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Nicola
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PARLIAMO DI ASSETTO....
Assetto. Non è un optional per maniaci del purismo equestre o per eredi di rigide tradizioni militari. È invece una parola chiave se parliamo di efficacia, sicurezza, equilibrio in sella, indipendentemente dallo stile di monta utilizzato, dalla specializzazione e dagli obiettivi sportivi perseguiti.
A partire dai cultori delle passeggiate e ancor più del trekking, fino ai più convinti frequentatori dei campi gara, tutti coloro che vogliono ottenere da sé stessi e dal proprio cavallo prestazioni qualitative e prive di pericolo sanno che tutto dipende dalla correttezza dell’assetto. E attenzione, non esiste un assetto brutto ma efficace: la posizione canonica di gambe, busto, testa, braccia e mani, che molti ancora ritengono solo un vezzo estetico, soprattutto nel settore dell’equitazione western, è invece esattamente quella che permette l’ottimizzazione di tutte le azioni del cavaliere, l’unica che esalti al massimo l’effetto degli aiuti. Senza applicare quella specifica posizione, le gambe lavoreranno sul costato del cavallo in zone troppo o poco sensibili, procurandogli tensioni inutili o, viceversa, non ottenendo alcuna risposta da parte sua; mentre la mano si troverà alla distanza sbagliata dalla bocca, rendendo improbabile una corretta risposta alla sollecitazione dell’imboccatura.
Per l’allievo ai suoi primi esperimenti equestri l’assetto è soprattutto sinonimo di equilibrio. Per i trekker che affrontano molte ore in sella un buon assetto è l’unica vera speranza di evitare, alla fine della giornata, vesciche e micidiali dolori muscolari. Per chi si prepara all’agonismo, l’assetto da manuale serve a poter ottenere la massima libertà nel movimento di gamba e mano, in modo che sia possibile impartire al cavallo ordini precisi e tempestivi senza che ne risenta la sicurezza in sella.
In Europa la monta western è sempre stata considerata, del tutto erroneamente, un’equitazione in cui, per così dire, il fine giustifica i mezzi. Come dire che i suoi praticanti preferirebbero, secondo questa interpretazione, ottenere in un modo o nell’altro determinate prestazioni più o meno spettacolari dal proprio cavallo piuttosto che prestare attenzione all’eleganza in sella e alla precisione regolamentare dell’assetto. Invece, alla codificazione di un buon assetto western, come quello che oggi viene insegnato nelle migliori scuole di equitazione americana, si è giunti attraverso l’evoluzione di esigenze sportive e di lavoro ben precise. Dietro ci sono l’esperienza di molti istruttori e l’istinto di altrettanti cowboy, impegnati a trovare il modo più comodo e pronto di lavorare a cavallo. E ci sono una serie di studi medico-fisici sul complesso sistema di leve e di forze messe in pratica da ossa, muscoli e tendini del cavaliere, a sottolineare l’importanza del fatto che gli angoli formati dalle varie parti della gamba e dal busto siano di una certa entità piuttosto che di un’altra.
Una buona posizione rende sicuri ed elastici. Aiuta ad ammortizzare, a inserirsi nel movimento del cavallo e a cavarsela anche se questo non è esattamente comodo come una poltrona Frau. Permette di rilassare tutti i muscoli e di utilizzarli solo al momento opportuno perché l’equilibrio in sella non è ottenuto con la forza ma tramite una combinazione di leggi fisiche che coinvolgono gambe, testa e busto. E naturalmente aiuta il cavaliere a tranquillizzarsi e concentrarsi, perché elimina la fatale preoccupazione di cadere che lo rende rigido e inefficace.
Gli angoli proibiti
Un buon assetto è una questione anzitutto di geometria: e per quanto riguarda la posizione di gamba e piede, che del buon assetto è la base, in particolare di angoli, alcuni obbligatori, altri proibiti. Vediamo.
