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 Da dove nasce la nostra "Equitazione Moderna"... 
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Iscritto il: giovedì 10 aprile 2008, 20:43
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Messaggio Da dove nasce la nostra "Equitazione Moderna"...
Per una volta, mi dedico pure io al "copia-incolla"... :roll:

Il 15 dicembre 1996 viene eletto il nuovo consiglio della FISE, con la presidenza Croce. Consigliere responsabile del nuovo settore per la formazione (ex scuola istruzione) diventa il dottor Flaminio Richeri, un medico di Calice Ligure, già presidente del Comitato regionale ligure della F.I.S.E., che ha avuto modo di dichiararsi, saggiamente, un “non tecnico” (Pinerolo, 1 ottobre 1999), pur essendo alla testa del reparto più tecnico della federazione.

Viene nominata la commissione per la stesura di un nuovo testo per la formazione degli istruttori. La commissione lavora collegialmente e, come primo passo, redige un nutrito elenco di testi che diventa la bibliografia del testo in progetto.

“La redazione di questa bozza è avvenuta in modo corale”, precisano i redattori nell’introduzione del testo. La bibliografia contiene l’elenco di cinquantuno testi, di cui quaranta di autori esteri, dieci di autori italiani, uno di origine sconosciuta, per un totale di più di novemila pagine. Sono le letture fatte dai commissari, per loro esplicita dichiarazione.

Dei dieci testi di autori italiani solo quattro sono di equitazione. Gli altri trattano la medicina sportiva, il pronto soccorso, l’allestimento di ostacoli e di percorsi di salto e di concorso completo, l’educazione motoria di base (uomo) e il corpo, il movimento e la prestazione (uomo). I redattori asseriscono di aver letto, anzi studiato i testi, studio da cui è scaturita la sintesi. Quindi il testo, giova sottolinearlo, è indiscutibilmente – a detta dei redattori - la sintesi dei cinquantuno testi.

Nel maggio del 1997 il Testo guida in bozza è pronto. Il che vuol dire che i quattro redattori, senza ritirarsi in un eremo, in meno di cinque mesi hanno letto e studiato coralmente, cioè tutti e quattro, novemila pagine e ne hanno operato la sintesi. Una fatica che ha dell’incredibile.

Ma il tempo è nulla in confronto alla difficoltà dell’operazione di sintesi. Qui manca lo spazio per citare il nome di tutti gli autori dei testi elencati nella bibliografia (sei tedeschi, un austriaco, tredici francesi, un olandese, sette inglesi, un ungherese), un elenco che suscita, prima ancora di addentrarsi nella lettura, lo sgomento o una gran risata del competente. Basti sottolineare che sono comprese nella sintesi le opere di due famosi cavalieri-autori francesi dell’Ottocento, il conte d’Aure e François Baucher, capi di due scuole opposte, irriducibili avversari in vita sul campo e per sempre nelle idee, il cui migliore e più famoso allievo, il generale L’Hotte (autore di Questioni equestri), stimò di tenere ben separati nell’applicazione pratica, fino a vietare l’applicazione dei metodi ideati da Baucher ai cavalieri del Cadre Noir (il quadro degli istruttori di equitazione della cavalleria francese) e si guardò bene, nei suoi scritti, dall’operare l’impossibile sintesi degli insegnamenti dei due maestri, essendo appunto impossibile la sintesi degli opposti. Soltanto un lettore sprovveduto di cultura equestre o un neofita entusiasta per la novità del giochetto si sarebbe potuto avventurare in un tale stravagante idea di sintesi.

Le domande che sorgono spontanee e legittime in un uomo di cavalli o in semplice appassionato italiano, di una nazione cioè patria due volte (la prima nel Cinquecento, la seconda nel Novecento) di un rinascimento equestre, sono le seguenti: era veramente necessario metter mano in fretta e furia alla redazione di un testo tanto importante per il futuro dello sport equestre italiano senza un preventivo ragionamento questo si “corale” e un dibattito che avessero interessato i competenti che, grazie a Dio, sono ancora in circolazione sul territorio nazionale? E’ possibile che per confezionare un testo guida per la formazione dell’istruttore di equitazione italiano si siano dovuti scomodare ventinove autori esteri? E’ possibile che soltanto tre italiani (Ubertalli, Mangilli e Nava con due testi) abbiano avuto il compito dell’apporto del nostro insegnamento?

