gingola
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Iscritto il: giovedì 20 gennaio 2005, 15:24 Messaggi: 3597 Località: Emilia Romagna
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ALTERAZIONI BIOLOGICHE NEI DCA
La maggioranza dei disturbi endocrino-metabolico-nutrizionali dei DCA (in particolare anoressia e bulimia) è riconducibile alla malnutrizione proteico-energetica.
Nelle diverse forme di DCA ci sono quadri clinici differenti ma anche diversi livelli di gravità.
Il deficit di sostanze nutritive causa alterazioni a livello di tutti gli organi e apparati, con conseguenze più o meno rilevanti a seconda dei distretti interessati.
SINTOMI E SEGNI
• Magrezza (BMI spesso < 19) [BMI = peso/altezza al quadrato in metri]
• Riduzione della massa muscolare (ipotonia e ipotrofia) e ossea
• Cute: pallore, secchezza, languo, colorito giallastro (ipercarotenemia), emorragie perifollicolari (deficit piastrinico), petecchie (sforzo del vomito)
• Edemi declivi (ipoalbuminemia)
• Capelli e unghie fragili
• Aumento di volume delle ghiandole parotidi (vomito)
• Alterazione dello smalto dentale (materiale gastrico)
• Cuore: bradicardia (< 60 battiti/min), soffi cardiaci (prolasso della valvola mitrale, per sproporzione tra la valvola e la parete del ventricolo sinistro ridotta di spessore)
• Ipotensione arteriosa (disidratazione)
• Bradipnea (< 15 atti respiratori/min)
• Disturbi gastrointestinali
ALTERAZIONI EMATOCHIMICHE
• Anemia, diminuzione dei globuli bianchi (spt. Linfociti) e delle piastrine
• Diminuzione del ferro, sia circolante che nei depositi
• Diminuzione della glicemia
• Diminuzione degli elettroliti (sodio, potasso, calcio, cloro ecc.)
• Diminuzione delle proteine (spt. Albumina)
• Alterazione dei lipidi
• Diminuzione vitamine e oligoelementi (zinco, magnesio ecc.)
• Diminuzione della funzionalità tiroidea
• Alterazione della funzionalità renale (disidratazione)
• Diminuzione ormoni sessuali
DANNI CAUSATI DA VOMITO E ABUSO DI LASSATIVI
• Cavo orale: carie dentaria, ipertrofia ghiandole salivari, cheilosi
• Mediastino: pneumomediastino
• Esofago e stomaco: dispepsia, disfagia, esofagite, gastrite, stenosi, ulcera, rottura, ernia iatale, ematemesi
• Intestino: diarrea, stipsi
• Polmoni: polmonite ab ingestis
• Cuore: aritmie (ipopotassemia)
• Reni: danno tubulare da ipopotassemia
• Alterazioni dell’equilibrio idro-elettrolitico e acido-base
MECCANISMI DI ADATTAMENTO
L’organismo, per far fronte al deficit di nutrienti, mette in atto una serie di meccanismi per risparmiare energia e per sopperire alle carenze utilizzando le proprie riserve, finchè disponibili:
• Utilizzo delle riserve proteiche (spt. Muscolari) per la gluconeogenesi
• Riduzione del metabolismo basale
• Ipotermia
• Utilizzo delle riserve adipose
• Amenorrea
A cura del Centro per la Prevenzione ed il Trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare
Azienda Ospedaliera – Polo Universitario “Luigi Sacco” - Milano
<font color="navy">Il contributo dei media sull'insorgenza dei Disturbi del Comportamento Alimentar
Argomento: I disturbi alimentari
Dott. Maria Concetta Cirrincione
Fisicità e psiche costituiscono una unità inscindibile. Il corpo rappresenta infatti il sostegno della propria identità ed un tramite nella relazione con gli altri, per cui la natura dell’estetica corporea in dosi adeguate esprime sia una buona accettazione di sé, sia una cura attenta alla relazione con l’altro. D’altro canto la dimensione estetica può essere iperinvestita ed il corpo strumentalizzato, il corpo diviene così l’involucro fragile di un profondo vuoto interiore.
La “cultura del corpo” nell’epoca moderna viene intesa nella società eterodiretta dei mass-media come l’insieme delle rappresentazioni collettive che presiedono alla determinazione dei bisogni degli utenti.
