbio vantaggio di concentrare l’azione del farmaco esclusivamente nella sede della lesione
annullando così gli effetti sistemici, difficilmente controllabili; al contrario sono state registrate reazioni
locali di intensità sempre rilevante, con formazioni di escare in misura variabile in relazione alla
quantità di sostanza utilizzata, nonché alla sede ed allo sviluppo della neoformazione. Le differenti risposte
ottenute sono da ricollegare, probabilmente, alla estensione ed alla localizzazione della neoplasia.