Ma il fatto più sorprendente, direi mostruoso, che determina una nuova rivoluzione davvero epocale (nel 1997 eravamo al termine del secondo millennio), è l’esclusione dalla bibliografia, quindi dalla sintesi, degli scritti di Federico Caprilli, il cui nome è citato una sola volta nella parte dedicata all’apprendimento delle tecniche di salto all’interno della frase che trascrivo integralmente: “La tecnologia e gli studi sulla meccanica del movimento ci consentono di proporre un metodo che abbia delle solide basi razionali, partendo dai principi enunciati e sperimentati dal capitano Federico Caprilli, sino alla loro attuale evoluzione, frutto della continua sperimentazione”. Dei principi enunciati e sperimentati da Caprilli non si trova neppure l’ombra in tutto il testo.


(Da un articolo del col. Angioni)

:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:


domenica 11 maggio 2008, 8:18
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Iscritto il: lunedì 24 dicembre 2007, 0:15
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Messaggio Re: Da dove nasce la nostra "Equitazione Moderna"...
se anche si fosse trovata l'ombra degli scritti di caprilli non avrebbero certamente aiutato a salvaguardare i cavalli o il loro addestramento!

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non ci sono piu' le mezze fermate di una volta


domenica 11 maggio 2008, 22:25
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Messaggio Re: Da dove nasce la nostra "Equitazione Moderna"...
Disarmante... :shock: :shock: : Hurted :


lunedì 12 maggio 2008, 0:09
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Messaggio Re: Da dove nasce la nostra "Equitazione Moderna"...
Cita:
se anche si fosse trovata l'ombra degli scritti di caprilli non avrebbero certamente aiutato a salvaguardare i cavalli o il loro addestramento!

No, non avrebbe aiutato a salvaguardare i cavalli o il loro addestramento, ma fa comunque parte di una cultura equestre di cui un istruttore dovrebbe essere a conoscenza. A parere mio, ovvio. XD

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"Ai giorni nostri nessuna persona, con una vera cultura, parla della bellezza di un tramonto.
I tramonti sono completamente fuori moda. [...] Restare estasiati davanti a loro è un preciso segno di natura provinciale.
Comunque i tramonti insistono a manifestarsi."

La decadenza della menzogna-Wilde.


martedì 22 luglio 2008, 22:19
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Messaggio Re: Da dove nasce la nostra "Equitazione Moderna"...
Piu' che di una semplice "parte", a me pare che si tratti proprio di un pilastro fonamentale! :roll:


giovedì 24 luglio 2008, 10:52
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Messaggio Re: Da dove nasce la nostra "Equitazione Moderna"...
A proposito... ho sentito vaghe notizie allarmanti sulla partecipazione italiana equestre alle Olimpiadi. Come stanno le cose?

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Sbagliando s'impara: in genere, si impara lo sbaglio.
Qualche mago della logica dice: "Se mi contraddici non puoi aver ragione, perchè se tu avessi ragione io avrei torto, e questo è assolutamente impossibile"


giovedì 24 luglio 2008, 13:51
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Messaggio Re: Da dove nasce la nostra "Equitazione Moderna"...
Quali vahe notizie allarmanti?

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domenica 27 luglio 2008, 12:05
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Messaggio Re: Da dove nasce la nostra "Equitazione Moderna"...
Che la nostra squadra non sarà molto numerosa. Quali specialità sono rappresentate?

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domenica 27 luglio 2008, 12:22
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Messaggio Re: Da dove nasce la nostra "Equitazione Moderna"...
Molti sono allarmati dal fatto che si mandino binomi (con enormi spese) che non possono avere risultati :wink:

Le discipline sono dressage, salto, completo. In dressage c'é solo un binomio, nelle altre anche la squadra.

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Le donne son venute in eccellenza
Di ciascun'arte ove hanno posto cura;
e qualunque all'istorie abbia avvertenza,
ne sente ancor la fama non oscura.
When I count my blessings, I count my horses twice.


domenica 27 luglio 2008, 14:04
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