Il proliferare dei casi di anoressia e bulimia nei Paesi ad alto tenore di vita ha convinto gli studiosi che si occupano di tale fenomeno che si tratti di un “epidemia sociale”. Tale fenomeno è esploso negli anni’70 quando la pressione culturale, volta ad imporre il valore della magrezza ha incrementato un problema già esistente da secoli. Quotidianamente i mass-media ci propongono immagini di modelle filiformi prese ad esempio come canone di bellezza dalle adolescenti. E’ necessario possedere un corpo longilineo per avere successo nella vita. L’anoressia è il prodotto della società consumistica, che innalza l’immagine a discapito del valore dello spirito: importante è apparire più che essere.
Pubblicità martellanti con belle e bellissime inneggianti al corpo perfettamente in linea, riviste patinate dove il dominante sogno americano si concretizza in splendidi esemplari di palestrati alla Mister Universo, diete “sicuramente efficaci” per risolvere tutti i problemi di pancette e giunonici fianchi etc… Tutta questa massiccia opera informativa viene proposta soprattutto a ridosso dei mesi estivi dove il martellante lavoro perpetrato a nostro danno dai mass-media con abbondante anticipo, obbliga improrogabilmente l’estate ad essere per tutti: un periodo in cui è necessario sfoderare ventri assolutamente piatti, glutei sodi e perfetti, muscoli prominenti, bicipiti intriganti e statuari. I giornali sono spietati, sovrabbondano di immagini femminili e maschili dalla forma smagliante e i prodotti dietici(per fare alcuni esempi le barrette di “peso forma” o i diversi formaggi light) che accompagnano quelle figure hanno l’effetto placebo, ci si convince veramente che quel corpo ineccepibile sia il risultato di quel particolare prodotto o comunque dei tantissimi che popolano il mercato e lì inizia la corsa al consumo..
Queste fiere del corpo perfetto, fanno sì che l’estate diventi una contraddizione di sentimenti: odio e amore, croce e delizia. Per quanto ci si voglia convincere che quel determinato prodotto ci renderà merito come lo è stato per la modella che lo pubblicizza, i conti con la realtà non tardano a venire e spesso la delusione prende il sopravvento sui sogni e le speranze.
Intanto il caldo incalza e il tempo per porre ai rimedi diminuisce inesorabile e così si innesca il meccanismo dell’autopunizione che ha il suo esordio con la rabbia di non avere provveduto in tempo…e poi ecco l’inizio del grandi terribili digiuni. La sindrome del “magro sinonimo di bello” investe la collettività, anche in persone che non soffrono palesemente di DCA. Si sviluppa quella che viene chiamata “mentalità da dieta” si finisce con il litigare con la taglia che diventa la misura del nostro valore come persona.
Renè Girard, nel saggio Disturbi alimentari e desiderio mimetico (1999), propone l’ipotesi mimetica( cioè desiderare di essere come il modello considerato perfetto) quale chiave interpretativa del fenomeno dell’anoressia e della bulimia, che nei paesi occidentali sta assumendo proporzioni impressionanti. Mangiare troppo o mangiare poco sono due modi opposti ma inseparabili della stessa ossessione verso il cibo. Sono soprattutto, come già sottolineato, adolescenti a soffrirne come conseguenza del desiderio di corrispondere a canoni estetici delle persone che contano veramente a quell’età, cioè i coetanei, influenzati a loro volta dai modelli proposti dai mass-media. Il messaggio è sempre lo stesso: dobbiamo essere magri, a qualunque costo. Nella società moderna regna sovrana la cultura del volere essere il numero uno.
Una volta definito l’ideale mimetico, ognuno cerca di mettere fuori gioco tutti gli altri nella specialità desiderata, in questo caso è il peso, considerato come il più desiderabile per essere giovani e belli, il limite da abbattere. E’ questa tensione competitiva di volere essere quello che l’altro è, che porta alla distruzione. All’opposto vi è sempre più gente che mangia da sola, ad orari irregolari e ingurgita grandi quantità di cibo spazzatura. Ciò conduce a sua volta ad un altro grave problema contenuto all’interno della categoria dei DCA: l’obesità. Circa il 35% della popolazione americana è in sovrappeso e tende all’obesità e tale percentuale non ha fatto che crescere nell’ultimo decennio. Il problema riguarda in modo preoccupante anche i giovani: il 21% dei teen-ager è sovrappeso e tende all’obesità perché si nutre principalmente di Junk food (fast-food vari, merendine, snack, bibite, dolciumi). Siamo nell’epoca della “McDonaldizzazione”, del panino consumato in fretta dei ritmi frenetici in cui le abitudini alimentari vengono sconvolte predisponendo alle patologie legate all’alimentazione. Giornali, tv, riviste comunicano ogni giorno notizie allarmanti sull’aumento dell’obesità, ma offrono anche su un piatto d’argento l’ultimo rimedio portentoso all’aumento di peso insieme la numero di telefono dell’associazione “grasso e bello” del momento.