Innanzitutto è necessario accertarsi che le staffe siano state regolate entrambe in maniera corretta. Ovviamente devono avere identica lunghezza . Chiunque osservandoci stando di fronte al cavallo può assicurarsene. Ma quale dev’essere questa lunghezza? La prima prova consiste nel sollevarsi sulla sella: se la manovra ci permette di rimanere eretti in buon equilibrio e siamo rilevati dal seggio circa quattro dita, allora la lunghezza della staffa sarà presumibilmente quella giusta. In caso contrario perderemo parzialmente l’equilibrio spostando il busto in avanti o all’indietro e le gambe in senso contrario al busto, e quasi non ci staccheremo dalla sella, oppure ci alzeremo fin troppo.
Poi, una volta ben seduti nel centro del seggio, potremo verificare ulteriormente, ancora una volta con l’aiuto di qualcuno che ci osservi da terra, se gli staffili inseriti nel fender sono regolati correttamente. Lasciamo cadere naturalmente le gambe nelle staffe: se la posizione è corretta, esse dovranno acquisire della parte che dall’anca va al ginocchio un’inclinazione tale da inserirsi correttamente al centro del quartiere della sella. La seconda parte della gamba, dal ginocchio alla caviglia, nell’assetto corretto dovrà mantenere la stessa inclinazione in direzione opposta, e formare quindi, a livello del ginocchio un evidente angolo ottuso.
È al contrario convinzione di alcuni cavalieri western che la staffa debba essere tenuta lunghissima, e la gamba di conseguenza debba rimanere praticamente dritta, senza che alcun angolo sia segnato a livello del ginocchio. Questo errore porta alla compromissione dell’intero assetto, perché durante il movimento la gamba si sposterà in avanti e il busto indietro, dando luogo al difetto più diffuso in chi ha scelto la sella con il pomolo.
Un altro angolo importante, questa volta acuto, è quello che, in un assetto corretto, si forma a livello della caviglia. Anche in monta western, come nell’equitazione classica, l’unico modo di rimanere sempre in equilibrio sulla staffa è quello di portare il piede il più possibile parallelo al costato del cavallo, infilato nella staffa circa fino a metà suola, con il tallone nettamente più basso rispetto alla punta del piede. È evidente che anche questa posizione sarà resa molto difficoltosa o addirittura impossibile se la lunghezza degli staffili risulterà eccessiva o insufficiente. Se infatti la gamba non sarà correttamente piegata al ginocchio, ovvero se le staffe avranno una lunghezza eccessiva, il piede rimarrà parallelo al terreno, nella migliore delle ipotesi, e addirittura con la punta più bassa del tallone nella peggiore. A questo punto il cavaliere avrà ben poche chance sia di poter utilizzare una corretta pressione del polpaccio per impartire ordini, sia di rimanere in sella al primo scarto o alla prima sgroppata del proprio compagno. Ne risulterà inoltre impossibile un uso calibrato dello sperone, perché le gambe potranno funzionare solo tramite scomposte sgambate. Infine sarà facile perdere una staffa al minimo sbilanciamento laterale del corpo.
Al contrario, se le staffe saranno troppo corte, lo sforzo per mantenere la punta più in alto del tallone sarà eccessivo e difficilmente l’allievo potrà non irrigidirsi.
Rigorosamente vietati, invece, gli angoli “frontali”, in particolare quello formato dalle gambe del cavaliere con il corpo del cavallo quando questi abbia la tendenza a stare seduto in sella “stravaccato” come in poltrona. In quel caso le gambe non cadranno ben aderenti al costato dell’animale, unica posizione in cui la loro azione può avere efficacia, ma al contrario staranno staccate in maniera evidente: è un altro errore molto diffuso in chi applica una monta western mediata direttamente dai film di cowboy, ma è bene ricordare che non necessariamente i divi di Hollywood erano provetti cavalieri…
Off limits anche l’angolo che si forma tra piede e costato, questa volta su un piano perpendicolare al corpo del cavaliere, quando l’allievo tiene le punte dello stivale nettamente rivolte all’esterno. Questa posizione non permette di calibrare l’uso dello sperone o anche del solo tallone: entrambi finiranno per sollecitare continuamente e involontariamente l’animale fino a renderlo parzialmente insensibile e a rendere necessarie azioni di gamba sempre più forti e scomposte perché egli esegua gli ordini tramite queste impartiti.
