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 FT - Friendship Training 
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Messaggio FT - Friendship Training
Vi presente un bel personaggio nel vasto campionario degli sperimentatori dell'addestramento equestre: Chuck Mintzlaff, anziano appassionato USA, ideatore della tecnica FT.

Più che appassionato direi entusiasta... e molto, molto loquace... ci vuole qualche bella ora per leggere il suo sito: http://www.thenaturalhorse.org ... ma l'idea è molto interessante, per me. Cercherò di riassumerla in poche parole.

La tecnica di Chuck si basa sullo studio delle relazioni fra cavalli all'interno del branco, sulla base di una robusta base etologica. Chuck non valorizza affatto la relazione dominanza/sottomissione, come gran parte degli addestratori che si rifanno all'etologia, ma il rapporto, molto più sottile, chiamato "tolerance/attachment", la "colla" che tiene insieme gli individui a formare un branco; tale rapporto va, come da definizione, dalla semplice tolleranza a un forte attaccamento inter-individuale che può arrivare a livelli molto elevati (tutti noi vediamo coppie o gruppetti di cavalli molto amici, che stanno benissimo "vicini vicini" per dirla alla Greggio... ). Chuck propone di creare, e sviluppare, tale forma di relazione fra cavallo e uomo come base del rapporto e quindi di lavorarci sopra, con esercizi tassativamente in libertà, fino a insegnare al cavallo, da terra e senza costrizioni, tutti gli elementi necessari per poi montargli in groppa senza alcune reazione negativa e avendo già a disposizione i "tool" necessari per cominciare a lavorare... da lì in poi inizia l'addestramento vero e proprio. Insomma, prima la relazione, profonda e amichevole, poi l'addestramento.

Vi posto un video di Chuck, chiamato "Stallion's first ride - Part II". E' lunghetto, una decina di minuti... io lo trovo commovente. Una comunicazione personale con Chuck lo rende ancora più interessante. Chuck mi diceva che a un certo punto si sentiva veramente spazientire... con il cavallo che continuava a allontanarsi... ma ha resistito, e la pazienza è stata premiata. Pazienza, pazienza, pazienza... la principale dote dell'addestratore!

Buona visione! E... Grazie Filo... : Chessygrin :

Link al filmato

Il video è collegato a un altro, Stallion's First Ride - Part I, che però è un audio più che un video... incomprensibile, per me! Gentilmente Chuck mi ha inviato una trascrizione del testo, e io l'ho tradotta: può servire come inquadramento della sua filosofia.

Siccome la traduzione è lunga l'ho mascherata... chi vuole leggersela prema "Visualizza".

Cita:
Le nostre neuroscienze e le nostre scienze biologiche in continua accelerazione, appaiate con i più approfonditi studi dei nostri etologi equestri contemporanei, continuano a darci quasi ogni giorno nuove scoperte sul cuore e sulla mente del cavallo. Scoperte a cui i vecchi maestri dell'arte equestre non hanno mai potuto avere accesso nella loro epoca. Ma il Friendship Training effettivamente condivide con loro più di qualche punto comune.

Per esempio, Senofonte, in "L'arte dell'equitazione", 9.3, dice che noi "dobbiamo preoccupare il cavallo meno possibile quando montiamo". Il FT fa un passo avanti in questa direzione in parecchi modi. Uno è dare al TIPO di relazione la MASSIMA PRIORITÀ€, cosa che porta di per se stessa alla fiducia reciproca, alla comprensione e alla comunicazione. E l'altro è considerare il lavoro montato e la costrizione come argomenti molto delicati che devono essere progressivamente affrontati solo DOPO che la relazione è ben stabilita.

Dice anche al punto 9.3 che il cavaliere deve lasciare il cavallo piazzato "più a lungo del solito" dopo aver montato. Ma se il cavallo ha già sviluppato un profondo rapporto con il cavaliere e ha appreso a "restare piazzato", quella particolare abitudine non è necessaria.