La ragnatela di Internet (divenuto il mezzo di comunicazione di massa del futuro) non manca all’appuntamento ovviamente, ricercando notizie relative alle “ questioni di peso” in un attimo si viene sommersi da chat line, centri di discussione e supporto etc.. Ma i siti più divertenti sono quelli in difesa del grasso soprattutto di quello femminile: nella home page di questi ultimi ci sono solitamente sempre foto di ragazze piene di “adorabili rotolini di ciccia” seguite da interviste nelle quali le stesse dicono di essere felici con i chili in più, di non invidiare in nessun modo le modelle dei giornali perché non “sanno cosa si perdono” e di non avere nessun problema di salute anzi di essere in forma smagliante. Non è raro che in Rete si trovi tutto e il contrario di tutto, forse però non sempre ciò aiuta l’utente a trovare le risposte che cerca e a volte il rischio è quello di moltiplicare all’infinito le sue domande e non rispondere in maniera esauriente.
Fino ad adesso ho parlato solo dei messaggi negativi trasmessi dai mass-media, tuttavia occorre ricordare che esistono anche esempi di pubblicità che veicolano messaggi positivi. “Know Your Mind, Love Your Body” (conosci la tua mente, ama il tuo corpo): Questo è lo slogan della nuova compagna di sensibilizzazione della casa cosmetica “The Body Shop” in collaborazione per l’Italia con l’ABA e il Telefono Donna. Una campagna mondiale che vuole ridefinire il concetto di bellezza e restituire dei parametri reali di confronto per tutte le donne del mondo, vittime degli stereotipi forniti dai mass-media ma anche dalle campagne pubblicitarie dei cosmetici, delle beauty farm etc..
Ma questi purtroppo sono rari esempi di pubblicità positive in quanto i mass-media continuano a proporre modelli femminili androgeni e asessuati, che continuano ad essere assunti come “giusti stili di vita” dalle adolescenti di tutto il mondo.
Un’ultima considerazione in Europa si è parlato a lungo di rivoluzionare l’immagine della bambola Barbie per renderla meno magra di quanto non fosse in modo da spingere il meno possibile all’anoressia le future adolescenti. In America, invece, è in commercio una bambola dal nome Diet Debbie, che si rifiuta di mangiare oltre i primi bocconi perché le “si rovina la linea”; i primi bocconi però possono essere indistintamente una fetta di torta al formaggio(800 kl a porzione) o un piatto di insalata(50 kl a porzione).
Bibliografia
Bernascon W, Sindrome di Barbie o disturbo alimentare nervoso? “Il giorno”, Milano 13 ottobre 1998
D’amico R, “Vivere per mangiare, mangiare per vivere: il ruolo dei mass-media” ABA NEWS, Milano 1993
Fabbri L, “Il messaggio pubblicitario” Armando Curcio, Roma 1990
Hansen A., “The mass-media and enviromental issues, Leicester University Press
Wolf M, Gli effetti sociali dei media, Bompiani, Milano 1995
Wolf M, Teorie delle comunicazioni di massa, Bompiani, Milano 1994</font id="navy">
<font color="teal">Anoressia
Argomento: I disturbi alimentari
Dott. Antonio Vita
Psicologo-psicoterapeuta - Recanati
E' una malattia che porta ad un dimagrimento smisurato e spaventoso. La persona affetta da anoressia non mangia e non vuole mangiare. Cosicché dimagrisce, deperisce, e spesso deve essere ricoverata in Ospedale per un'alimentazione forzata. In qualche caso la persona non ce la fa a recuperare il peso e le forze e sopravviene la morte.
L'anoressia non è dovuta ad un mero disagio, ma è una vera e propria malattia mentale, insidiosa, infida, perversa, perfida, persistente, pericolosa e molto difficile da curare.
Non ci sono farmaci idonei a curarla in quanto la persona anoressica è ferma nel suo proposito di non mangiare.
L'anoressia non è una malattia moderna. Già nel 1696 un trattato di medicina ne riportava tutti i sintomi e tutti gli effetti. Molti studiosi ed autori, ritengono che essa sia molto antica .
