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 Il Mito dell'Addestramento 
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Messaggio Il Mito dell'Addestramento
Uno dei più gravi errori in cui ero caduto prima che un bravo addestratore mi aprisse gli occhi (e prima di capire bene il significato della frase di J. Jackson, che ho messo sotto la mia firma) è credere nel Mito dell'Addestramento: l'idea, cioè, che l'addestramento sia qualcosa che i normali cavalieri NON devono conoscere, perchè è compito di un ipotetico Addestratore, e che una volta addestrato il cavallo sia "plasmato" in maniera definitiva.

Poi mi è stato invece spiegato - come ho potuto constatare chiaramente e quotidianamente - che <b>ogni interazione fra un uomo, qualsiasi uomo, e un cavallo è in qualche modo addestramento</b>; che quindi ogni volta che ci avviciniamo al nostro cavallo, o a un cavallo qualsiasi, o lo montiamo lo addestriamo... Se lo sappiamo, pensiamo bene a quello che facciamo, ci prefiggiamo un obiettivo preciso (magari minimo), e teniamo sotto controllo le reazioni del cavallo, aggiustando il tiro quando è necessario; se non lo sappiamo, addestriamo lo stesso... ma magari a comportamenti sbagliati, e poi diamo la colpa al cavallo o non siamo più capaci di capirlo. Spesso, senza volere, lo "dis-addestriamo"... e non ci rendiamo conto del quando, del come, del perchè.

Conclusione: DOBBIAMO superare il Mito dell'Addestramentoe darci da fare, per trasformarci da "addestratori inconsapevoli" a "addestratori consapevoli". Magari non eccellenti, magari appena sufficienti, ma meglio di niente!

Voi come la pensate?

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Sbagliando s'impara: in genere, si impara lo sbaglio.
Qualche mago della logica dice: "Se mi contraddici non puoi aver ragione, perchè se tu avessi ragione io avrei torto, e questo è assolutamente impossibile"


mercoledì 7 marzo 2007, 22:20
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sul fatto che ogni giorno addestriamo un po' il nostro cavallo d'accordissimo..
e credo anche che ogni volta che ci avviciniamo il nostro cavallo addestri noi[;)]

credo ci sia solo da fare una distinzione a livello di addestramento: quello che ritengo sia giusto "affidare" all'addestratore è la doma di base.. che può anche voler dire farla io, ma assolutamente affiancata da qualcuno competente..
per il resto poi posso anche lanciarmi.. sperando di non far danni[B)][:D]

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una gara la vinci quando arrivi al fondo..

...vivere è stupendo dispiacendo agli str***i...

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"..E bruci le suole anche se Non c'e' direzione Ma profumo di viole c'e' Tu cammina Nel sole sotto le costellazioni Siamo anime a milioni Che a pensarci c'e' da perdersi Tutti con la propria storia Un graffio dentro alla memoria..."


mercoledì 7 marzo 2007, 22:39
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rhox ha scritto:

sul fatto che ogni giorno addestriamo un po' il nostro cavallo d'accordissimo..
e credo anche che ogni volta che ci avviciniamo il nostro cavallo addestri noi[;)]


Hai ragione me ne dimentico sempre... la questione dell'addestramento reciproco! Lo fa ogni animale, cavallo compreso... ma siete d'accordo che il vero maestro è il gatto?

Ma non andiamo OT coi gatti...

Io penso che comunicazione e addestramento siano legate molto strettamente, e che, essendo la comunicazione "a due", effettivamente in qualche modo entrambi gli "attori" modifichino il proprio comportamento in base al risultato della comunicazione (e per chi conosce il succo dell'addestramento, il termine "modificazione del comportamento" è un concetto familiare!). Quindi... dobbiamo conoscere i meccanismi dell'addestramento non per uno, ma per due motivi:
1. per non dis-addestrare il cavallo
2. per renderci conto - e prendere le contromisure - di quando il cavallo cerca di addestrare noi!

Verissimo anche il fatto che l'addestramento iniziale è critico, e che sarebbe il caso di affidarlo a persone veramente competenti.

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mercoledì 7 marzo 2007, 23:08
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il problema conseguente è avere o meno la sensibilità di percepire le sfumature iniziali dell'addestramento reciproco..
e il non voler lasciar stare quando si è in giornata no insistendo..

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mercoledì 7 marzo 2007, 23:14
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Spunto di riflessione:

Quando noi addestriamo un cavallo gli "insegnamo", ovvero condividiamo con lui un sistema di segnali, ovvero un linguaggio, che, una volta condiviso, crea e sviluppa un rapporto di comunicazione e collaborazione.