Passando ora dagli angoli alle linee, la posizione della gamba di un cavaliere è corretta se una retta immaginaria che parte dalla punta dell’anca cadrà perpendicolare a terra sfiorando il tallone (e poi, prolungandosi verso l’alto, arriverà alla punta della spalla e infine al centro della testa); o, analogamente, se un segmento parallelo al primo, nascendo dal ginocchio arriverà più o meno alla punta del piede. Stando in sella, non è facile rendersi conto se si è corretti valutando la retta anca-tallone, ma è molto più semplice capirlo immaginando il segmento ginocchio-punta del piede. Facciamo in questo modo: mantenendo la testa in posizione abbastanza eretta, abbassiamo appena gli occhi verso le nostre ginocchia, prima l’una e poi l’altra. Se scorgeremo appena la punta dello stivale, con buone probabilità la posizione della nostra gamba e del piede sono quelle ottimali.
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giovedì 2 febbraio 2006, 13:18 |
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piri83
Utente
Iscritto il: martedì 5 aprile 2005, 15:01 Messaggi: 1970 Località: Liguria
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l'ho letto tutto d'un fiato...
bellissimo e utilissimo Nicola, grazie[:)]
_________________ [img]/public/uploaded/forum/piri83/2005101284757_Immagine.gif[/img]
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giovedì 2 febbraio 2006, 13:37 |
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Nicola
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E' il pezzo più chiaro e completo che sono riuscito a trovare sui miei testi...
Ora a voi, opinini, differenze, discipline, percorsi per ottenere un assetto migliore.....
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giovedì 2 febbraio 2006, 13:39 |
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piri83
Utente
Iscritto il: martedì 5 aprile 2005, 15:01 Messaggi: 1970 Località: Liguria
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io ti posso rispondere da inglesista....
ho montato per circa 2 anni da sola senza istruttore e senza nessuno che poteva correggermi, risultato:
ho perso in due anni l'assetto che avevo acquistato in 5 anni di lavoro in maneggio con istruttore!
Da qualche anno ho ricominciato a montare in centri con istruttori qualificati sempre pronti a correggermi.
Oltrettutto io ho sempre lavorato in piano e quando ho deciso di farmi seguire da istruttori mi sono orientata verso il salto.
Per cui oltre che aver perso l'assetto ho dovuto anche cambiare quel poco che mi ricordavo.
Devo dire che a oggi sono migliorata molto e secondo me sono arrivata a questo risultato perchè quotidianamente ho persone da terra che mi correggono e mi aiutano a trovare "il mio assetto".
Altro elemento che secondo me potrebbe aiutare sono gli specchi; nel maneggio che frequento nel coperto ci sono due specchi è devo dire che li uso di frequente anche se ora che ci penso il mio sguardo cade sempre sulla posizione delle mie gambe.
_________________ [img]/public/uploaded/forum/piri83/2005101284757_Immagine.gif[/img]
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giovedì 2 febbraio 2006, 14:08 |
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Nicola
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piri83 ha scritto:
io ti posso rispondere da inglesista....
ho montato per circa 2 anni da sola senza istruttore e senza nessuno che poteva correggermi, risultato:
ho perso in due anni l'assetto che avevo acquistato in 5 anni di lavoro in maneggio con istruttore!
Da qualche anno ho ricominciato a montare in centri con istruttori qualificati sempre pronti a correggermi.
Oltrettutto io ho sempre lavorato in piano e quando ho deciso di farmi seguire da istruttori mi sono orientata verso il salto.