Al punto 9.10, Senofonte ci insegna a addestrare il cavallo a "calmarsi", "frinendo" (chirping) con le nostre labbra.

Ma molti di noi trovano difficile "frinire" quando una paura esplosiva, iperreattiva, zeppa di adrenalina afferra il nostro cavallo mentre cavalchiamo all'aperto. Così¬ il nostro segnale di calmarsi è personalizzato usando la prima parola che al cavaliere viene spontaneo di pronunciare quando il loro cavallo (e spesso loro stessi) sono inaspettatamente spaventati mentre montano. Usiamo anche quello che può² essere chiamato un "segnale di calmarsi intermedio" di rassicurazione quando insorgono altre situazioni meno stressanti ma potenzialmente allarmanti.

La nostra richiesta di "procedere in avanti" è comparabile allo "schiocco" (clucking) che Senofonte suggerisce nell'addestramento del cavallo. Ma la richiesta viene insegnata al cavallo da terra molto prima di montare e, insieme a molte, sono facilmente trasformate in sottili segnali tattili nel lavoro montato.

Antoine de Pluvinel, il primo dei Maestri di equitazione francesi, ci raccomanda caldamente di addestrare un cavallo con gentilezza e comprensione poiché© un cavallo che lavora con piacere si muove in modo molto più aggraziato di un cavallo che è dominato con la forza. Non posso immaginare un modo di insegnare a un cavallo tutte le risposte di base in modo più gentile e meno invadente, che operare in un'area aperta, libera da costrizioni, dove non si sentono minacciati o costretti.

Sottolinea quanto è difficile per un cavallo imparare le sue prime lezioni, e raccomanda di lavorare sulla sua mente piuttosto che sul suo corpo.

Le "lezioni" iniziali che insegniamo al cavallo gli risultano molto facili da imparare, perché© iniziano con richieste molto comprensibili e facili da soddisfare.

William Cavendish, Marchese di Newcastle, afferma "Alcuni, appena montati su un cavallo giovane... si illudono che picchiandolo e spronandolo lo trasformeranno in un cavallo addestrato in una sola mattina. Vorrei chiedere pacatamente a persone così¬ stupide se, picchiando un ragazzo, possono insegnargli a leggere, prima di avergli mostrato l'alfabeto". Ovviamente nessuno dei nostri cavalieri attuali si aspetta di "addestrare un cavallo in un giorno"Q. Ma il FT va un passo in avanti in questa direzione, insegnando al cavallo tulle le richieste/risposte di cui abbiamo bisogno per qualsiasi lavoro da terra e per il lavoro montato di base PRIMA perfino di pensare a montare. Cavendish raccomanda anche di dare al cavallo una varietà di ricompense di quando in quando. Di nuovo, il FT va un passo in avanti, non solo usando le ricompense quando appropriato, ma utilizzando il più alto livello di legame con il cavallo, correlato al cibo, per stabilire una relazione di vero attaccamento fra pari (Peer Attachment) interspecifico.

Il suo severo ammonimento: "seguite le regole della natura, e non contrastatela mai, perché© lei è la padrona del mondo, e deve essere obbedita" è il precetto fondamentale del FT. Il fatto di non avere una comprensione approfondita del "modello originale" PRIMA della domesticazione, lascia aperta la possibilità di gravi malintesi e di inutili pericoli inconsapevoli.

Francois Robichon afferma: "La conoscenza della natura di un cavallo è una delle fondamenta principali dell'arte dell'equitazione, e ogni cavaliere dovrebbe considerarla il suo impegno principale".