Ma io non affiderei mai questo compito a qualcuno che sia meno di un grosso professionista.

Mi spiego con un esempio:
Se io ho un bambino a cui insegnare la lingua italiana, e non sono un insegnante, lo affiderò alle cure di una persona che ha STUDIATO il corretto metodo di insegnamento, e che ha una comprovata esperienza in merito. Potrò aiutare il bambino a fare i compiti, chiedere all'insegnante il corretto modo di rapportarmi con lui nello sviluppo delle capacità e delle conoscenze, ma non potrò in nessun caso sostituirmi all'insegnante.


giovedì 8 marzo 2007, 10:58
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Vero ma... basandoci proprio sul tuo esempio: a quanti bambini viene insegnata la lingua italiana da un insegnante esperto? Ad esempio, le parolacce (che ai bambini interessano moltissimo... come esempio di "addestramento non ideale"...) chi glie le insegna? Eppure le imparano, eccome!

Quindi, l'insegnante ha il compito di mettere i paletti generali del corretto italiano ... ma poi il linguaggio del bambino evolve, e impara da chiunque gli parli! Idem il cavallo... un ignaro visitatore del maneggio può efficacemente insegnare a un cavallo a battere lo zoccolo sulla porta in meno di due minuti, senza rendersene conto!

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giovedì 8 marzo 2007, 11:09
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alexb ha scritto:


un ingaro visitatore del maneggio può efficacemente insegnare a un cavallo a battere lo zoccolo sulla porta in meno di due minuti, senza rendersene conto!


Perfettamente d'accordo.

Diciamo che la contromossa io l'ho trovata in questo. Ai cavalli con i quali ho lavorato ho sempre cercato di far distinguere in maniera nettissima ciò che era "lavoro" dal resto della loro esistenza, che dovrebbe essere la più "equina" possibile, in tutti i sensi.

Purtroppo vivendo all'interno di una scuderia, è certamente vero che un cavallo tenderà ad acquisire meccanismi di comportamento derivanti dall'ambiente in cui vive. E questo è un effetto limitabile, ma purtroppo non eliminabile.

Sto cercando di non essere qualunquista, seppure parlando di "gestione" del cavallo, scivolare nella banalità è spesso troppo semplice.[;)]


giovedì 8 marzo 2007, 11:23
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alexb ha scritto:


Mito dell'Addestramento: l'idea, cioè, che l'addestramento sia qualcosa che i normali cavalieri NON devono conoscere, perchè è compito di un ipotetico Addestratore, e che una volta addestrato il cavallo sia "plasmato" in maniera definitiva.


<b>Premetto anche io pensavo fosse così...
Poi però hanno aperto gli occhi pure a me..
in maniera molto più semplice di come mi aspettassi..
mi hanno finamlmente svelato "il mistero.."
come si doma un cavallo!!!
Ho assistito ad ogni passaggio...(non mi dilungo perchè immagino che più o meno tutti sappiano come si doma un cavallo!)...
E il tutto l'ho visto fare da una persona che tutt'è tranne che professionista (certo..comunque affiancato da qualcuno di competente!).
Un ragazzo di soli 22 anni con un bagaglio minimo pari al 10% di quello di molta altra gente.
Eppure lo fa...e anche bene.
Adesso è diventata la sua professione.


Questo in relazione a quello che dice Nicola
(NB. non vuole essere assolutamente una polemica,ok?!)</b>
Nicola ha scritto:


Ma io non affiderei mai questo compito a qualcuno che sia meno di un grosso professionista.

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giovedì 8 marzo 2007, 11:59
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Nessuna polemica,

Ma le eccezioni sono e rimangono eccezioni.[:)]

E comunqui mi risulta che la persona di cui parli sia stata assistita da un professionista.

Aggiungo che mettere per la prima volta il sedere su un avallo attiene alla doma, che è preliminare all'addestramento.


giovedì 8 marzo 2007, 12:11
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Aggiungo che mettere per la prima volta il sedere su un avallo attiene alla doma, che è preliminare all'addestramento [/quote:12lco7rc]

Forse ho frainteso ma.....prima di metter il sedere per la prima volta su un cavallo ci deve essere una base d'addestramento. Il cavallo deve essere "addestrato" ad accettare la sella e la testiera. Deve sapere i comandi di base (whoa per esempio - molto importante [:D]), deve avere per lo meno un minimo di lavoro all corda gia' fatto......l'addestramento non si fa dopo la doma. La doma e' per se una forma di addestramento. No?