Per cui oltre che aver perso l'assetto ho dovuto anche cambiare quel poco che mi ricordavo.
Devo dire che a oggi sono migliorata molto e secondo me sono arrivata a questo risultato perchè quotidianamente ho persone da terra che mi correggono e mi aiutano a trovare "il mio assetto".
Altro elemento che secondo me potrebbe aiutare sono gli specchi; nel maneggio che frequento nel coperto ci sono due specchi è devo dire che li uso di frequente anche se ora che ci penso il mio sguardo cade sempre sulla posizione delle mie gambe.
Brava Piri, poi ormai qualsiasi macchinetta digitale fa i flimatini. Sarebbe importante filmare e rivedersi.
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giovedì 2 febbraio 2006, 15:02 |
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Silvi@
Utente
Iscritto il: mercoledì 16 febbraio 2005, 13:12 Messaggi: 10110 Località: Lombardia
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grazie Nicola!!![:)]
ultimamente faccio poche lezioni in maneggio, sono per lo più passeggiate...ma ho intenzione di chiedere al mio istruttore come gli sembra il mio assetto e migliorarlo se necessario![:)]
poi, montando tanti cavalli diversi morfologiacamente aiuta tantissimo, dal frisone che ti spara in fuori le punte grazie alla sua rotondità([:D]), all'arabino che ti dà l'impressione di non avere niente tra le gambe([B)])...
questo per quanto riguarda la postura delle gambe.
comunque io e Valkyrja abbiamo deciso che un giorno portiamo la mia videocamera digitale e ci filmiamo...[:D]
anche perchè nelle foto trovi sempre 1000 difetti, ma può essere solo "il momento", boh...[xx(]
sì, appena abbiamo un pò di tempo, e un cavallo a nostra completa disposizione([:D]) ci diamo da fare in questo senso![:)]
su "il mio cavallo" di febbraio c'è un bellissimo articolo sull'assetto...e spiega come un assetto leggero aiuta tantissimo il cavallo, al punto tale che "non si accorge" di averci in sella![:)]
oh, per quanto riguarda la differenza di assetto tra MI e MW, io ho notato un pò di differenza, anche se non tanta...
beh, tenete conto che io ho montato 2 volte all'ammeregana, una seriamente con istruttore e l'altra con uno stupendissimo criollo morello al galoppo per i campi(15 minuti al massimo!)...
però c'è da dire che all'inglese io porto le staffe abbastanza lunghe, non da dress però...una via di mezzo diciamo![:)]
_________________ Ω £ĭΰε wĭţħ £☼ΰε¸ £ĭΰε wĭţħ Þą$$ĭ☼ŋ Ω
(Welcome, Wyoming! )
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giovedì 2 febbraio 2006, 15:20 |
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Nicola
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Nuno Olivera staffava come un reiner![;)]
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giovedì 2 febbraio 2006, 15:29 |
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AmeNGI
Utente
Iscritto il: venerdì 30 dicembre 2005, 18:38 Messaggi: 1080
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Bell'articolo Nic, postalo magari in home nella sezione Western-
Io, in quanto principiante, ho molto lottato (e lotto) per trovare e capire tutte le posizioni nei vari passi.
Ancora fatico, ma ho capito che c'è una specie di "ritmo" nello stare sul cavallo...è un ritmo che nel momento in cui lo perdi cominci a saltare sulla sella e quando lo trovi si tutt'uno con cavallo, saran cose banali, però ho visto che molti, che cavalcano da anni, ancora non lo hanno capito
_________________ Audiemus et altera pars Beer for my horses!
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giovedì 2 febbraio 2006, 15:32 |
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Nicola
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AmeNGI ha scritto:
Bell'articolo Nic, postalo magari in home nella sezione Western-
Sarà fatto!!