Il mondo equestre sembra in generale essersi allontanato di molto da questo consiglio e piuttosto presta attenzione solo alle reazioni dei cavalli addomesticati a varie tecniche di addestramento. Insieme ad altri incorporati nella tecnica FT ad uno stadio più avanzato, vi sono tre studi essenziali che è obbligatorio conoscere prima che chiunque sia ammesso al gruppo FT. Il promo è "Cloud series", un video molto premiato di Ginger Katherns, che documenta sette anni della vita di uno stallone mustang in libertà di nome Cloud e il comportamento sociale dei cavalli inselvatichiti.

Il secondo è l'e-book "Horsonality" dell'etologo equino, internazionalmente rispettato, Andy Beck, che non ci dà solo un raro quadro della psicologia dei cavalli e nel loro comportamento sociale, ma anche della relazione storica e attuale con l'animale.

Il terzo è 'Equid Ethogram.' di Sue Mc Donnell. Sue Mc Donnell è la fondatrice del Equine Behavior Program presso l'Università della Pennsylvania ed è internazionalmente nota per il suo approccio scientifico e basato sulla ricerca al comportamento equino.

Naturalmente ci sono molti altri etologi equini e ricercatori scientifici altamente qualificati da considerare, e incoraggiamo caldamente di eseguire un'analisi comparativa estesa che ne copra il maggior numero possibile. Semplicemente siamo convinti che i tre studi elencati siano i più illuminanti con il minor investimento possibile di tempo e di denaro per il cavaliere medio, per permettergli di accrescere la conoscenza sula vera natura del cavallo come suggerito da Robichon. Poiché, se c'è una trasgressione singolarmente importante che commettiamo nella nostra fretta di montare, questa è probabilmente l'inconsapevole sottovalutazione dell'impatto devastante che il nostro attuale stile di gestione e di addestramento ha sui bisogni mentali, emotivi, sociali e istintivi del cavallo (e quanto profondamente influiscono sul suo benessere fisico).

Robichon ci incoraggia anche a usare compassione e pazienza, a prodigare elogi e a lusingare il cavallo, e a fare in modo che "tragga un grande piacere da quello che fa". E facendolo ci faremo amare dal cavallo. Fosse anche l'unico risultato, Combustion dà l'impressione di trarre DI PIÙ di un "grande piacere" quando esegue la sua "danza dello stallone".

A parte l'antropomorfismo, sembra che le sue sfide evasive e le richieste di "giocare" siano motivate dal desiderio di dimostrare alla folla di estranei che ci guardano che lui è veramente un formidabile stallone padrone di se stesso.

Che peccato che i nostri stili correnti di addestramento trascurino di proporre con forza qualsiasi relazione profonda con il nostro cavallo, e ancora di più la menzione della parola "amore".

Mentre ci sono molti che sostengono l'uso della compassione, della lode e delle ricompense al posto della forza bruta e della punizione fisica, nessuno ha mai ideato una relazione specifica di intimità interattiva come obiettivo primario, e soprattutto una relazione che funzioni egualmente bene con tutti i cavalli.

Nella nostra avventura dall'epoca dei grandi maestri ai giorni nostri, il nostro bisogno di utilizzare il cavallo è cambiato in maniera molto profonda. Nel loro tempo, il cavallo era una componente essenziale dell'agricoltura, del trasporto e delle attività belliche, per sostenere il loro stile di vita. Oggi, la larga maggioranza dei cavalli sono usati per lo svago. Due cose sono avvenute con questo cambiamento. la prima è l'incredibile crescita delle amazzoni che oggi superano di gran lunga il loro corrispondente maschile. L'altra è lo stesso scopo e funzione dell'equitazione ricreativa di per se stessa, che evoca una relazione più personale, se non paritaria, "uno a uno", con il cavallo. Insieme a questo, cresce un vuoto difficile da colmare nel nostro stile odierno di addestramento. Esattamente lo stesso vuoto che i vecchi maestri sentivano come parte essenziale della vera equitazione.

Certamente la risolutezza e il controllo sono fattori da prendere seriamente in considerazione. Ma per le amazzoni sembrano egualmente fondamentali la sicurezza e l'intimità , reali fondamenti dell'FT.

