Le apparecchiature andrebbero ritarate ogni anno presso istituti
specializzati, ma nessuno lo ha mai fatto. Lo sostiene l’Adusbef,che
sta vincendo ricorsi in serie a Lecce, sulla base di una legge
risalente a quattordici anni fa. Anche perché gli istituti in Italia
non ci sono… di Riccardo Matesic
Sarebbero tutte annullabili le multe per eccesso di velocità elevate
con l’ausilio di apparecchiature Autovelox e quelle per i passaggi
con il rosso rilevati con apparecchiature Photored. Lo sostiene
l’Adusbef, un’associazione di tutela dei consumatori, sulla base di
una legge del 1991 (la 273), secondo la quale “tutti gli strumenti a
componente metrica – vale a dire che misurano delle distanze - devono
essere accompagnati da un certificato di taratura rilasciato da
appositi istituti riconosciuti a livello nazionale”.
Del resto gli Autovelox vengono già regolarmente ritarati ogni anno
in Francia, Inghilterra, Germania, Olanda, Belgio, Austria,
Portogallo, Svezia, Finlandia, Svizzera e in altri paesi ancora.
Da noi però c’è il problema, continua l’Adusbef, che le strutture
idonee e riconosciute a livello comunitario, i cosiddetti Servizi
Italiani di Taratura (SIT), non esistono! Perciò tutti i giudici di
pace possono annullare le multe. Cosa che hanno puntualmente iniziato
a fare a Lecce, dove nell’ultima settimana sono molti i verbali di
contravvenzione annullati.
Curiosamente il nostro Ministero non si era accorto di questa norma,
o aveva preferito sorvolare. Perlomeno fino a poco tempo fa, perché
nella recentissima omologazione dei rilevatori automatici di
infrazioni (Traffiphot III-SR e Photored V), firmata il 24 dicembre
2004, si legge che gli organi di Polizia Stradale che li utilizzano
come misuratori di velocità, sono tenuti a verifiche periodiche di
taratura, con cadenza almeno annuale. Non si dice, però, come e da
chi debbono essere condotte queste verifiche. A sollevare il problema
ci ha pensato l’Avv. Antonio Tanza, vicepresidente dell’Adusbef, che
ha predisposto dei ricorsi per conto di associati, ricorsi che oggi
sono stati accolti. Il motivo di questa battaglia, viene specificato,
non è la guerra ai controlli; l’Adusbef anzi ha sempre ribadito
l’importanza del rispetto delle norme del Codice della Strada.
Piuttosto si è voluto reagire alla pratica diffusa di usare gli
Autovelox per fare cassa piuttosto che prevenzione, fissando limiti
eccessivamente bassi e piazzando le macchinette in appostamenti
invisibili. Per questo l’Associazione ha scritto ai Prefetti ed ai
ministeri dell’Interno, delle Infrastrutture e delle Attività
Produttive, sollecitando un monitoraggio attento dei limiti di
velocità imposti dai comuni, per individuare gli abusi.
Tornando alle argomentazioni dei ricorsi, si legge che uno strumento
di misura, per essere attendibile, deve essere tarato con riferimento
a campioni nazionali, inizialmente e periodicamente; e nessuna
tolleranza forfettaria (il 5% stabilito dalla legge) può sostituire
la taratura, unica operazione in grado di rivelare e correggere
eventuali errori sistematici. Solo la taratura può allora confermare
la conformità dello strumento alla caratteristiche metrologiche
richieste. Né può esistere alcun sistema di autocontrollo –molti
apparecchi ne sono dotati- in grado di sopperire a tale verifica.
Per chi volesse maggiori informazioni per predisporre un ricorso,
consigliamo una visita sul sito
http://www.adusbef.it nella sezione
iniziative/Autovelox.