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giovedì 2 febbraio 2006, 15:33 |
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dream
Utente
Iscritto il: martedì 24 gennaio 2006, 10:13 Messaggi: 2272 Località: Piemonte - prov. Torino
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Grazie Nicola, bel testo! Confermo quanto è importante l'assetto...io ho per così dire la fortuna di lavorare con i cavalli in compagnia del mio ragazzo, per cui da terra riesce a correggermi..Purtroppo, almeno per me, basta che stia 1 settimana senza montare, che già sbaglio nell'assetto. Certo, non cose madornali, ci mncherebbe dopo tanti anni a cavallo, ma lo sento...Uno degli errori che faccio è quello di stringere le dita dei piedi, nonostante da fuori l'assetto sia giusto: il mio appaloosa, appena che le rilascio si ferma con una piccola stoppatina! Non c'entra molto con l'assetto, ma pensate quanto siano sensibili i cavalli ai nostri minimi movimenti!!
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giovedì 2 febbraio 2006, 15:58 |
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Nicola
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dream ha scritto:
Grazie Nicola, bel testo! Confermo quanto è importante l'assetto...io ho per così dire la fortuna di lavorare con i cavalli in compagnia del mio ragazzo, per cui da terra riesce a correggermi..Purtroppo, almeno per me, basta che stia 1 settimana senza montare, che già sbaglio nell'assetto. Certo, non cose madornali, ci mncherebbe dopo tanti anni a cavallo, ma lo sento...Uno degli errori che faccio è quello di stringere le dita dei piedi, nonostante da fuori l'assetto sia giusto: il mio appaloosa, appena che le rilascio si ferma con una piccola stoppatina! Non c'entra molto con l'assetto, ma pensate quanto siano sensibili i cavalli ai nostri minimi movimenti!!
Caspita, secondo me c'entra eccome. UNa rigidità plantare ha riflessi su tutto l'assetto, fino a portare, in casi limite, uno scollamento dei glutei dalla sella.
A me capita spesso, e quando succede...via i piedi dalle staffe e si ricomincia da capo.
[:)]
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giovedì 2 febbraio 2006, 16:02 |
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dream
Utente
Iscritto il: martedì 24 gennaio 2006, 10:13 Messaggi: 2272 Località: Piemonte - prov. Torino
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Vero! Tre giri di canter senza staffe e ti passano tutte le fantasie!
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giovedì 2 febbraio 2006, 16:09 |
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Nicola
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dream ha scritto:
Vero! Tre giri di canter senza staffe e ti passano tutte le fantasie!
QUOTO!!!
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giovedì 2 febbraio 2006, 16:21 |
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Nicola
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Aggiungo.....Dove c'è il dubbio, l'ostacolo è la sella. A pelo!!!
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giovedì 2 febbraio 2006, 16:22 |
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rhox
Moderatore
Iscritto il: domenica 24 luglio 2005, 17:49 Messaggi: 5940 Località: Sciolze - To - Piemonte
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ti aspetto a pelo sulla Gwenne.. poi rido.. [:D]
per il resto.. che aggiungere.. detto tutto..
e io sono la prima ad accorgermi quando il mio assetto diventa sbagliato.. quando sei ni gara, sotto il sole, stanco inizi a lascairti andare.. e ti "accasci".. diventa tutto più complicato.. non segui più il cavallo, il cavallo sotto di te è infastidito e reagisce male, si stanca prima, e tu sei sempre peggio perchè fai più fatica a riascuistare la posizione ogni volta che ti sollevi..
no no.. sull'assetto non si può transigere.. a pena di dolori e problemi..
_________________ una gara la vinci quando arrivi al fondo..
...vivere è stupendo dispiacendo agli str***i...
..sono tua...
"..E bruci le suole anche se Non c'e' direzione Ma profumo di viole c'e' Tu cammina Nel sole sotto le costellazioni Siamo anime a milioni Che a pensarci c'e' da perdersi Tutti con la propria storia Un graffio dentro alla memoria..."
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giovedì 2 febbraio 2006, 21:12 |
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