Un'intimità veramente stretta non è raggiungibile senza una fiducia condivisa, profonda e costante. La fiducia si sviluppa dalla comunicazione nell'interazione non violenta. Se due entità non possono liberamente comunicare i loro pensieri e le loro intenzioni con onestà, possono risultarne solo malintesi e caos. Quindi la parola RECIPROCO è di importanza essenziale per ottenere un qualsiasi livello di intimità apprezzabile.

Naturalmente il cavallo non può usare la comunicazione tattile a un livello tale da provocare danno fisico all'insegnante umano. Ba questo si può spiegare facilmente ai cavalli utilizzando tre livelli chiaramente distinti di "No" per comunicare loro la fragilità e la sensibilità dei nostri corpi umani. All'interno di questi parametri, il termine "spazio personale" diventa un termine privo di significato, come lo sono i concetti arcaici di "leadership" e di "rispetto". Usare tre livelli di "NO" ci aiuta anche a guidare e a correggere il cavallo senza affrontarlo o causare qualsiasi apprensione o paura non necessaria.

Purtroppo, possono esserci situazioni in cui siamo costretti a usare quello che alcuni definiscono "amore rude". Quasi sempre si tratta del caso in cui a un cavallo è stato insegnato (attraverso l'interazione con l'uomo) che gli umani sono creature patologicamente illogiche che somministrano dure punizioni fisiche alla più piccola provocazione senza motivi apparenti (molto spesso quando ai cavalli si chiede di eseguire delle prestazioni che dal loro punto di vista sono atti altamente illogici in situazioni suicide). Quando un cavallo tenta di far male fisicamente al suo insegnante umano, noi usiamo l'allontanamento (banishment) per spiegargli che la loro aggressione fisica immotivata è stata così intollerabile che non deve mai esprimersi in questo modo. Gli stili di addestramento costrittivi non possono allontanare un cavallo, lasciando a disposizione solo la punizione fisica (o comunque l'intimidazione) come metodo correttivo.

Sono certo che alcuni si domandano perché abbiamo un tondino se non è necessario per addestrare un cavallo. Innanzitutto, "l'addestramento" è quello che un cavallo e il loro istruttore umano ricevono dagli esperti di una particolare attività o disciplina montata DOPO che hanno stabilito fra loro un collegamento profondo. Non ha NIENTE a che fare con la creazione di tale collegamento o con l'apprendimento del cavallo delle richieste/risposte di base. In secondo luogo, in quella fase, noi ospitiamo programmi di Ippoterapia di Pronto Intervento per aiutare bambini gravemente maltrattati a riguadagnare una certa normalità e a prepararli al loro futuro di "bambini adottati". Poiché i nostri recinti elettrici sono spenti durante il programma e la sicurezza è una preoccupazione fondamentale, semplicemente non possiamo correre il rischio che Combustion sfugga dall'area dedicata al programma e tentiamo di allontanare suo padre che è Alfa "dall'altro lato del recinto". Terzo, per caso, ci ha dato la possibilità di documentare la controproducente assurdità del "lavoro al tondino" come appare in uno dei video successivi.

Ci si potrebbe anche domandare il motivo dell'uso del batt (grembiule?) che ho usato in occasione della prima cavalcata, e chi lo chiede avrebbe ragione. Sfortunatamente, il cavallo aveva manifestato quell'invito al gioco "mordere l'alluce", durante la nostra attività preparatoria, proprio la sera prima della ripresa. Se la notte prima e la mattina seguente avessi avuto un po' più di tempo, sarebbe stato facile spiegargli che stava un pochino esagerando" semplicemente scostandosi e usando il secondo o il terzo livello di "NO" parecchie volte. Mancando il tempo, non mi restava che ritrovarmi con gli alluci rosicchiati (e correre il rischio di essere scaricato senza tante cerimonie durante la cosa), o decidermi a tentare di distrarlo con il batt.