Si ipotizza che tra le donne mistiche del Medioevo, ce ne fossero alcune affette da questa malattia. Sembra proprio che l'ascetismo medievale fosse una grossa espressione dell'anoressia. Le mistiche medievali erano portate al digiuno, e l'anoressia è ampiamente apparentata con l'ascetismo.
Tutto ciò ci fa supporre che l'anoressia è una malattia che ha le sue radici nella "spiritualità": l'anoressica aspira a rinnegare il corpo a vantaggio del suo essere spirituale.
La malattia era vista al femminile, cioè sembrava che essa interessasse solo le donne, le ragazze, le fanciulle. Recentemente, molti studi e molte diagnosi differenziali hanno potuto appurare che anche i maschi sono esposti a questa malattia anche se con un rapporto di uno a dieci.
La persona anoressica manifesta un intrinseco rifiuto ad assumere il proprio ruolo sessuale, e quindi a crescere. Questo rifiuto si vede soprattutto nelle adolescenti. Freud se ne interessò e parlava a proposito di questa malattia di "malinconia di una sessualità non sviluppata".
L'origine della malattia ha due matrici:
È una malattia che si manifesta dall'infanzia e prosegue nell'adolescenza,
È una malattia che si manifesta durante l'adolescenza avanzata e durante la prima giovinezza.
Nel primo caso abbiamo una forma di fissazione della malattia, malattia che c'è sempre stata e che continua ad evolversi nell'infanzia e successivamente nell'adolescenza.
Nel secondo caso abbiamo un fenomeno di regressione, cioè essa si manifesta verso i 16 -18 anni in poi; la regressione è intesa nel senso che il soggetto tende a tornare ad uno stato infantile dal punto di vista del corpo e, in parte, della psiche.
E' una malattia che interessa massimamente il corpo, anche se le sue radici sono prettamente psicologiche. Interessa il corpo nel senso che la persona anoressica si sottopone a digiuni estenuanti, a diete severe, sino a massacrare il proprio corpo.
Nonostante sia così evidentemente pericolosa le anoressiche perseguono l'obiettivo che è quello di dimagrire per "negare il proprio corpo".
Abbiamo detto che non ci sono farmaci che possano curare o guarire. Il medico interviene all'inizio, così pure il nutrizionista, ma i loro consigli e le loro prescrizioni alimentari non vengono quasi mai seguite. Le anoressiche non sentono nemmeno le invocazioni dei genitori, i moniti degli insegnanti, le indicazioni di pedagogisti, di sacerdoti, di parenti e di quanti altri.
Occorre sempre intervenire sul piano psicoterapeutico. Infatti, spesso, la psicoterapia riesce a bloccare forme di dimagrimento, nel migliore dei casi riesce a guarire. Le percentuali delle guarigioni sono abbastanza soddisfacenti e i risultati incoraggiano a trovare tecniche psicoterapeutiche sempre più sofisticate ed efficaci.
Quando ci si trova di fronte ad una forma di fissazione, l'anoressica è gracile fin da piccola ed è stata sempre poco incline ad assumere cibo.
Quando l'anoressia si affaccia verso i 15 o 18 anni è possibile anche che la persona venga da una forma di obesità non tollerata, alla quale ella si oppone studiando da sé delle diete dimagranti: un programma di dimagrimento auto-selezionato basato su un sistema rigido di meccanismi mentali non controllato. In questo caso la ragazza inizia a dimagrire e non riesce a fermarsi. Vuole dimagrire ancora di più, sempre di più. In maniera esasperata passa verso una negazione progressiva del cibarsi, in modo instancabile, duraturo, senza regole e senza controlli. E la gracilità del corpo inizia a prendere piede sino a forme molto esagerate e preoccupanti.
Ci sono anche influenze da parte di una certa cultura che porta a forme sempre più defilate, a ragazze silfidi, emaciate, senza forme. Da notare che poi un simile tipo di donna non è presente nell'immaginario collettivo degli uomini. Ma forse proprio qui sta una delle tante spiegazioni possibili: le anoressiche rifiutano la femminilità, la sessualità, l'ammirazione degli uomini.
La loro malattia è mentale nel senso che rifiutano di diventare donne, di assumere il proprio ruolo femminile e di essere desiderate.