giovedì 8 marzo 2007, 18:04
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credo che in questo caso il termine addestramento fosse usato per descrivere la parte "successiva" alla doma non avendo molti termini possibili per essere chiari..
ovviamente la doma include tutto il lavoro da terra prima.. dal portare i finimenti alla corda, ecc..[;)]

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giovedì 8 marzo 2007, 18:06
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Esatto... Tradizionalmente si usano vari termini per le diverse fasi dell'istruzione (in senso lato) del cavallo, ma io considero "addestramento" qualsiasi cosa che modifichi il comportamento del cavallo, rendendolo adatto all'uso ricercato. Il denominatore comune fisiologico di queste modifiche sono i meccanismi di apprendimento naturali, che consentono l'integrazione e l'adattamento di ogni animale al suo ambiente, comprese le interazioni sociali con altri individui della propria specie o - cosa molto interessante - di specie che condividono lo stesso ambiente (tipo altri grandi erbivori). In questo senso, ogni forma di addestramento è in qualche modo "naturale", perchè sfrutta meccanismi fisiogici/psicologici naturali. Perfino tecniche di addestamento dure e dolorose (per fortuna, progressivamente sostituite da tecniche molto più "dolci") sono, da questo punto di vista, "naturali".

Al contrario, qualsiasi stile di equitazione si pratichi, è difficile poterlo chiamare "naturale", perchè il fatto di portare un peso sulla schiena, per un cavallo, è una cosa completamente inesistente in natura... niente, nell'evoluzione del cavallo, è mai stato finalizzato a questo scopo, che risulta da un caso completamente fortunoso (per nostra fortuna!).

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giovedì 8 marzo 2007, 21:00
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Credo che la doma o l'addestramento inizino dalla nascita del puledro e che se una persona anche con una minima esperienza sia affiancata da un uomo (o donna [:D]) di cavalli che le spiega le cose non sia un'esperienza impossibile.

Nei grandi allevamenti spesso questo non c'è, non c'è tempo. I puledri hanno magari una doma assai brusca perché passano dal vivere nei pascoli in branco a doma rapida e senza tanti complimenti. Per la prima doma sbattono su ragazzi coraggiosi e poi invece per l'addestramento successivo persone che montano discretamente bene.
In un grande allevamento che conosco molto bene in Holstein invece il proprietario passa moltissimo tempo tra i puledri e ha personale molto fidato che si occupa sin dai primi momenti della loro vita e infatti i puledri sono molto socievoli e abituati all'uomo.

Io ho domato e addestrato la mia cavalla e mi rendo conto che il difficile è venuto dopo, quando dovevamo affrontare difficoltà per le quali forse non ero pronta nemmeno io.


venerdì 9 marzo 2007, 7:30
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Ombra ha scritto:

Credo che la doma o l'addestramento inizino dalla nascita del puledro e che se una persona anche con una minima esperienza sia affiancata da un uomo (o donna [:D]) di cavalli che le spiega le cose non sia un'esperienza impossibile.

Nei grandi allevamenti spesso questo non c'è, non c'è tempo. I puledri hanno magari una doma assai brusca perché passano dal vivere nei pascoli in branco a doma rapida e senza tanti complimenti. Per la prima doma sbattono su ragazzi coraggiosi e poi invece per l'addestramento successivo persone che montano discretamente bene.


<b>Sono d'accordo con te! [;)]</b>

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venerdì 9 marzo 2007, 7:59
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Per forza di cose Asia l'ho "domata" e "addestrata" da me, prima ancora di rendermi ben conto di quanto enorme era il numero di cose che avrei dovuto sapere. Successivamente ho approfondito la cosa, e c'è un bel numero di errori che adesso avrei evitato... ma il risultato mi soddisfa, anche se è lontano dall'eccellenza.

La base della lunghissima "doma", durata circa due anni, è stata la costruzione di un rapporto con la puledra (con un carattere esuberante e MOLTO energico), principalmente con lunghe passeggiate sul Carso in capezza e longhina. In pratica, il momento "clou" della "doma" ( montare in sella) non è stato assolutamente niente di tale... certo, avessi letto McLean avrei fatto una cosa molto migliore... ma poi ho recuperato. Adesso Asia viene dovunque con me, risponde ad aiuti leggeri, può essere montata in campagna con testiera senza morso, con un halter Parelli, con redine singola... tranne che in rettangolo, che entrambi detestiamo. E non sono solo io a poterla montare (non è un addestramento "limitato a me").

Mi rendo conto che è un caso fortunato... ma non impossibile.

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venerdì 9 marzo 2007, 9:48
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