Cosa che, lo ammetto apertamente, è un classico esempio delle esigenze umane e delle priorità scorrette, in contrapposizione alla semplice ripetizione di molte interazioni meno aggressive nel tempo, per ottenere un risultato più duraturo.

Il buon senso, la logica e la storia ci indicano concordemente che ogni essere senziente risponderà in modo molto più volentieri a una richiesta gentile da un'entità amichevole, in cui si ha fiducia, piuttosto che agli ordini autoritari di una forza minacciosa e pericolosa. Di certo il cavallo non fa eccezione. Se diamo la precedenza alla costruzione di una relazione intima, basata sulla fiducia, in libertà, e poi introduciamo gradualmente il cavallo ai vari livelli di costrizione e di attività montata, c'è un'opportunità molto maggiore sia per il cavallo, che per il cavaliere, di godere delle più piacevoli esperienze possibili del cavalcare. E a prescindere da quale pratica equestre o competizione o disciplina che noi scegliamo, io realmente credo che QUESTO sia quello che i vecchi maestri avrebbero voluto.

La vostra risposta, non la mia o quella chi qualcun altro, ad una semplice domanda determinerà quanto la vita del vostro cavallo, e la vostra, saranno libere da stress e godibili. La domanda è: quanto vi interessa? Vi interessa abbastanza studiare i cavalli nel loro stato naturale prima dell'addomesticamento? Vi interessa abbastanza da farvi considerare la remota possibilità che quello che voi consideravate "addestramento corretto" e cura del vostro cavallo gli abbia reso impossibile essere come voi lo desideravate? Vi interessa abbastanza da imparare PERCHÉ dopo migliaia di anni abbiamo ancora tanti "problemi" con il cavallo? Vi preoccupa il fatto che la condizione emotiva e mentale del vostro cavallo abbia delle conseguenze sulle sue condizioni fisiche? O continuerete a essere ipnotizzati dalle offerte commerciali? Quanto vi preoccupate? Quanto realmente vi interessa? perché quando si passa ai fatti, voi non avete bisogno di guru con polveri magiche, o di aiuti magici. Tutto quello che dovete fare, è darvene pensiero.

È molto difficile isolare e spiegare la differenza; l'intimità, la gioia condivisa e l'attenzione e l'affetto reciproco di questa alternativa ai nostri modelli attuali di addestramento. Forse qualche rapido sguardo nel nostro mondo potrebbero aiutare un po'.

In ogni caso, grazie di averci ascoltato! Speriamo che vi sia piaciuto, e che ancora di più ci siano piaciuti i nostri video sul "lavoro non ortodosso al tondino" e sul "sacking out"! Bone uhm asheval [ Wink scherzo di traslazione fonetica di "Bon cheval" in francese volutamente maccheronico]

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Sbagliando s'impara: in genere, si impara lo sbaglio.
Qualche mago della logica dice: "Se mi contraddici non puoi aver ragione, perchè se tu avessi ragione io avrei torto, e questo è assolutamente impossibile"


Ultima modifica di alexb il lunedì 14 gennaio 2008, 13:39, modificato 1 volta in totale.



lunedì 14 gennaio 2008, 6:51
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Messaggio Re: FT - Friendship Training
Sembra interessante, riesci ad avere qualche dettagli in più sul come crea questo legame?


lunedì 14 gennaio 2008, 13:30
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Messaggio Re: FT - Friendship Training
Chuck ha, come dicevo, un sito lungo e stimolante, ma esercita anche la professione di "addestratore online" per chi si iscrive al suo corso virtuale. Purtroppo, a pagamento (una inusuale formula di pagamento "una tantum a vita"). Temo che i suoi segreti li spieghi in quella sede.... ma già la sua idea generale è interessante.

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lunedì 14 gennaio 2008, 13:42
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