Ecco alcune caratteristiche costanti dell'anoressia mentale o psichica:
1) La volontà di emaciazione: dimagrirsi sino a diventare pelle ed ossa e la volontà di resistere contro qualsiasi ostacolo ai loro progetti;
è l'aspetto tipico del fachirismo, al quale l'anoressica cerca di giungere non mangiando, facendo molta ginnastica e prendendo molti lassativi.
2) Gli atteggiamenti sono pressoché simili in tutte:
sono ascetiche, mistiche, intellettuali ed ipercritiche, claustrali, tendono verso la pura spiritualità.
3) Negativismo della malattia:
"non sono malata, è un mio modo di essere, voglio essere così, è una mia scelta", sentiamo ripetere;
c'è una cosciente volontà di deperimento organico di cui l'anoressica è pienamente consapevole.
4) Di fronte al cibo si comportano in questo modo:
non odiano il cibo, ma l'atto del cibarsi; esse sono spesso vicine al cibo, fanno anche le cameriere occasionalmente, o cucinano per gli altri; ma rifiutano l'atto del cibarsi come se il cibarsi fosse un nemico da cui stare lontane;
ne scaturisce l'ipotesi che da piccole, durante l'assunzione del cibo, non abbiano sentito calore materno, per cui hanno associato l'atto del cibarsi con qualcosa di negativo e di nemico da cui rifuggire.
5) Il satollarsi è sintomo di degradazione e di caduta, per cui esse sono
spartane, perfezioniste, ambiziose culturalmente, iperattive, con evidenti gusti estetici e culturali;
altre sono più timide, vulnerabili, non ambiziose e prive di grandi idealità;
6) le une e le altre sono:
ostinate a non volersi nutrire,
indifferenti alle proprie disastrose condizioni fisiche.
Il disturbo dell'immagine corporea è dovuto nelle anoressiche ad uno squilibrio dell'interazione tra bambina ed ambiente. Il disturbo dello schema corporeo delle anoressiche sarebbe imputabile soprattutto ad una carenza di tenerezza e di manifestazioni amorose da parte delle madri. Spesso si tratta di bambine concepite come bambole, che avevano sofferto per mancanza di convalida delle loro iniziative e della loro mancata autonomia.
Le ipotesi sulla genesi e sullo sviluppo di questa malattia sono molte e di diverso genere. Di comune esse condividono la certezza che la malattia abbia un'origine remota nello sviluppo del soggetto, e che cioè la malattia nasca sin dalla più tenera età.
Le teorie condivise dalle maggiori scuole di Psicologia possono essere così sintetizzate:
I bambini si sentono rifiutati dai genitori e soprattutto dalla madre. Nasce in loro allora un senso di insicurezza, che porta ad un sentimento di insoddisfazione, di ansietà e di angoscia. La bambina non si sente accettata dal clan femminile e dalla madre, e, crescendo, rifiuterà di entrarci, di essere donna. Alcuni autori affermano che le madri di fanciulle anoressiche sono esse stesse disturbate emotivamente. Esse appaiono ambivalenti in quanto hanno una rigida struttura morale, premono sull'aspetto formale della nutrizione, ma non ne gioiscono, esse non rappresentano un seno buono (Klein). Lo stato ambivalente della madre determina, nella bambina, la privazione dell'accettazione gioiosa della propria persona: contemporaneamente vengono eliminati i suoi stati di soddisfazione, e viene minato il suo senso di sicurezza e di benessere.
Se la bambina non sperimenta le proprie capacità, se le azioni della bambina vengono disconfermate, criticate e represse, ella non raggiunge né sicurezza, né potere. In tal caso può sorgere un disordine nell'integrazione delle funzioni corporee e dell'immagine corporea di sé.
Il disturbo dell'immagine corporea porta ad un senso paralizzante di impotenza al quale si collega il terrore di perdere il controllo dei propri istinti orali e di essere travolti dall'istinto del mangiare (bulimia).
La terapia, prettamente di tipo psicologico, deve essere svolta da uno psicoterapeuta con la collaborazione dei genitori, in special modo della madre.
Oggi ci sono tecniche psicoterapeutiche comportamentali, sistemiche, familiari che aggrediscono bene questa malattia e riescono a sconfiggerla.
Psicoterapeuta, famiglia ed ambiente sociale possono congiuntamente raggiungere obiettivi positivi, validi e significativi, tanto da far uscire la ragazza dal tunnel buio di questa pericolosa e devastante malattia.</font id="teal">
_________________ "Ma se tu mi sarai accanto, io ci crederò" ___Bea &Lady___
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